A Desio dopo 43 anni è andato in pensione il dottor Alberto Rossi
I suoi quasi duemila pazienti hanno potuto scegliere tra due medici provvisori che lo sostituiranno.
A Desio dopo 43 anni è andato in pensione il dottor Alberto Rossi. Una vita passata come medico di famiglia basandosi sul dialogo e il rapporto diretto.
Il dottor Alberto Rossi è andato in pensione
Il dottor Alberto Rossi, desiano, dopo oltre 40 anni di servizio è andato in pensione il 16 febbraio, con il compimento dei suoi 70 anni. È arrivato nell’ultimo anno e mezzo ad avere quasi duemila pazienti.
"La situazione dei medici di base si sta portando dietro la mancanza di una programmazione nel ricambio della medicina di famiglia", ha commentato.
I suoi pazienti dal 1 marzo hanno avuto la possibilità di scegliere tra due medici provvisori. E attualmente Desio conta all’incirca 20 medici di base.
Bello il rapporto con i suoi pazienti
Figlio d’arte, anche il padre, il dottor Giulio Rossi è stato medico di famiglia a Desio dal 1947 fino al 1987, mentre lui per 43 anni, iniziando nel 1981.
"Mi ritengo fortunato, perché arrivo da una generazione di medici di famiglia che ha vissuto il rapporto con i pazienti, dove il contatto diretto è sempre stato presente. Ora tutto rispecchia il mondo dove viviamo; ci si appoggia alla tecnologia anche nella gestione del rapporto interpersonale". Ha raccontato che lavorare sempre a contatto col paziente, "è gratificante e allo stesso tempo impegnativo. Io ho sempre voluto usare la modalità di visita in presenza, perché si crea una bella collaborazione tra medico e paziente".
Quando ha lasciato in tanti lo hanno salutato con le lacrime agli occhi
Quando è andato in pensione tante famiglie sono andate a salutarlo con le lacrime agli occhi.
"Soprattutto chi aveva famiglie numerose, con tanti problemi di salute, il medico di famiglia diventa parte della famiglia e un punto di riferimento. Basta talvolta anche solo una parola di conforto o una telefonata e molte cose si risolvono".
Il suo impegno continuerà in Avis Desio, dove è direttore sanitario:
"Sono 35 anni che lo faccio come attività di volontariato. Tutti i martedì sera sono sempre in sede, se uno ci crede lo si fa e il tempo, che manca a tutti, si trova". Si è soffermato anche sulla svolta che la pandemia ha provocato nel mondo sanitario: "Questo periodo ha cambiato nettamente tutto il modo e la qualità del lavoro sanitario verso i pazienti". La difficoltà che vede è la crescente burocrazia da gestire: "Se si vuole dedicare lo stesso tempo ai propri pazienti si allunga la giornata lavorativa. Io ho sempre fatto tutto quello che c’era da fare, mi sono adeguato ai programmi, ma diventa sempre più difficile".