A don Giancarlo Rocca il compito di riordinare gli archivi del Vaticano

«Sono appassionato di storia e questo lavoro mi piace molto» racconta don Giancarlo Rocca durante la settimana di permanenza in paese prima di fare rientro a Roma.

A don Giancarlo Rocca il compito di riordinare gli archivi del Vaticano
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A don Giancarlo Rocca il compito di riordinare gli archivi del Vaticano. Importante incarico per il sacerdote, originario di Sovico, ex professore universitario

Don Giancarlo Rocca riordinerà gli archivi del Vaticano

Ha sempre Sovico nel cuore anche se dal 1960 vive a Roma. Nato nel 1938, don Giancarlo Rocca è stato ordinato sacerdote nel 1963. Ex professore universitario, ora è responsabile del settore «Ordini religiosi» in Vaticano.
"Quando Napoleone arrivò in Italia si portò via un mare di cose - spiega don Giancarlo - Dopo la sua caduta, i quadri sono rimasti a Parigi, e il Vaticano ha detto “almeno restituiscici le carte”. Morto Napoleone è cominciato il rientro delle carte in Italia attorno al 1815-1820. Chilometri e chilometri di carte che sono rimaste ferme per anni. Abbiamo riavuto quasi tutto, certo qualcosa si è perso durante i viaggi. Si trasportava tutto su carri trainati da buoi: qualcosa è finito nel fiume, distrutto dalla pioggia oppure si è talmente ammuffita la carta che in alcuni casi non si legge più niente. Ho trovato delle carte quasi completamente illeggibili: le ho tirate fuori e le ho mandate al restauro".
Lentamente il Vaticano ha messo in ordine tante cose di quello che era stato riportato dopo la caduta di Napoleone.

L'incarico

Tra le varie cose c’è un settore chiamato «Ordini religiosi»: "Siccome io mi interesso di storia mi hanno chiesto se potevo dare una mano a rimettere in ordine queste carte. Quando sono rientrate da Parigi è stato messo tutto alla rinfusa. C’è un blocco discreto di materiale riguardante gli ordini religiosi con una lista di fondo: benedettini, domenicani, francescani, camaldolesi, barnabiti, ma non è detto che il materiale sia sempre relativo allo stesso ordine".

E' stato anche professore universitario

Prima di ricevere questo importante incarico don Giancarlo insegnava Storia delle Istituzioni e degli Ordini religiosi alla Pontificia Università Gregoriana. Nel 2017 ha organizzato una mostra al Vittoriano dedicata alla Guerra e nel 2000 a Castel Sant’Angelo sulla storia degli abiti religiosi, durata tre mesi.
"La prima cosa da fare è vedere cosa c’è dentro - spiega don Giancarlo - Mettendo in ordine il materiale e poi pubblicandolo in un volume, diffuso anche in internet, gli studiosi di tutto il mondo sanno cosa c’è dentro. Il mio primo compito è cercare di vedere nelle singole cartelle che tutto sia in ordine. Non si deve però spostare del materiale senza avvertire, bisogna sempre fare dei rimandi. E naturalmente ci sono degli ordini che molti non conoscono come i gesuati, i celestini, i dottrinari. Ho trovato delle cose veramente interessanti".

L'aneddoto

Tra queste l’aneddoto relativo al monastero camaldolese di Wigry in Polonia: "Erano proprietari di tanti terreni, soprattutto boschi, foreste, dove c’era molta selvaggina. Alla fine del Settecento il re della Polonia voleva che i suoi duchi potessero cacciare nel bosco. E naturalmente gli eremiti hanno rivendicato ciò che era loro. Così il re della Polonia si è rivolto al Papa chiedendogli di cedere i possedimenti. Ho trovato una lettera del superiore generale degli eremiti camaldolesi scritta al Papa dove dice: “Noi siamo figli obbedienti del Papa, cediamo i nostri terreni al re della Polonia”. Il monastero poi ha subito varie vicende: è passato al re, è diventato vescovado, poi è tornato ai monaci e adesso è in mano allo Stato ed è diventato un centro di congressi".

E le scoperte

Durante il lavoro di archiviazione non manca anche qualche scoperta: "Ci sono carte dal Quattrocento al Settecento - spiega Rocca - La cosa che mi ha impressionato di più è stato quando ho esaminato le carte dei carmelitani: io pensavo facessero vita comune. In realtà la cosiddetta congregazione mantovana aveva una cinquantina di conventi di cui solo due facevano una vera vita comune: il noviziato e la casa di formazione. Poi ci sono delle carte del Seicento: il Papa permetteva che si sopprimessero alcuni conventi. Ho trovato alcuni casi in cui i beni venivano dati alla Repubblica di Venezia per la guerra contro i turchi. Tra le cose più belle che ho visto è un elenco dei frati minori di fine del Quattrocento con tutti i conventi sparsi per l’Europa, scritto a mano e a colori, che è una meraviglia. I numeri, all’epoca, li scrivevano alla loro maniera".

"Un lavoro interessante"

"Bisogna dedicare tanto tempo a questo lavoro, leggere le carte una a una e mettere in ordine. Io sono l’unico ad occuparmi del settore Ordini religiosi: ci sono degli ordini, come i Servi di Maria, che hanno poche carte, poi, ad esempio, ci sono molte fonti economiche: sono rimasto stupito quando ho visto i Canonici regolari lateranensi dello Stato Pontificio, che a fine Settecento si sono trovati in grossissime difficoltà economiche. Dalle carte risulta che per risollevarsi hanno affittato tutti i beni che avevano, su consiglio dei cardinali, e sono riusciti a risanare tutto. Si trovano anche litigi, ad esempio un ordine che aveva preso possesso di una casa che non era sua. E’ veramente interessante".
"Gli studiosi che si interessano a questi ordini sanno che è tutto catalogato e ordinato: è un lavoro che mi piace e che faccio volentieri".

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