La mozione

Fratelli d'Italia, una via per Sergio Ramelli. Anpi: Così si riporta la storia ai tempi bui

Il testo in Aula a Carate Brianza chiede di dedicare una strada, una piazza o un luogo della città allo studente ucciso nel 1975.

Fratelli d'Italia, una via per Sergio Ramelli. Anpi: Così si riporta la storia ai tempi bui
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Una mozione a Carate Brianza per intitolare una via, una piazza o un altro luogo pubblico della città a Sergio Ramelli, il militante del Fronte della Gioventù ucciso a 18 anni a Milano nel 1975.

Il giovane studente venne aggredito il 13 marzo da alcuni appartenenti di Avanguardia Operaia armati di spranghe e chiavi inglesi mentre stava rientrando verso casa e morì dopo oltre un mese e mezzo a causa dei traumi riportati.

La mozione di FdI a Carate Brianza

Il testo della mozione sarà presentato in Aula nella seduta del Consiglio comunale convocata per giovedì sera da Fratelli d’Italia.

La proposta si inserisce nel quadro delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della morte di Ramelli e chiede anche al sindaco e alla Giunta «di promuovere un evento pubblico per l’inaugurazione del luogo coinvolgendo scuole, associazioni e cittadini», oltre che «di collaborare con le istituzioni», ad ogni livello, «per garantire che la memoria di Sergio Ramelli e di tutte le vittime delle violenze degli “anni di piombo” sia preservata e valorizzata nel tempo».

L’auspicio di Fratelli d’Italia è che la mozione possa trovare in Aula una maggioranza favorevole e trasversale.

«Sergio Ramelli è certamente stato una vittima innocente della violenza cieca e ingiustificata legata al clima di odio politico che segnò profondamente il nostro Paese negli anni ‘70 - si legge nel testo della mozione  - La sua tragica vicenda non rappresenta solo la memoria di una vita spezzata, ma è un simbolo universale della necessità di contrastare qualsiasi forma di intolleranza e sopraffazione. Le violenze di quegli anni coinvolsero giovani di ogni schieramento politico, culminando spesso in gravi atti di violenza che li hanno strappati alla vita troppo presto, impedendo loro di costruire il futuro che avrebbero meritato. Coltivare il ricordo di figure come Sergio Ramelli - conclude il testo - non significa solo onorare la loro memoria, ma anche e soprattutto promuovere una cultura di pace, tolleranza e riconciliazione, affinché episodi simili non accadano mai più».

Anpi: "Quel testo rischierebbe di rinfocolare sentimenti di rancore politico"

Sulla mozione è intervenuta Anpi Carate Brianza. L'associazione cittadina dei Partigiani d'Italia ha invitato il sindaco a rivedere il testo e a soprassedere alla richiesta.

«Sergio Ramelli era uno studente di 18 anni, militante del Fronte della Gioventù, quando venne assassinato nel 1975 da alcuni militanti di Avanguardia Operaia, poi condannati per omicidio preterintenzionale. Erano gli anni della strategia della tensione, delle stragi volte a sovvertire l’Italia democratica, della violenza politica che culminò con numerosi omicidi compiuti da fazioni politiche opposte. Ricordiamo i barbari assassinii di Claudio Varalli e Giannino Zibecchi, militanti di sinistra e Alberto Brasili, studente accoltellato da un gruppo di neofascisti in piazza San Babila a Milano. Morti tragiche, tutte, nessuna esclusa, che condanniamo senza indugio. Riteniamo che la mozione di Fratelli d'Italia riporti l'orologio della storia a quei tempi bui. Il citato obiettivo di pacificazione non verrebbe conseguito se la mozione venisse approvata in Consiglio comunale, anzi rischierebbe di rinfocolare sentimenti di rancore politico e riaccendere scontri che credevamo superati dalla storia e dalla predominanza del vivere democratico nel nostro paese.
Facciamo appello al Sindaco e alle forze di maggioranza democratiche di riconsiderare la questione e di soprassedere dal presentare la mozione così formulata. Crediamo che per un reale messaggio di pace, di memoria e di condanna della violenza degli anni di piombo sarebbe sicuramente più indicata l'intitolazione di un luogo pubblico a tutte le vittime di quegli anni, senza distinzioni di parte. Siamo convinti che questo sarebbe il corretto messaggio da lasciare alle nuove generazioni, evitando di riprodurre ancora oggi, nella nostra città di Carate Brianza, il clima conflittuale degli anni 70».

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