Un'oca e un cane diventano inseparabili - VIDEO

La storia di un'amicizia speciale nata al Rifugio di Enpa che ha molto da insegnare anche agli umani

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Lui è Mario ed è un’oca. Lei è Gwen ed è un maremmano. La loro è la storia di un’amicizia bellissima e incredibile. Ma soprattutto è la dimostrazione che gli animali, molto spesso, hanno tanto da insegnarci in fatto di amore.

Due destini

Mario è sopravvissuto per due anni in un campo sgomberato ed è stato trovato dai volontari di Enpa  sporco e denutrito. E’ arrivato al canile  ed è rinato. Oggi ha il bel piumaggio bianco e l’incedere aggraziato che merita. Lei invece, una stupenda maremmana, è una «orfanella» dell’Abruzzo. Avrebbe dovuto trovare una famiglia pronta ad accoglierla al Nord, ma è stata rifiutata all’ultimo momento. Sono arrivati entrambi al Rifugio Canile San Damiano di Monza e in poco tempo sono diventati l’uno la famiglia dell’altro. Tanto che oggi sono inseparabili. Gwen non può muovere una zampa senza che spunti subito dietro di lei il becco del suo fedele innamorato. Dormono assieme e non è raro vedere alcuni scambi di tenerezze tra i due. Ma come è stato possibile?

La loro storia

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Mario è riuscito, non si sa come, a sopravvivere per due anni dopo lo sgombero di una baraccopoli sorta nella zona di san Damiano, durante il quale Enpa aveva salvato quattro pecore, otto galli, venti galline, sette anatre, due oche, due cani di grande taglia e due canarini in gabbia. Lui però era scappato alla cattura ed era stato ritrovato solo a marzo del 2018. A quel punto sarebbe stata ideale la sua collocazione con le altre oche della numerosa fattoria didattica tra cui alcune sue ex compagne di sventura. Ma gli altri della sua razza lo avevano rifiutato. «E così lui al posto di stare con le oche, ha scelto di maremmani», racconta il presidente di Enpa Giorgio Riva.
«Ha iniziato sempre di più a comportarsi come se fosse un cane, anzi come se fosse un maremmano», rivela. «E il bello è che il gruppo di cani lo ha subito accettato come fosse uno di loro». E così fa anche lui la guardia assieme ai tre amici. Lo si vede «trotterellare» con gli altri tre esemplari verso la recinzione e mentre gli altri abbaiano lui «fa altrettanto» starnazzando. Oggi Mario, l’oca che si crede un cane e Gwen sono anche i due testimonial del «CalENPArio 2020», il cui acquisto sostiene il Parco canile di Monza.

Una famiglia

Per un certo periodo ha anche giocato con i maremmani, rotolandosi con loro e «mordicchiando» come è solita fare la razza per divertirsi. «Lo abbiamo trovato con alcuni segni sul collo, era ovvio che non gli avessero fatto male di proposito ma Mario ha capito da solo che al gioco mattutino era meglio non partecipare».
Per la notte invece, il suo posto è sempre vicino alla sua «Gwen». I due dormono vicini vicini come due innamorati. Solo che Mario, da bravo «gentiluomo» spesso resta sveglio per vegliare il sonno della sua Gwen. Lei che era stata scartata dalla famiglia che doveva accoglierla al Nord. «La vidi che era un batuffolo di appena tre mesi e la feci restare nella nostra grande famiglia - ricorda Riva - Oggi i tre cani vivono come il loro dna richiede: occupandosi degli animali della fattoria, con cui convivono pacificamente e in perfetta armonia». E come in tutte le famiglie che si rispettino l’amore vince tutto. Anche le differenze di «razza».

Diana Cariani
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