Confronto

A Monza economia e legalità al centro dell'incontro promosso dall'Associazione Alumni Bocconi

Il convegno ha visto la partecipazione di tre magistrati che sotto diversi aspetti si occupano di criminalità economica, che hanno arricchito il dibattito con la loro esperienza personale e professionale

A Monza economia e legalità al centro dell'incontro promosso dall'Associazione Alumni Bocconi
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Giovedì 18 luglio si è tenuto all'Urban Center Binario 7 a Monza un interessante incontro promosso dall’associazione Alumni Bocconi - tutti gli ex studenti che hanno conseguito un titolo di studio presso una delle cinque scuole dell’Università - e curato da Leonardo Milani e Gaetano Palmiotto. Il convegno, dal titolo “Economia e controllo di legalità” ha visto la partecipazione di tre magistrati che sotto diversi aspetti si occupano di criminalità economica, che hanno arricchito il dibattito con la loro esperienza personale e professionale. Si tratta di Renato Bricchetti Presidente della Commissione Bricchetti - Commissione per la revisione dei reati fallimentari, Presidente di sezione della Corte Suprema di Cassazione, già Presidente del Tribunale di Lecco, autore di pubblicazioni in diritto penale dell’economia; Bruna Albertini Procuratore Aggiunto presso il Tribunale di Milano e Claudio Maria Galoppi Consigliere di Corte d’Appello, Seconda Sezione Penale, Tribunale di Milano, già membro del CSM.

A Monza economia e legalità al centro dell'incontro promosso dall'Associazione Alumni Bocconi

L'incontro è iniziato come sempre dai dati: l’80% delle organizzazioni criminali attive in Europa utilizza le imprese nelle loro attività illecite. Il dato, che arriva da un recente rapporto di Europol, mostra chiaramente come ormai non sia più possibile comprendere la criminalità organizzata senza studiarne le sue manifestazioni imprenditoriali. Stringendo il campo alle mafie italiane, le imprese consentono di infiltrarsi negli appalti, di influenzare mercato e pubblica amministrazione, di creare consenso sociale, di riciclare o muovere fondi illeciti.

Spesso un utilizzo delle imprese strumentale consente di occultare l’origine illecita dei fondi o dei beneficiari finali. Un esempio è che, in base all’analisi delle imprese confiscate alle mafie in Italia e di quelle interdette in Lombardia, si vede un’alta incidenza di donne in ruoli apicali: è sintomo, questo, del ricorso degli affiliati a prestanome selezionati “in famiglia” per mantenere uno stretto controllo sulle imprese.

E' la Lombardia la regione con più SOS

Secondo un rapporto della Direzione Investigativa Antimafia (DIA), la regione con più SOS è la Lombardia, con un’incidenza del 18,3% sul totale, seguita dal Lazio e dalla Campania. Il Veneto rimane stabile al quarto posto.
Negli ultimi anni la Lombardia ha registrato un aumento delle infiltrazioni mafiose in vari settori economici, dai rifiuti all'edilizia, passando per la ristorazione, la sanità e i nuovi mercati come le energie rinnovabili e gli e-commerce.

«Questo fenomeno non solo mina la competitività e la trasparenza del nostro mercato, ma rappresenta anche una grave minaccia alla sicurezza e alla legalità del nostro territorio - ha sottolineato nel corso del convegno Leonardo Milani, Alumnus Bocconi, Dottore Commercialista Studio Milani, D’Acquisto e Associati di Lecco. Le organizzazioni criminali utilizzano metodi sempre più sofisticati per infiltrarsi nel tessuto economico, sfruttando la crisi economica post-pandemia e la vulnerabilità di alcune imprese in crisi».

Vi sono anche schemi più sofisticati di esterovestizione o di ricorso a strutture societarie complesse: secondo il progetto europeo DATACROS, l’1,2% delle 55 milioni di imprese europee mostra collegamenti con trust, fiduciarie o altre entità giuridiche “opache”, mentre l’1% con altre entità registrate in Paesi ad alto rischio o in blacklist/greylist a livello anti riciclaggio e fiscale. Infine, l’uso strumentale delle imprese da parte della criminalità organizzata emerge anche dalle analisi di bilancio, che spesso mostrano un’attività produttiva inesistente o come ‘cartiera’, e dalla concentrazione di più imprese agli stessi indirizzi, spesso “hub” di società fittizie, molte delle quali poi fallite.

Lo studio della Bocconi

Uno studio condotto dall'Università Bocconi ha evidenziato come le infiltrazioni mafiose non si limitino solo al controllo di attività economiche illegali, ma si estendano anche alla gestione di imprese legali. Questo fenomeno distorce il mercato, creando un ambiente di concorrenza sleale che penalizza le imprese oneste. Secondo lo studio, il 40% delle imprese lombarde intervistate ha dichiarato di aver subito pressioni o tentativi di estorsione da parte di organizzazioni criminali negli ultimi tre anni.

«Questa conferenza vuole ampliare la comprensione di questi argomenti, sensibilizzando tutti sull'importanza della legalità e del controllo nelle attività economiche - ha aggiunto Milani. Le infiltrazioni mafiose non sono solo un problema delle istituzioni, ma interessano tutta la società civile. Ogni individuo e impresa può e deve fare la propria parte per prevenire e combattere questo fenomeno».

BCC impegnata sul territorio

«BCC Carate Brianza è da sempre impegnata in attività sociali e culturali sul territorio, e il nostro sostegno a questo convegno riflette la volontà di promuovere la consapevolezza e la cooperazione tra tutte le parti coinvolte nella lotta contro la criminalità economica: un’economia sana e prospera è possibile solo nel rigoroso rispetto della legalità - ha aggiunto Ruggero Redaelli, Presidente CdA BCC Carate Brianza: . Crediamo fermamente che solo attraverso la collaborazione tra istituzioni, imprese e società civile si possa costruire un futuro migliore».

Obiettivo della conferenza è stato quello di ampliare la comprensione di questi argomenti e di promuovere la sensibilizzazione del sistema Paese, potenziare la cooperazione tra gli attori coinvolti, sensibilizzare le imprese alla valutazione dei rischi e denuncia delle minacce.

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