«E’ grazie a voi, al vostro intervento tempestivo, se oggi sono vivo».
Lo sguardo buono di Antonio Conte, professore alla secondaria di primo grado «Faré» di Lissone, si è rivolto al personale medico del «118», ai rappresentanti della Croce Verde Lissonese. E poi ai suoi colleghi e ai suoi ragazzi. Ingranaggi di una macchina del soccorso che la scorsa primavera ha funzionato alla perfezione, salvandogli la vita.
Il malore a scuola
Settimana scorsa si sono ritrovati nell’aula magna della secondaria di primo grado «Faré». Per confrontarsi su quanto accaduto e su ciò che ha lasciato. Lo scorso aprile, mancavano pochi giorni alla pausa delle vacanze pasquali; durante la lezione di inglese nella 1^C (oggi seconda) il prof Conte si era accasciato sulla cattedra per un arresto cardiocircolatorio. Gli studenti erano subito corsi a chiedere aiuto. Tre colleghe docenti lo avevano soccorso, praticandogli il massaggio cardiaco e poi applicandogli il defibrillatore preso dalla palestra della scuola di via Caravaggio. Immediato anche l’arrivo dei soccorritori e il successivo trasporto d’urgenza all’ospedale San Gerardo di Monza da dove il quarantaquattrenne era uscito un mese dopo «senza aver riportato problemi neurologici e fisici». «Merito dei miei angeli custodi», ha detto il prof, da settembre tornato in classe. Tutti presenti settimana scorsa. La Croce Verde con il presidente Giacomo Chiapparone e il formatore Massimo Cesana; Gianluca Greco e Diego Saggiante, rispettivamente responsabile e coordinatore infermieristico AAT 118 Monza Brianza; la dirigente scolastica Elisabetta Gaiani, le docenti e i ragazzi della 2^C che durante la lunga degenza non hanno mai fatto mancare il loro affetto al prof Conte. «Ogni giorno mia moglie mi portava poster, lettere e disegni realizzati da loro».
“Avete lavorato come una squadra”
Loro che nonostante la giovanissima età – 12 anni – venerdì sono riusciti ad esprimere i sentimenti che hanno caratterizzato il giorno del malore e quelli successivi con una sincerità sconosciuta agli adulti. La paura, il dolore, lo shock, affrontanti anche con il prezioso aiuto del progetto di supporto psicologico attivato dalla scuola. E poi una domanda che non smetteva di girare per la testa: «Ho fatto abbastanza?». «Smettetela di chiedervelo: avete lavorato come una squadra: era la cosa giusta», hanno garantito Greco e Saggiante. I due professionisti hanno inoltre sottolineato la vitale importanza dei corsi di primo soccorso e di utilizzo del defibrillatore che in città vedono alfieri proprio i volontari della Croce Verde, anche tra i ragazzi della «Faré».
«In casi analoghi a quello del professor Conte, si parla spesso di miracoli ed eroi – ha concluso il responsabile del 118 Monza Brianza – Non è così, non servono superpoteri. Servono invece la voglia di mettersi in gioco, di partecipare ai corsi, di sentire che accanto a sé sta succedendo qualcosa. I social sono qualcosa di effimero, quanto avete vissuto voi – si è rivolto agli studenti – è la vita reale che va affrontata».