Villasanta piange Luigi Rossi superstite dei campi nazisti

Si è spento il 92enne villasantese Luigi Rossi ex militare antifascista

Villasanta piange Luigi Rossi superstite dei campi nazisti
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Mercoledì nero per Villasanta. Il paese infatti dopo la scomparsa di Enrico Saini LEGGI QUI vera anima della banda cittadina, deve fare i conti con un'altra grossa perdita per tutta la comunità civile.

Stiamo parlando del 92enne Luigi Rossi, superstite dei campi nazisti, che ha vissuto sulla propria pelle l'orrore dell'olocausto.

La sua storia

Luigi era nato il 4 dicembre del 1925 in una famiglia numerosa: 6 figli maschi e 4 femmine. Il padre era titolare di un candeggio e Luigi frequentò le elementari in collegio e poi ragioneria a Monza. Come molti giovani in quegli anni, non ancora diciottenne, fu chiamato alle armi. Fece prima un periodo a Milano e poi fu trasferito a Cremona nel gruppo Genio/telefonia. Era il 1944 quando tutti i 200 membri del suo battaglione furono deportati al campo di lavoro di Duisburg, una punizione per due attentati avvenuti contro gli ufficiali. "Ci hanno caricato sui carri bestiame, 40 per vagone, e viaggiavamo di notte - aveva raccontato Rossi qualche anno fa ai ragazzi delle scuole elementari in occasione di una mostra sull'olocausto organizzata in Villa Camperio - Io ero diventato un numero, il 5205, ma non ho mai smesso di sognare, e la mia speranza era di avere un futuro"

Un racconto carico di commozione

Il racconto è carico di commozione, e il suo pensiero era subito volato a quel giorno in cui la fuga ha rappresentato la salvezza. Scappato durante una marcia, Rossi si era rifugiato in una fattoria fino alla liberazione. "Ho sempre pensato che noi, sebbene chiusi dal filo spinato, fossimo persone libere - aveva continuato Rossi - Gli schiavi erano i nazisti, perchè sottomessi da una folle ideolgia". E quando ha potuto di nuovo assaporare la speranza, il primo gesto era  stato quello di donare cioccolato ai bambini tedeschi, un segno di pace per iniziare una nuova vita.

A questo link potete leggere l’ultima intervista sulla esperienza nei campi di concentramento come IMI (Internato Militare Italiano) e il testo della Menzione per la Tessera Ad Honorem dell’ANPI.

 

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