A Limbiate la piazza chiede verità per Luca Attanasio
Ieri sera, lunedì, la manifestazione alla vigilia del processo: "Non ci fermeremo"
A Limbiate la piazza chiede verità per Luca Attanasio. Ieri sera, lunedì, la manifestazione alla vigilia del processo: "Non ci fermeremo"
Verità per Luca Attanasio
Numerosi limbiatesi e non solo hanno partecipato ieri sera, lunedì 15 ottobre, al presidio in piazza V Giornate a Limbiate per invocare verità e giustizia per l'ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l'autista Mustapha Milambo. La manifestazione è stata organizzata da Rete Limbiate in vista dell'udienza fissata per domani, mercoledì, in Tribunale a Roma, per l'omicidio del diplomatico limbiatese e del suo seguito in un agguato in Congo il 22 febbraio 2021.
Il processo in corso
Il giudice delle udienze preliminari dovrà pronunciarsi sull'immunità dei due funzionari del Programma alimentare mondiale, accusati di omissioni nella sicurezza della missione. Se sarà riconosciuta il processo non potrà andare avanti, ma i genitori di Luca, presenti al presidio, hanno già annunciato che andranno avanti fino a quando otterranno la verità: "Non ci fermeremo, la giustizia è lenta ma arriva" ha detto il papà Salvatore Attanasio.
Ricordi di amici, conoscenti e colleghi
Durante la serata sono stati letti vari ricordi di Luca da parte di amici, colleghi, religiosi, persone che aveva aiutato durante la sua attività diplomatica, italiani e stranieri, che in quel giovane ambasciatore avevano trovato un punto di riferimento, una persona che sapeva prendersi a cuore i problemi di tutti, con empatia e grande capacità di ascolto, un uomo di pace. Particolarmente toccante la lettera della moglie Zakia, che ha ricordato la mattina in cui è avvenuto il tragico agguato. In piazza gli striscioni Verità per Luca Attanasio e quelli di associazioni che sostengono la causa, come Anpi Limiate, ResQ e Tavolo della pace e accoglienza Senago.
Lo Stato non si è costituito parte civile
In piazza c'erano cittadini, associazioni, la famiglia Attanasio, vari amici di Luca e l'assessore alla Cultura Carlo Schieppati, in rappresentanza dell'Amministrazione comunale che nel procedimento in corso a Roma si è costituto parte civile. Non lo ha fatto invece lo Stato italiano. "Abbiamo provato più volte a chiedere il motivo di questa decisione ma ad oggi nessuno ci ha dato una spiegazione" ha ricordato il papà di Luca, Salvatore Attanasio.