Corruzione e turbativa d'asta tre arresti a Monza, Desio e Seregno

In carcere commercialista monzese, mediatrice immobiliare di Desio, ai domiciliari imprenditore di Seregno

Corruzione e turbativa d'asta tre arresti a Monza, Desio e Seregno
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Corruzione e tentata turbativa d'asta per lo stabilimento Panem

I militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Monza hanno dato esecuzione, nella serata di ieri, martedì, a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari, emessa dal Giudice per Indagini Preliminari di Monza, nei confronti di un commercialista monzese di 52 anni, di una mediatrice immobiliare di Desio (42 anni) e di un imprenditore di Seregno – operante nel settore della progettazione e realizzazione di interni, di 53 anni.

I tre soggetti sono indagati per aver alterato una procedura fallimentare in corso presso il Tribunale brianzolo nel cui ambito il professionista arrestato aveva il ruolo di curatore fallimentare.

La segnalazione in Trubunale

Tutto è iniziato a giugno, a seguito di una segnalazione pervenuta alla Sezione Fallimentare del Tribunale di Monza. La Procura della Repubblica ha delegato le Fiamme Gialle ad indagare su presunte irregolarità commesse dal commercialista nell’esercizio delle sue funzioni di curatore nominato in numerose procedure concorsuali e di custode di beni pignorati.

Atti contrari ai doveri di pubblico ufficiale,

L’attività investigativa condotta dai Finanzieri di Monza ha svelato l’esistenza di un collaudato rapporto “affaristico” tra il curatore fallimentare e la mediatrice immobiliare. In particolare, gli accertamenti eseguiti dai militari hanno fatto emergere come il curatore, con la complicità dell’agente immobiliare, sfruttando la propria posizione “privilegiata” e ponendo in essere una serie di atti contrari ai doveri di pubblico ufficiale, si sia adoperato per favorire l’imprenditore di Seregno – cliente della donna – nell’aggiudicazione all’asta del capannone della Panem di Muggiò a, a discapito sia degli altri potenziali acquirenti, dissuasi o ostacolati a partecipare alla gara dallo stesso professionista, sia dei creditori del fallimento, tra i quali novanta dipendenti dell’impresa fallita.

L'operazione è denominata Fifty fifty

La condotta illecita dei due soci in affari era finalizzata ad ottenere dall’imprenditore favorito la dazione di una somma di denaro quantificato dagli stessi indagati in 150 mila euro (pari al 10 per cento del valore dell’immobile a base d’asta), destinata ad essere spartita in parti uguali (“fifty/fifty”), come in più occasioni ripetuto dagli indagati.

Le risultanze investigative sinora acquisite dalla Guardia di Finanza, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Monza, hanno così portato all’emissione da parte del G.I.P. di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il curatore fallimentare e l’agente immobiliare nonché ai domiciliari per l’imprenditore.

Proseguono le indagini a carico del professionista monzese in merito alla gestione di altre procedure fallimentari ed esecutive a lui assegnate dal Tribunale di Monza.

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