A Monza l’aria è irrespirabile
Il rapporto di Legambiente è impietoso: il capoluogo brianzolo è tra i più inquinati d’Italia
Monza tra le città più inquinate d’Italia, con un poco lusinghiero record nella concentrazione di pm2.5. E’ quanto emerge dal rapporto Mal’aria di Legambiente sui dati rilevati nel 2022.
A Monza l’aria è irrespirabile
Si tratta dell’annuale analisi realizzata dall’associazione ambientalista sullo stato dell’inquinamento atmosferico delle città italiane capoluogo di provincia che, a partire dai dati ufficiali delle centraline di monitoraggio installate nei diversi comuni, fornisce un quadro sulla qualità dell’aria.
Nel 2022 sono stati analizzati i dati relativi a 243 centraline ufficiali di monitoraggio dislocate in 17 Regioni e rappresentative di 96 città capoluogo di provincia.
I parametri
I parametri presi in considerazione sono le polveri sottili (Pm10 e Pm2.5) e il biossido di azoto (No2), tre dei principali inquinanti la cui maggiore o minore presenza ben rappresenta la qualità dell’aria di un territorio.
Per quanto riguarda il pm10, sono ventinove le città - tra quelle di cui l’associazione ha potuto disporre dei dati - che hanno superato il limite di 35 giorni di sforamento previsti. A Monza la concentrazione di pm10 è stata pari a 33 microgrammi per metro cubo, superata solo da Milano e Cremona (35). La Lombardia in generale presenta tra i valori più alti d’Italia. Anche per quanto riguarda il biossido d’azoto Monza ha molta strada da fare con una media di 31 µg/mc.
Pm2.5: Monza maglia nera
Passando al pm2.5 la situazione è altrettanto critica. Delle 85 città di cui l’associazione aveva a disposizione il dato, ben 71 (l’84 per cento del campione) hanno registrato valori superiori a quelli previsti al 2030: Monza è maglia nera con 25 microgrammi per metro cubo, seguita da Milano, Cremona, Padova e Vicenza (23), Alessandria, Bergamo, Piacenza e Torino (22), Como (21). Tutte città che, di fatto, hanno doppiato quello che sarà il nuovo valore di legge (10 microgrammi per metro cubo).
«Il rispetto dei limiti normativi sulla qualità dell’aria è una condizione di partenza per poter parlare di risanamento dell’ambiente - si ricorda nel paper - Ma le recenti evidenze scientifiche riportate dall’Oms sui limiti delle concentrazioni da non superare per tutelare la salute delle persone da una parte, nonché la revisione della direttiva europea sulla qualità dell’aria dall’altra, rendono il rispetto degli attuali valori normativi una condizione necessaria, ma non più sufficiente».
Stando alle tendenze di riduzione registrate negli ultimi 10 anni, le città più distanti dall’obiettivo previsto per il Pm10 che dovranno, nel giro dei prossimi sette anni, ridurre le proprie concentrazioni cittadine tra il 30 per cento e il 43 per cento, «potrebbero impiegare mediamente altri 17 anni per raggiungerlo: il 2040 anziché il 2030 - si legge ancora nel documento - E città come Modena, Treviso e Vercelli potrebbero metterci oltre 30 anni».
Per l’No2 la situazione è analoga «e una città come Catania impiegherebbe più di 40 anni a risanare l’aria mantenendo le attuali tendenze di diminuzione, mentre Monza, Bolzano e Trento più di 15 anni», precisano gli autori del documento.
Le azioni da mettere in campo
L'allarme
I rappresentanti di Legambiente lanciano l’allarme, ma propongono anche azioni concrete per andare a combattere il fenomeno. In primis l’ampliamento delle Ztl - che non dovranno più essere limitate al centro storico - e Zero emission zone, ma anche un potenziamento nei trasporti pubblici e della sharing mobility. Tra le possibili soluzioni anche quella di ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura d’uomo e di anticipare la transizione all’elettrico a prima del 2035.
Installati 15 campionatori in tutta la città
Ben quindici campionatori di biossido di azoto installati in tutta la città. Sabato scorso i rappresentanti del comitato Aria Pulita - realtà associativa che ha come obiettivo quello di sensibilizzare i cittadini sul tema della qualità dell’aria - hanno posizionato la strumentazione nei diversi quartieri, da San Biagio, a San Fruttuoso, fino a Sant’Albino.
Il motivo è presto detto. Monza, da anni, risulta una delle zone più inquinate in Europa, ma in città sono presenti solo due rilevatori della qualità dell’aria, installati da Arpa Lombardia, l’Agenzia Regionale per la protezione dell’ambiente: uno si trova in via Macchiavelli, l’altro all’interno del parco di Monza. Molti ambientalisti sono convinti che le rilevazioni che vengono effettuate in queste due zone della città non siano rappresentative di tutto il territorio monzese, soprattutto per quanto riguarda quello all’interno del parco in quanto viene ritenuta una zona «non inquinata» rispetto alle aree più trafficate, situandosi per l’appunto in una zona verde.
E dunque il comitato Aria Pulita Monza ha deciso di impegnarsi in prima persona acquistando dei campionatori, con la collaborazione dei cittadini monzesi, da installare in zone differenti della città dove il traffico e l’inquinamento sono più rilevanti.
Le zone in cui sono stati posizionati
Sabato mattina, si diceva, si è proceduto con l’installazione di quindici campionatori in differenti zone della città: via Prina, piazza Citterio, via San Fruttuoso (nei pressi della scuola Alieri), piazza Pertini a Sant’Albino, una delle aree più colpite dall’inquinamento data la vicinanza con la via delle industrie e il grande traffico che la caratterizza, e nel pomeriggio in piazza Giovanni XXIII.
«L’obiettivo di questa manovra è innanzitutto quello di ampliare l’area di rilevazione dell’alto inquinamento presente a Monza, con lo scopo di ottenere risultati significativi che rappresentino la realtà dello stato dell’aria che tutti i giorni respiriamo», ha spiegato sabato mattina a Sant’Albino durante l’installazione di uno dei campionatori, Cruciano Nasca, presidente del comitato Aria Pulita Monza.
«Questo è solo uno degli obiettivi che ci siamo posti come comitato, infatti, vogliamo anche intervenire per prevenire le conseguenze dell’inquinamento sulle persone più giovani o anziane, ad esempio con l’introduzione di un divieto, nelle fasce orarie di ingresso e uscita da scuola, di transito di veicoli nelle zone limitrofe ai plessi scolastici, implementando allo stesso tempo il servizio di pedibus locale», ha aggiunto Nasca.
Rilevazioni per quattro settimane
I campionatori rimarranno posizionati per quattro settimane, fino a sabato 4 marzo quando verranno rimossi, sigillati ermeticamente e spediti nei laboratori in Inghilterra dove procederanno poi all’analisi da parte della società chimica fornitrice dei campionatori. Verso la primavera si potranno poi ottenere i primi risultati di questa nuova modalità di rilevazione dell’inquinamento dell’aria.
«Si tratta di un’azione particolarmente significativa - ha commentato Giada Turato, assessore all’ambiente di Monza, che ha presenziato all’installazione dei due campionatori posizionati a Sant’Albino, in via Adda e in via Mameli - Questo perché ha visto l’iniziativa spontanea dei cittadini e per noi rappresenta un prezioso punto di partenza dal quale prenderemo le misure» .
Uno dei primi esiti positivi che ha raggiunto il comitato Aria Pulita è quello di aver coinvolto in prima persona i cittadini monzesi, rendendoli protagonisti delle campagne di monitoraggio e raccolta dati, per far comprendere i livelli di inquinamento atmosferico nei luoghi che frequentano quotidianamente.