Limbiate

«A Mombello è andato via pure il medico di base: qui ci sono tanti anziani, ci sentiamo abbandonati»

I residenti sono preoccupati: «Adesso non vorremmo perdere anche la farmacia. Il dottore ci basterebbe due volte alla settimana»

«A Mombello è andato via pure il medico di base: qui ci sono tanti anziani, ci sentiamo abbandonati»
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Dopo la chiusura del centro anziani, i pochi negozi aperti, il quartiere Mombello di Limbiate è rimasto senza medico di famiglia e sale la protesta dei pensionati.

«A Mombello è andato via pure il medico di base: qui ci sono tanti anziani, ci sentiamo abbandonati»

«Questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, siamo molto delusi e ci sentiamo abbandonati. Il nostro quartiere fino a 10-12 anni fa aveva tutto, adesso non c’è quasi più niente. Che desolazione!» ha lamentato un gruppo di signore che si ritrova ogni mattina al bar, unico punto di ritrovo del quartiere dopo che dieci anni fa ha chiuso l’associazione pensionati. Tra le più attive nella protesta spiccano Laura Sottili, Margherita Cittadini, Miranda Tini e Italia La Gatta.

Dal 29 dicembre il medico che aveva l’ambulatorio nel quartiere, il dottor Giovanni Casella, si è trasferito nei nuovi studi medici di via Trieste, al Villaggio Giovi. La maggior parte dei suoi assistiti però abita a Mombello e quelli più anziani hanno grossi problemi a raggiungere il nuovo polo sanitario, che si trova a circa quattro chilometri di distanza.

«Con tutte le persone anziane che abitano nel nostro quartiere, me compresa che ho 77 anni, questo è un grosso disagio - ha lamentato Sottili - Non tutti sono capaci ad usare WhatsApp o la email per chiedere le ricette, quindi bisogna andare dal medico di persona ma c’è chi non ha la patente e non sempre ci sono famigliari disponibili per accompagnarli in auto. Se si prende l’autobus di arriva in centro a Limbiate e poi bisogna fare due chilometri a piedi».

I motivi del trasferimento

Il dottor Casella ha spiegato il motivo del suo trasferimento:

«La Asst ha dato indicazione ai medici di famiglia di aggregarsi in studi associati al fine di offrire maggiore copertura ai pazienti sulle 12 ore diurne e il sabato mattina, cosa che prima, quando avevo lo studio da solo a Mombello, non facevo. La tendenza è dunque unire in un unico polo più medici in modo da essere maggiormente coordinati, intercambiabili e presenti».

Il timore è che ora potrebbero sparire altri servizi

A Mombello abitano circa quattromila persone e molte sono anziane. Il timore è che ora potrebbero sparire altri servizi. «Siamo molto preoccupati per la farmacia, non vorremmo perderla dato che non c’è un medico nel nostro quartiere - ha continuato Sottili - mi sento una cittadina di serie D, come dimenticata».

L’auspicio di questi residenti è che il loro disagio venga ascoltato e che le istituzioni locali o la sanità pubblica si mettano dalla loro parte per trovare una soluzione. «Un’idea potrebbe essere avere un medico a Mombello almeno due volte alla settimana - hanno proposto le pensionate del quartiere - non possiamo perdere un servizio essenziale come questo».

"Noi vogliamo solo essere considerati"

A poche centinaia di metri dal centro di Mombello, nel presidio Corberi di via Monte Grappa c’è la Casa di comunità.

«Oltre alla presenza di un punto prelievi, di qualche ambulatorio specialistico e dei dottori per chi non ha medico fisso non abbiamo informazioni a riguardo. Non sarebbe possibile avere qualche volantino specifico per capire quali tipi di servizi offre? - chiedono le signore del quartiere - noi vogliamo solo essere considerati, se ci tolgono tutto non possiamo stare zitti. Proprio perché è un quartiere dove ci sono tanti anziani ci vorrebbe una cura in più» hanno rimarcato Cittadini, La Gatta e Tini.

Al momento non è ancora arrivata la replica da parte di Asst Brianza.

La risposta di Romeo

Il sindaco Antonio Romeo vede molto difficile un ritorno del medico di famiglia a Mombello. «Mettiamoci in testa che è cambiato il mondo e il dottore sotto casa non esisterà più - ha premesso - ora si va verso l’accorpamento anche perché come stiamo vedendo di medici di Medicina generale non se ne trovano».
Quanto alla Casa di comunità, il primo cittadino trova sia un buon servizio per la cittadinanza. «Tutti i pazienti hanno ricevuto comunicazioni su dove rivolgersi, se non è chiaro quali servizi vengono offerti è sufficiente telefonare e chiedere informazioni o andare a vedere come funziona» ha ricordato.

«Non c’è più l’associazione pensionati, i negozi sono pochi»

Mombello si sente un quartiere dimenticato. Anche se più di un anno fa ha aperto la Casa di comunità e sono in corso i lavori di riqualificazione dell’area ex Cral, che diventerà un centro sportivo, gli anziani lamentano la carenza di servizi. Da qualche anno l’unico punto di aggregazione per loro è il bar di via Monte Bianco.
«Non c’è più il centro anziani, i negozi sono pochi, la viabilità interna è difficile e l’autobus per Saronno, quello che prendono gli studenti, è comodo all’andata, ma la fermata per il ritorno è scomodissima perché lontana dalle abitazioni. E adesso non c’è più neanche il tram - ha elencato Laura Sottili - a Natale non si è visto neanche un Babbo Natale, una slitta, un trenino o una banda natalizia».
Alcune pensionate suggeriscono un minibus o una navetta organizzata dal centro commerciale per poter fare la spesa. Insiste sul centro anziani Margherita Cittadini: «Il sindaco diceva che una volta eletto lo avrebbe riaperto. Ma Mombello fa parte di Limbiate? Perché sta proprio diventando un cimitero».

Antonio Romeo

Il sindaco Antonio Romeo ha messo subito in chiaro: «Il problema non è tanto riaprire il centro anziani ma chi lo gestisce. Dopo il Covid la partecipazione si è molto ridotta, vediamo per esempio l’associazione anziani dei tre quartieri a Brollo che ha dovuto chiudere. Come sanno tutti, io da sindaco ho aperto un centro anziani in ogni quartiere di Limbiate ma non è più la situazione che c’era fino al 2019, quindi tutto si può fare ma bisogna dimostrare che c’è qualcuno pronto a gestire la struttura, non basta lamentarsi».

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