Ambiente e territorio

A Busnago nasce un nuovo polmone verde grazie al Parco Adda Nord

L'accordo tra i due enti permetterà la realizzazione di un bosco di un ettaro accanto alla Cascina Corte Anna

A Busnago nasce un nuovo polmone verde grazie al Parco Adda Nord
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A Busnago nascerà un ettaro di nuovo bosco su un’area di proprietà comunale. E a questo proposito è stato firmato nelle scorse settimane un protocollo d’intesa tra il Comune e il Parco Adda Nord.

A Busnago nasce un nuovo polmone verde grazie al Parco Adda Nord

Il polmone verde sorgerà su un’area completamente agricola di 10.180 metri quadri oggi coltivata a prato stabile, adiacente a cascina Corte Anna, nell’omonima via e sita all'interno del Parco Adda Nord. Con questo intervento, curato dal consorzio ed effettuato dall'istituto Ersaf, si punta alla creazione di un nuovo habitat boschivo a rafforzamento della rete ecologica che dal fiume Adda si dirama verso ovest attraverso ampie aree coltivate intervallate da quelle urbanizzate. L’obiettivo è duplice: incrementare la biodiversità del sistema agricolo e le risorse disponibili per la fauna e, nel contempo, favorire la conservazione delle specie faunistiche legate agli spazi aperti.

L'accordo tra Comune e Parco

Il protocollo d'intesa riguarderà il finanziamento, la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione post-impianto della durata di cinque anni di questo progetto di rimboschimento il cui costo di 32.700 euro è interamente finanziato dal Parco Adda Nord nell’ambito del più ampio progetto Natura Vagante. I lavori saranno effettuati in Amministrazione Diretta da ERSAF (Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste) con cui il Parco Adda Nord ha stipulato una convenzione nel 2018 per la realizzazione di interventi finalizzati alla valorizzazione del sistema agroforestale e delle aree naturali. I lavori del nuovo bosco sono iniziati questa settimana e si concluderanno entro Natale.

Le caratteristiche dell'intervento

Il progetto prevede la realizzazione di un bosco planiziale padano, attraverso la messa a dimora di specie locali, meglio adatte ai fattori ambientali. Si tratta in tutto di 1.450 esemplari di piante dell’età di circa due anni messe a dimora provviste di tutori in pvc fotodegradabile a difesa dell’aggressione da parte della fauna selvatica. Principalmente si tratta di alberi di quercia, ciliegio, olmo, carpino bianco, acero, melo selvatico e pioppo nero. E a partire dalla stagione vegetativa è prevista un’opera di manutenzione per garantire la giusta crescita del bosco, della durata di cinque anni.

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