Ipotesi

L’Arengario verso la piena accessibilità

Ieri, presso la Sala Conferenze dei Musei Civici, un’assemblea pubblica dedicata alle ipotesi progettuali

L’Arengario verso la piena accessibilità

Si è svolta ieri, presso la Sala Conferenze dei Musei Civici a Monza, un’assemblea pubblica dedicata alle ipotesi progettuali mirate a garantire piena accessibilità all’Arengario, uno dei monumenti simbolici della città risalente al ’200, che caratterizza da sempre la riconoscibilità di Monza.

L’Arengario verso la piena accessibilità

L’Arengario e il suo spazio espositivo sono chiusi al pubblico da alcuni anni a causa delle barriere architettoniche che ne impediscono la fruibilità da parte di tutti i cittadini.
L’incontro è stato introdotto dal Sindaco Paolo Pilotto e dell’Assessore ai Lavori Pubblici Marco Lamperti, seguiti dall’intervento dello Storico dell’Arte Giovanni Agosti, il quale ha presentato una riflessione sulla storia e sul destino degli Arengari nell’Italia settentrionale.

Ad illustrare due ipotesi preliminari circa la messa a norma degli accessi al piano nobile dell’Arengario, i progettisti dello studio Stefano Boeri Architetti.

“Siamo felici di aver avuto l’occasione di un dialogo attivo con la cittadinanza, utile ad allargare la riflessione su un luogo radicato nella memoria di tutti i monzesi” commentano i progettisti dello studio Stefano Boeri Architetti.

Gli studi preliminari

Le due ipotesi preliminari circa la messa a norma degli accessi al piano nobile dell’Arengario attualmente al vaglio, sono l’esito di un percorso di confronto approfondito con i rappresentanti della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e con il Comando dei Vigili del Fuoco. Entrambe le ipotesi prevedono la demolizione dell’attuale scala esterna.

Due ipotesi progettuali

La prima proposta prevede l’inserimento di un ascensore all’interno della campata immediatamente adiacente a quella occupata dalla scala elicoidale del 1902. Questa ipotesi presenta un impatto contenuto, concentrando i servizi di salita e discesa in un’unica area già intaccata da interventi novecenteschi, ma allo stesso tempo sacrifica la spazialità del porticato al piano terra.

La seconda soluzione prevede invece l’installazione di un ascensore esterno, distaccato dall’edificio, che rievoca la storica modalità di accesso attraverso il portale al primo piano della facciata est, di cui si legge ancora traccia. In questa opzione, l’ingresso avviene tramite una passerella sospesa, che permette una chiara lettura dell’intervento contemporaneo e, al tempo stesso, il rispetto dell’integrità dell’Arengario, dal quale resta fisicamente distinta.

Il risultato

Le due opzioni comportano conseguenze dirette sull’organizzazione degli spazi accessori e dei servizi al primo piano, influenzando la distribuzione interna e le modalità d’uso degli ambienti. Ma, in entrambi i casi, la riapertura dell’Arengario e la sua riconquistata fruibilità rappresentano l’opportunità per restituire alla città di Monza un luogo di altissimo valore storico, con spazi espositivi e culturali pienamente accessibili.