Ad Aicurzio si prega per chiedere a Dio il dono della pioggia
Incontro di preghiera in programma per domani sera, giovedì 7 luglio 2022, alle 20.30 al santuario di Campegorino di Aicurzio
Nella patria dei Templari si prega per chiedere il dono della pioggia.
Siccità, acqua che scarseggia, pioggia sempre meno frequente in tutto lo Stivale, soprattutto in Brianza. L'Italia è davvero messa a dura prova da parecchie settimane e ci sono regioni, come la Lombardia, che risultano più colpite di altre. I problemi principali riguardano l'agricoltura con stime di danni per 2 miliardi di euro.
Anche per questo motivo domani sera, giovedì 7 luglio 2022, alle ore 20.30, sul piazzale del santuario di Campegorino di Aicurzio ci sarà un incontro di preghiera, organizzato dalla comunità pastorale Regina degli Apostoli che comprende le parocchie di Aicurzio, Sulbiate, Bernareggio e Villanova, per chiedere il dono della pioggia.
Il parroco a mani giunte verso il cielo
Nei giorni scorsi qualche temporale si è fatto sentire anche nel Vimercatese ma la crisi idrica permane. Per questo motivo domani sera, giovedì, il parroco don Stefano Strada, insieme agli altri sacerdoti della comunità pastorale, a mani giunte verso il cielo, invocherà il dono della pioggia.
Con i fedeli chiederà a Dio e alla Madonna di aiutare queste terre dove i danni per la mancanza d'acqua si contano a fatica e affinché, quando questo dono vitale finalmente arriverà, se ne faccia un uso saggio.
Perchè la preghiera al santuario di Campegorino?
Non è casuale la scelta del santuario come location per chiedere l'intercessione per la pioggia. Il luogo di culto viene ricordato per il miracolo del Crocifiso del 1705. Fu infatti il Crocifisso, secondo la devozione popolare, a risvegliare i morti e a salvare il paese e i suoi campi dalla devastazione. Nel quadro, contenuto nel crocifisso, due eserciti sono schierati uno di fronte all’altro: uno ordinato e marziale, le armi e i cavalli perfettamente allineati; l’altro è disordinato e confuso, composto da uomini che volgono in fuga, il terrore stampato in faccia.
In quell’anno si combatteva la guerra di successione spagnola. Al governo di Milano gli Austriaci subentrarono agli Spagnoli, e la Lombardia divenne teatro degli scontri fra le truppe austro-piemontesi e quelle franco-spagnole. Le terre della Brianza erano ferite dal passaggio degli eserciti, che saccheggiavano, razziavano e sterminavano, terrorizzando la gente che abitava quelle campagne. Tutta la Brianza venne saccheggiata ma Aicurzio no. Il campo che si estende poco fuori dall’abitato, campo pecorino, o per brevità Campegorino, era frequentato solo dalle greggi e dai loro pastori. Vi si trovavano una piccola cappella, e un cimitero, dove riposano i morti della peste del Seicento. Qui si schierarono i due eserciti, pronti a combattere. Ma prima che un solo colpo venne vibrato un terzo esercito fece la sua comparsa. Era un esercito silenzioso, che non aveva insegne né armi, che non aveva divise, che non aveva un comandante. Truppe che, secondo una leggenda, si muovevano senza una parola, senza un suono, come sospese nell’aria. Ma che con la loro sola presenza misero in fuga i soldati schierati. Non ne rimase nemmeno uno.