La decisione

«Malamovida», tolleranza zero a Lissone. «Stop» all’alcol fuori dai locali dopo le 22

Vietata anche la vendita per l’asporto fino alle 6 del mattino. Sanzioni da 150 a 500 euro per chi sgarra

«Malamovida», tolleranza zero a Lissone. «Stop» all’alcol fuori dai locali dopo le 22

Dal primo gennaio, a Lissone, in tutto il territorio cittadino non si potranno bere alcolici nei luoghi pubblici (strade, giardinetti, piazze). Si potrà continuare a farlo all’interno di bar, ristoranti e locali, oltre che nei rispettivi plateatici. Allo stesso modo agli esercizi di vicinato sarà vietato vendere bevande alcoliche per l’asporto, fatta eccezione per le pizzerie d’asporto se la bottiglia sarà accompagnata dalla pizza e in occasione di fiere e altre manifestazione autorizzate dal Comune.
In caso di violazioni, il consumatore dovrà sborsare 150 euro di multa, il negoziante 500.

La richiesta di cittadini e forze dell’ordine

Il disco verde alla modifica del Regolamento di Polizia Urbana è arrivato mercoledì sera in Aula. In sostanza, da una parte una stabilizzazione e dall’altra un ampliamento all’intera città dell’ordinanza in vigore quest’estate, dal primo luglio al primo settembre. Simile a quanto già in essere in diverse città: da Monza a Varese, passando per Cantù. E’ il risultato di una precisa scelta politica, come sottolineato dalla maggioranza, mirata a garantire sicurezza e quiete, perché l’abuso di alcol porta giocoforza con sé l’elevato rischio di schiamazzi, vandalismi, risse. In risposta a un’esigenza di cittadini e forze dell’ordine.
Cittadini che «hanno il sacrosanto diritto di dormire la notte», ha sottolineato il sindaco Laura Borella. Cento i residenti di piazza Libertà che hanno sottoscritto una petizione per fermare la malamovida sotto le loro finestre, numerosi anche quelli di via Carducci in campo per lo stesso motivo. E forze dell’ordine – Polizia locale e Carabinieri – da cui è arrivata espressa richiesta all’Amministrazione comunale di uno strumento normativo per intervenire. Quello offerto dall’articolo 688 del Codice Penale, infatti, prevede una sanzione amministrativa solo per chi viene trovato in stato di «manifesta ubriachezza» in luogo pubblico o aperto al pubblico. Quindi, per dirla semplice, quando la situazione è già degenerata.

«L’ordinanza quest’estate ha funzionato»

«L’ordinanza quest’estate ha funzionato», ha garantito il primo cittadino. Quattro le sanzioni elevate dai Vigili in otto servizi serali e notturni. «Oggi però il problema si è presentato e dobbiamo affrontarlo in modo stabile», ha proseguito. Estendendo, come detto, i divieti sull’intero territorio cittadino, per evitare che il problema si sposti: nei mesi estivi Polizia e Carabinieri hanno notato «furbi» trasferirsi in piazza IV Novembre e via don Minzoni per bere senza rischiare la multa.
Mercoledì, la modifica – quattro nuovi commi all’articolo 12 – ha richiesto tre ore buone di discussione tra i consiglieri comunali nonostante la dell’opposizione – bocciata dal centrodestra, favorevole invece Daniele Fossati e astenuto il presidente Roberto Perego – di rinviare il punto al giorno seguente per avere in Aula «l’attore principale», vale a dire il comandante della Polizia locale Matteo Caimi. Diversi i dubbi sollevati dai banchi delle minoranze, non tanto sull’opportunità dei divieti, quanto sulla loro complessa applicazione. «Come riuscirete a farli rispettare?», hanno chiesto sia Concetta Monguzzi (Listone) che Paolo Rivolta (Lissone al centro). A non convincere anche la salata sanzione prevista per i commerciati (pollice verso per l’emendamento dei dem volto alla sua eliminazione) e la mancanza di un preciso impegno verso quello che Luca De Vincetis (Vivi Lissone) ha definito un «processo culturale». Una condivisione, in sintesi, dello spirito e delle conseguenze dei nuovi commi con esercenti e cittadini.