La beffa

Maxi svincolo: non arriverà in tempo per le Olimpiadi, ma gli espropri restano

Il progetto di potenziamento del collegamento della A4 con la A52 a Sant’Alessandro è ancora solo sulla carta, ma Serravalle assicura: «Verrà realizzato»

Maxi svincolo: non arriverà in tempo per le Olimpiadi, ma gli espropri restano

A meno di due mesi dall’inizio delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 – l’evento mondiale per cui era stato pensato – il progetto del maxi svincolo di interconnessione della A4 con la A52 a Sant’Alessandro, a Monza, è ancora solo sulla carta. Ma, assicurano da Milano-Serravalle, l’opera in questione «si farà comunque».

Maxi svincolo, la prima versione

Da quasi tre anni, da quando cioè sono iniziate a giungere le prime lettere di esproprio, i residenti di San Rocco e Sant’Alessandro si chiedono se e quando arriveranno talpe ed escavatori. Il progetto del tunnel unidirezionale che collegherà l’uscita dell’autostrada A4 di Monza Sant’Alessandro alla A52 – correndo parallelo a quello già esistente lungo la stessa Tangenziale Nord – e dunque passando sotto un quartiere già gravato da innumerevoli altre infrastrutture, aveva fin da subito incontrato la contrarietà di gran parte degli abitanti, soprattutto nella sua prima versione, quella che prevedeva un tratto in trincea (cioè aperto) proprio a ridosso delle scuole e del centro sportivo, nonché l’imponente cantiere (sono previsti scavi fino a 16 metri di profondità) letteralmente attaccato alle abitazioni.

Il progetto modificato

Una versione poi «mitigata», su sollecitazione sempre dei residenti che si sono costituiti nel Comitato vie Gentili-Aristotele-Talete guidato da Lorenzo Villa, che si erano battuti per far sì che fossero, per lo meno, introdotte modifiche che rendessero l’infrastruttura un po’ meno impattante su un territorio che, come hanno più volte evidenziato i rappresentanti del Comitato, «non viene minimamente toccato dalla manifestazione mondiale»: allontanamento del tracciato dalle abitazioni esistenti in via Gentili (su un tratto caratterizzato dalla presenza di terreni) e la copertura completa della galleria sino al sottopasso ferroviario esistente, senza la trincea.
E proprio quest’ultima versione ha ottenuto pochi giorni fa, il 27 novembre, il parere positivo dei Ministeri dell’Ambiente e della Cultura. Un via libera rilasciato dopo l’ok della Commissione tecnica che, ad agosto, aveva dato anch’essa giudizio positivo circa la compatibilità ambientale del progetto esecutivo con le varianti introdotte.

«Quando cominciano i lavori?»

Ma la questione resta: «Quando partirà il cantiere?». Questa la domanda che circola insistentemente a San Rocco e a Sant’Alessandro. «Per noi sarebbe meglio se non lo facessero proprio», ha evidenziato Lorenzo Villa, residente di via Gentili che aveva ricevuto la lettera di esproprio (poi revocato) nel 2023, quando si prevedeva lo scavo lungo il lato nord della strada, quello su cui insiste la maggior parte delle abitazioni.
«Non si deve dimenticare che lo spostamento del tracciato più a sud andrà comunque a pregiudicare due abitazioni – ha ricordato – Si tratta di due villette, una in fase di ristrutturazione, l’altra invece abitata da circa quattro famiglie, tra cui vi è anche un’anziana di 86 anni che sicuramente risentirà molto dell’allontanamento dalla sua casa».
Altro nodo critico, ha rilevato Villa, è il fatto che il progetto non sarà di alcun beneficio ai residenti. «Secondo noi lo svincolo non dovrebbe essere unicamente utile all’uscita dei mezzi dall’autostrada, ma dovrebbe essere pensato anche per la viabilità del quartiere – ha aggiunto – Anche perché così come è stato concepito, sposta il traffico dall’inizio del tunnel della A52 all’uscita. Il problema si “traslerebbe” solo di 500 metri, per poi andare invece a pregiudicare alcune opere esistenti che attualmente ci permettono di uscire dal quartiere e ad arrivare dalla parte opposta della ferrovia, uscendo in via Borgazzi, visto che toglieranno l’uscita».
Piuttosto, evidenzia ancora Villa, «che si utilizzino i soldi per il completamento della M1. Quello sì che sarebbe un grosso vantaggio per la collettività».

Le preoccupazioni

Preoccupazioni condivise anche da Laura Meani, residente pure lei a San Rocco che si è sin da subito mobilitata affinché il quartiere non subisca le conseguenze di un’opera che non apporta alcun vantaggio al quartiere. «Purtroppo si percepisce molta rassegnazione – ha spiegato – Viviamo in un’area eccessivamente cementificata, stretta tra tangenziali e autostrade. E subiamo pure il traffico legato a quegli automobilisti che vogliono evitare il pedaggio del casello proprio della Nord, a Sesto San Giovanni, che ci avevano promesso che avrebbero eliminato, cosa che ancora non è accaduta e che forse non accadrà mai».
Un’area, dunque, già ora al centro di un groviglio di asfalto che nei prossimi anni vedrà ulteriori sviluppi infrastrutturali che, come si legge nelle relazioni dei Ministeri, «influiranno direttamente e cumulativamente sulle attuali condizioni ambientali e territoriali».
Arriverà il nuovo capolinea della linea metropolitana M1 di Milano, a Monza-Bettola, a sud della A4, il parcheggio di interscambio sempre a Bettola, dove si intersecheranno le due linee col prolungamento della Linea metropolitana M5, senza scordare il (discusso) deposito nell’area di Casignolo. Il tutto in pochi (densissimi) chilometri quadrati.

«Un intervento strategico»

Se i residenti si sono più volte detti contrari o perlomeno scettici circa i lavori di potenziamento dello svincolo, per Serravalle – sia pur ormai «spuntata» dalle opere di contesto utili al raggiungimento dei siti olimpici – resta un’opera fondamentale. «Il progetto di potenziamento dello svincolo di Monza Sant’Alessandro, lungo la Tangenziale Nord (A52), rappresenta un intervento strategico per migliorare i flussi di traffico dell’area», hanno fatto sapere dalla società.
L’opera, proseguono, «avrebbe dovuto rappresentare una soluzione per la viabilità lungo una direttrice fondamentale per l’accesso alle manifestazioni delle Olimpiadi in Valtellina (tre le sedi, una a Bormio e due a Livigno, ndr).
Rispetto alla versione originaria, però, «il progetto è stato oggetto di importanti modifiche. In particolare, lo scavo della nuova galleria è stato riposizionato per allontanarlo dagli edifici esistenti, assicurando minori interferenze con il tessuto urbano».
Una modifica, proseguono dalla società, «che è frutto di un percorso condiviso con cittadini, amministrazioni locali e rappresentanti del territorio». Il progetto, concludono da Serravalle, «sarà comunque realizzato con l’obiettivo di eliminare il nodo critico presente sulla viabilità proveniente dalla A52 e diretta verso la Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga».

“Dovrò lasciare la mia officina”

Cosimo De Leo, titolare dell’officina di via San Rocco insieme al fratello, dovrà lasciare l’area per via dell’esproprio giunto, ma non sa ancora quando.
Un provvedimento che la famiglia aveva già ricevuto in passato, trent’anni fa, quando l’attività si trovava nella vicina via Somalia e Serravalle doveva costruire gli svincoli tra l’A4 e l’A52. «Pensare che come compensazione ci dettero l’area attuale, in via San Rocco 65. Sotto di noi praticamente scorre il traffico della Tangenziale Nord». E in più, non molti anni fa, avevano pure posato nel bel mezzo della sua area di lavoro il traliccio dell’elettrodotto da 380mila volt (che ora coi lavori dovrebbe essere tra l’altro spostato). Un primo esproprio, dunque, cui ora se ne aggiunge un secondo. All’inizio era previsto su una sola porzione dell’ampia area che si affaccia proprio sul trafficatissimo nodo stradale vicino al confine con Sesto, «poi però è diventata l’intera superficie. Il punto è che, a oggi, nessuno mi ha ancora comunicato quando, mio fratello Donato e io, dobbiamo lasciare e in che termini. Non ci hanno nemmeno fatto sapere nemmeno l’entità di eventuali compensazioni. E l’attesa, devo ammetterlo, ci sta sfinendo», ha spiegato Cosimo De Leo.

Spariranno anche due villette

Insieme a loro, dovranno lasciare le loro proprietà anche quattro famiglie di via Gentili 9, così come non potranno prendere possesso della loro abitazione, i privati che stavano ristrutturando la villetta al civico 1.
Per ora le attività della De Leo – che si occupa, di riparazioni, vendita e recupero auto per conto di Aci – vanno avanti, «ma la fetta più importate del nostro lavoro è già stata bloccata – ha spiegato ancora De Leo – Lavoravamo con la prefettura per la custodia dei mezzi sequestrati, di cui abbiamo un’area recintata appositamente realizzata, ed è dal primo gennaio del 2025 che ci hanno importo l’interruzione del servizio».
Senza scordare. ha aggiunto, «che abbiamo ristrutturato tutto quanto a nostre spese e che, soprattutto, di mezzo c’erano le vite dei nostri dipendenti: subito dopo la comunicazione di Serravalle li avevamo messi al corrente di quanto prospettatoci, suggerendo loro, nostro malgrado, di cercare un’alternativa perché nessuno sapeva quanto ancora saremmo andati avanti».
Inizialmente, «quando ricevemmo la comunicazione dell’esproprio, ci dissero che le tempistiche sarebbero state brevi – ha evidenziato De Leo – E che i lavori erano necessari per le Olimpiadi del 2026, ma vediamo che finora, dopo qualche colloquio che abbiamo avuto, non è ancora stato realizzato niente. E, soprattutto, nessuno ci ha ancora fatto sapere nulla. Di certo c’è solo che qui tutto questo sparirà per un’opera che non sarà nemmeno utile per lo scopo per cui era stata pensata».

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