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A Monza nasce il primo frutteto sociale

Sarà inaugurato sabato in via Borsa il parco urbano commestibile di Liberi Frutti

A Monza nasce il primo frutteto sociale
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Da gennaio i volontari lavorano per mettere a dimora meli, peri, nespoli e tante altre piante storiche del territorio e ora sono pronti a presentare i «frutti» del loro lavoro: il primo Parco Urbano commestibile nel quartiere Buonarroti-San Donato di Monza.

Il primo frutteto sociale

«Chiunque è il benvenuto, che sappia zappare il campo o che voglia solo stare a guardare», spiega la volontaria Rossella Bearzatto.
Mancano pochi giorni, infatti, al taglio del nastro del frutteto antico di via Borsa (all’angolo con via Pindemonte). Sabato è atteso l'open day inaugurale (dalle 10 alle 18) per il campo gestito dall'associazione di promozione sociale «Liberi Frutti» (chi vorrà potrà portarsi l’occorrente per un pic nic). Per informazioni: liberifruttiaps@gmail.com.

Ben trenta piante a dimora

melo calvilla
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melo doge verona
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melograno
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aiuola fiorita
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fico isa bozner
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frutteto
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Nell'area, creata attraverso il Bilancio Partecipativo del Comune e affidata all'associazione con un Patto di collaborazione, sono stati messi a dimora 29 alberi da frutta antichi (meli, peri, ciliegi, fichi, susini, azzeruoli, gelso, giuggiolo, nespolo, melograno...). E i volontari hanno lavorato per rendere l’area più bella e fruibile da tutta la cittadinanza. In caso di pioggia, l'evento sarà spostato a sabato 25 settembre.

La collaborazione con le scuole

Liberi Frutti ha subito cercato anche un'alleanza con la scuola «Paolo Borsa» di Monza, che dista pochi passi dal campo, e a partire dal nuovo anno scolastico gli studenti del corso di Operatore agricolo potranno utilizzare il campo per fare pratica. Proprio per sancire l'accordo, durante l'open day saranno presenti alcuni rappresentanti della scuola che, per l'occasione, offrirà un aperitivo intorno alle 11,30-12.
«Abbiamo la ferma convinzione che le piante del passato rappresentino le nostre radici e che, per costruire un futuro sostenibile nell’epoca del cambiamento climatico, sia necessario tutelare questa memoria vivente che ha dato prova di resilienza, assicurato sostentamento, offerto qualità ambientale e bellezza paesaggistica», ha spiegato la volontaria Liliana Errichelli.
«Desideriamo lavorare con i ragazzi e i bambini delle scuole, con le famiglie e con chi ama gli alberi da frutto», ha aggiunto Nadia Tadioli.

 

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