"A Carate non giochiamo più"
Il presidente della «Folgore Caratese» sbotta sulla situazione dello stadio XXV Aprile.
La Folgore Caratese ha deciso di giocare fino alla fine della stagione sul campo in sintetico del vicino impianto di Verano Brianza, struttura attrezzatissima ma che, non essendo omologata, non permette alla Lega Nazionale Dilettanti di autorizzare la presenza del pubblico, che per questo motivo non potrà più assistere alle gare per tutto il girone di ritorno.
«A Carate non giochiamo più»
«A Carate Brianza torneremo a giocare quando il Comune capirà che non siamo una onlus, ma una società di calcio», le parole polemiche del presidente Michele Criscitiello affidate ad un post sulla pagina Instagram prima del match casalingo di mercoledì con il Legnano.
Un’uscita a gamba tesa, nello stile schietto e senza peli sulla lingua, a cui il 37enne patron della Folgore Caratese, al timone della società sportiva dal maggio 2016, non ha voluto aggiungere altro: «Parlerò, semmai, dopo che lo avrà fatto il sindaco», ha tagliato corto interpellato dal giornale. A conferma - se ancora ve ne fosse bisogno - di un clima piuttosto teso negli ultimi tempi tra società e Amministrazione comunale legate da anni da una convenzione per l’utilizzo e la manutenzione dei campi scaduta nel giugno 2020 e prorogata per l’emergenza Covid-19 anche per l’inizio della stagione in corso.
Una scelta - quella di giocare fino a fine campionato al «Claudio Casati» di Verano e a porte chiuse - che ha spiazzato la tifoseria di casa, ma che non è affatto una novità per il presidente della Folgore Caratese che già in passato - nella stagione 2018 2019 - a causa delle pessime condizioni del manto erboso che rendevano difficoltoso esprimere una buona qualità di calcio, aveva deciso di fare le valigie e far disputare le partite della prima squadra a Verano, non senza polemiche dei supporters.
Patron Criscitiello, in un’intervista rilasciata al nostro settimanale nel febbraio di due anni fa, era stato chiaro: «Abbiamo speso migliaia di euro per interventi alle tribune, al campo, agli spogliatoi. Ora basta... Siamo imprenditori: il futuro per noi è a Verano».
Poi era arrivata la tregua, dopo il confronto con il sindaco Luca Veggian da poco insediato al timone del Palazzo e il ritorno allo stadio del XXV Aprile con l’ipotesi anche di un rilancio del centro sportivo comunale tramite una soluzione in project financing che l’Amministrazione di centrodestra era pronta a vagliare.
Una tregua, evidentemente, durata poco: fino al post polemico del presidente Criscitiello della scorsa settimana che ha scoperchiato la pentola puntando il dito contro il Comune: «Non siamo una onlus, ma una società di calcio».
Come a ribadire che la gestione di una società, che milita in un campionato come la serie D, con costi importanti da sostenere durante la stagione non può non tenere conto che gli investimenti messi sul campo non devono portare a perdite.
Il sindaco «sorpreso» ha convocato la dirigenza della società
«Sorpreso sì, ma non non capisco dove voglia arrivare...». Dopo il post comparso mercoledì sulla pagina Instagram del presidente della Folgore Caratese («Torneremo a giocare a Carate quando il Comune capirà che non siamo una onlus»), il sindaco Luca Veggian (Forza Italia) ha convocato a Palazzo la dirigenza della società (a capo della delegazione c’era il direttore generale Giorgio Borgonovo, ndr) per un confronto «fuori dai denti» alla presenza anche del funzionario responsabile del settore Sport che ha messo sul tavolo gli accordi sottoscritti nella convenzione per l’utilizzo del campo dello stadio comunale XXV Aprile.
«L’Amministrazione comunale ha sempre dimostrato un canale aperto e di collaborazione con la Folgore Caratese - ha spiegato al giornale il primo cittadino - Se il presidente volesse spiegarmi a cosa allude addossando responsabilità al Comune siamo qui, come sempre, ad ascoltare. Debbo però rimarcare che la stessa disponibilità non arriva da parte della società: le infinite richieste rivolte in questi ultimi due anni alla Folgore sono sempre finite in un “vicolo cieco”. Da quasi tre anni, peraltro, l’Amministrazione comunale è in balia di promesse legate all’ammodernamento dell’impianto che sono però rimaste lettera morta. Ho ricevuto messaggi di tifosi che si dicono scontenti di questa gestione ma non compete al Comune entrare nel merito; se però il presidente Criscitiello ora pensa di addossare responsabilità all’Amministrazione comunale si sbaglia di grosso. La prossima volta, prima di farlo, chieda conto alla dirigenza della società, che senza il nostro nullaosta a fine estate non avrebbe potuto nemmeno iscrivere la squadra al campionato...».