Chi era l'ex sindaco di Arcore Roberto Mandelli
Un ritratto dell'ex sindaco socialista Roberto Mandelli, padre del volontariato arcorese

Chi era l'ex sindaco di Arcore Roberto Mandelli? Dopo il taglio delle gomme ai mezzi del volontariato (leggi qui) e il vergognoso atto vandalico messo in atto sulla tomba dell'ex primo cittadino (leggi qui), vogliamo riproporvi l'articolo che il Giornale di Vimercate pubblicò all'indomani della sua scomparsa, nel febbraio del 2015.
Padre nobile della politica arcorese
Padre nobile della politica arcorese, uomo di grande umanità, socialista doc e sempre vicino agli ultimi e bisognosi. Sono questi i sentimenti espressi da vari politici della città e persone che hanno conosciuto l'ex sindaco Roberto Mandelli.
Le firme sull'acquisizione di Villa Borromeo e sulla ristrutturazione di Sant'Apollinare le ha messe lui. Dal suo intuito, di chiara estrazione socialista, sono nati, negli anni '80, i Servizi sociali, l'assistenza a domicilio per gli anziani, il centro diurno e l'immensa galassia del «Volontariato arcorese».
In carica dal 1980 al 1987
Mandelli è scomparso nel febbraio del 2015 vinto da un tumore. Ha ricoperto l'incarico di sindaco della città, in carica dal 1980 al 1987, e assessore al Sociale dal 1975 al 1980 (con sindaco Giuseppe Pantò) e poi ancora assessore ai Servizi sociali nella Giunta guidata da Antonio Nava a cavallo tra gli anni '90 e 2000.
Dal 2003 decise di abbandonare la politica attiva, dedicandosi alla sua famiglia e ai suoi nipotini.
Negli ultimi anni l'ex primo cittadino faceva vita ritirata, da pensionato, dopo una brillate carriera politica, corononata da un lungo incarico come dirigente amministrativo dell'ospedale di Vimercate. Un socialista convinto, fervente cattolico (poche ore prima di morire ha voluto che il suo padre spirituale, don Andrea, celebrasse una messa nella sua casa accanto alla moglie Antonia) che amava la politica onesta e un arcorese doc, nato e cresciuto in via Battisti 76 anni fa.
Una bottiglia di vino sempre sul tavolo della cucina
Molti lo ricordano con una bottiglia di vino rosso sempre sul tavolo della sua cucina, pronta da stappare quando riceveva a casa le visite dei suoi amici e, soprattutto, un pensiero unico dedicato agli ultimi, ai poveri e bisognosi e quel doppio filo che l'ha sempre legato al Volontariato: non solo per il suo impegno in Ospedale, ma anche per l'avere avuto come compagna Antonia Zappa, presidente della «Piramide Servizi».
Padre del "Sociale"
Oltre a tante parole, per lui parla una lunga lista di opere messe in campo per la città durante i suoi anni da amministratore.
Mandelli ha avuto l'intuito di costruire tutto il settore del Sociale, fino ad allora sconosciuto: ha avviato l'assistenza a domicilio per anziani, progetti per handicappati, ha assunto 40 insegnanti per il tempo pieno nelle scuole e decine e decine di dipendenti comunali.
"In questi giorni tante persone si sono avvicinate a me raccontandomi aneddoti su mio marito, del quale ne vado molto orgogliosa - aveva sottolineato la moglie Antonia durante i giorni tribolati del lutto - La gente ha capito chi era e quanto bene ha fatto per la città. Sapeva cogliere in tutte le persone, anche in coloro che non la pensavano come lui, il lato positivo e trattava tutti i cittadini allo stesso modo. Ringrazio tutti coloro che sono stati vicini a me e ai miei cari".
Il ricordo del sindaco Rosalba Colombo
Commosso il ricordo del sindaco Rosalba Colombo .
"Roberto amava la politica bella e non ha mai smesso di interessarsi alla politica, anche in questi ultimi mesi della malattia - aveva ricordato il primo cittadino - Grande amico, simpatico, brillante, ma reale e con lo sguardo acuto sulla città. Tre settimane fa tutta la Giunta ha avuto l'onore di pranzare a casa sua e abbiamo raccontato aneddoti passati. Sei stato il protagonista della storia di Arcore, eri il nostro padre e nonno, un vero gentleman nella malattia. Voleva sapere e conoscere tutto della sua malattia, senza alcun segreto - ha proseguito - Ricordo il nostro ultimo saluto, quando sulla porta di casa mi hai stretto le mani e mi hai detto: "Vai Rosalba che ce la puoi fare".