A Monza la Comunità pastorale che ha tre laiche in diaconia
Annalisa Giammario, Alessandra Amato e Paola Meregalli sono state nominate dall'Arcivescovo Mario Delpini
Nella Comunità Pastorale Trinità D’Amore di Monza è accaduto un evento unico: tre donne sono state nominate ufficialmente dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini nuovi membri laici della Diaconia.
Tre donne laiche in diaconia
Sono Annalisa Giammario, Alessandra Amato e Paola Meregalli, le parrocchiane che dal 20 novembre sono entrate a far parte dell’organo ecclesiale monzese.
L’incarico, di cui saranno pubblicamente investite davanti alla Comunità nella messa che sarà celebrata a San Paolo il 25 gennaio alle 21, durerà quattro anni. Un lungo periodo in cui contribuiranno ad ascoltare e accogliere richieste, suggerimenti, necessità e bisogni dei fedeli, organizzando e coordinando la vita della Comunità a partire dalle linee guida del Consiglio Pastorale.
"Svolgono una leadership"
Tutto è nato un paio di mesi fa con una proposta di don Giuseppe Massaro, parroco responsabile della Comunità Pastorale. "Rendere possibile la fede nel contesto di oggi è sempre più difficile. I ministri ordinati lo sanno bene. Dal Concilio, tuttavia, nella composizione del volto della Chiesa si sono aggiunte persone che, pur non avendo un ministero ufficialmente ordinato, si sono assunte responsabilità pastorali o generalmente offrono un servizio con autentica passione. Sono i laici. In più, in molti campi sono le donne che svolgono una leadership di fatto. Pertanto, la nomina dell’arcivescovo, che ringrazio, è sembrata la scelta più consequenziale di questa nuova fisionomia presente nella Chiesa", ha affermato don Giuseppe.
La testimonianza delle tre fedeli
È così che guardando al percorso, alle attitudini, alla partecipazione e soprattutto alla grande sensibilità delle tre donne rispetto alle questioni che riguardano la vita della chiesa, è nata la richiesta. Decisamente improvvisa e inaspettata, come hanno raccontato le dirette interessante. "Insieme a mio marito condivido l’impegno della pastorale battesimale e post battesimale e canto nel coro di San Carlo - ha spiegato Alessandra, nella vita responsabile amministrativa di progetti di ricerca finanziati dall’Unione Europea - Quando ti viene proposto di metterti al servizio della Comunità di cui fai parte non puoi che rispondere: “Sì, eccomi!”. I membri della Diaconia sono stati molto affettuosi nell’accoglienza e nel farci sentire fin da subito parte del gruppo".
Un nuovo cammino
Dopo un primo incontro conoscitivo e una lunga meditazione, le tre fedeli hanno deciso di intraprendere questo nuovo cammino. Una presenza, la loro, che farà la differenza, perché portatrice di un punto di vista nuovo, maturato dalle esperienze della loro quotidianità. Un confronto tra modi diversi di guardare le cose, che non potrà che sbocciare in un valore aggiunto per l’intera Comunità Pastorale.
"Una proposta inaspettata"
"La proposta di partecipare alla Diaconia è arrivata di sorpresa. Non so ancora bene cosa comporterà, per questo spero di averne le capacità. Sicuramente trovo che sia un modo bello e importante per aiutare la Chiesa in un momento di passaggio e le persone a scoprire la fede, a trovare un senso profondo alla propria vita", ha affermato Annalisa, di San Giuseppe, insegnate.
"Sarà una sfida"
"Ho apprezzato molto la delicatezza di don Giuseppe nel convocarci insieme ai nostri mariti e figli, comprendendo l’impatto che questa scelta poteva avere sulle nostre famiglie - ha spiegato Paola, ex responsabile della biblioteca di Triante, tra le altre cose segretaria del Consiglio Pastorale da 12 anni - Alla base di questo impegno c’è la volontà di camminare in un clima di fraternità con tutta la Comunità, condividendo gli stessi obiettivi, lo spirito e l’amore per la chiesa. Una delle sfide più grandi sarà quella di avere uno sguardo d’insieme su tutta la Comunità Pastorale, e non solo sulle singole parrocchie da cui ciascuna di noi proviene".