Tre bimbe uccise dalla madre: il marito è di nuovo papà
Il piccolo dovrebbe nascere il 3 aprile, il giorno in cui Simona avrebbe compiuto 17 anni.
La mattina del 9 marzo del 2014 Lecco si risvegliò con una notizia che sembrava un incubo, invece era la peggiore delle realtà. Tre bimbe uccise dalla madre in quella che è passata tristemente alla storia come la Strage di Chiuso. Un orrore che ha segnato l’intera comunità. Una tragedia senza fine con una madre che tolse la vita alle sue tre splendide figlie e poi tentò di uccidersi. E lo strazio di un padre che in una sola notte perse i suoi tre gioielli più grandi. Ora quell’uomo, Bashkim Dobrushi, si è rifatto una vita, ma senza mai dimenticare, nemmeno per un secondo, i suoi tre amori.
Strage di Chiuso
Il babbo delle tre bambine uccise a Chiuso nel 2014, Bashkim Dobrushi, diventerà infatti ancora papà. Ad aprile il 49enne si è sposato con Aferdita, 36 anni, originaria dell’Albania come lui e adesso la coppia aspetta un maschietto che dovrebbe nascere il 3 aprile, il giorno in cui Simona, la primogenita avrebbe compiuto 17 anni. Simona è morta per mano della madre Edlira Copa quella maledetta notte di tre anni fa e con lei chiusero gli occhi per sempre Keisi, che all’epoca aveva 10 anni e Sidny che di anni ne aveva solo 3.
Le parole di papà Bashkim
Papà Bashkim ha gli occhi velati di lacrime quando racconta delle figlie e del sostegno avuto dai lecchesi. “Simona Era una pallavolista e tutti dicevano che era un piccola donna. Mentre a Keisi piaceva la danza classica e frequentava l’oratorio. Sidny era sempre affettuosa. Un cucciolo”. La nuova moglie di ha sempre cercato di sostenere il marito nella sua lotta quotidiana contro il dolore per la perdita delle tre figlie. “Le pareti della nostra casa di Lecco sono piene di foto delle mie figlie. La città di Lecco è la mia città e l’Italia è il mio Paese. I lecchesi sono miei concittadini. Vorrei ringraziarli. Vorrei dire loro che il loro aiuto è stato fondamentale”.
Una nuova vita
E ora finalmente un raggio di sole, l’arrivo di una nuova vita. Un dono che non potrà cancellare il dolore, ma che aiuterà il cuore di questo uomo che ha sofferto troppo, a battere ancora, ogni giorno. “Sarà un maschietto, per me la cosa importante è che sia sano”.