Il campione ricorda il suo "don"

Il caratese Filippo Tortu era molto legato a don Cesare Minotti, scomparso lo scorso venerdì

Il campione ricorda il suo "don"
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Con le lacrime agli occhi e il dolore che si prova quando si perde una persona speciale. Così il caratese Filippo Tortu, il 21enne velocista campione e primatista italiano dei 100 metri piani, ricorda il suo «don», don Cesare Minotti, il parroco emerito della frazione di Costa Lambro scomparso lo scorso venerdì.

"Ha sempre messo la  nostra felicità davanti a tutto"

«Non è semplice ricordare quanto don Cesare sia stato importante per la mia infanzia e, credo, per quella di tutti i ragazzi di Costa Lambro - dice il recordman dell’atletica italiana e talento dell’atletica mondiale - Lui ha sempre messo la nostra felicità davanti a tutto. Ci accoglieva sempre con il sorriso e con una gioia nel vederci tutti insieme, lì con lui, unica».
«Il ricordo più bello? In assoluto - confessa Filippo nell’intervista al Giornale di Carate - è sicuramente quando il don ha organizzato quella bellissima festa a sorpresa per celebrare la mia prima importante medaglia, un gesto che non dimenticherò mai e che mi porto nel cuore».
In quella occasione, era il 2016, don Cesare invitò tutti in oratorio per celebrare il titolo di vicecampione del mondo under 20 sui 100 metri piani e la medaglia d’argento conquistati a luglio da Tortu ai mondiali di Bydgoszcz in Polonia. Filippo allora ricambio regalando al don la maglia azzurra che aveva indossato nella trionfale volata (10.24) verso il traguardo superato soltanto dallo statunitense Noah Lyles (10.17)
«Ci vedevamo sempre prima delle feste di Natale - ricorda ancora commosso Filippo Tortu - e spesso andavo a trovarlo tra una trasferta e l’altra. Mi mancheranno moltissimo le nostre chiacchierate. Ho sempre sentito e sento un grande legame che ci unisce, nonostante la distanza data di età. Come tutte le persone speciali lascerà un grande vuoto in me, ma sono davvero felice di avere avuto un amico come lui...».

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