«Aggrediti perché abbiamo detto no alla droga nel locale»
È accaduto vicino alla stazione di Monza. L’assessore Moccia ha già incontrato i due coraggiosi baristi
Hanno scelto Monza per costruire il loro futuro, ma martedì sera si sono trovati a vivere un incubo. Joy e Giuliano, titolari di un bar nella zona della stazione di Monza, sono stati aggrediti da una coppia di clienti dopo aver impedito che consumassero droga all’interno del loro locale.
(Per vedere il video e il servizio andato in onda su Telecity qui).
L'aggressione nel bar
«Abbiamo avuto paura e nessuno è intervenuto subito», raccontano.
Era il tardo pomeriggio di martedì, poco dopo le 19, quando nel bar entrano un uomo e una donna italiani, intorno ai quarant’anni. «Sembravano tranquilli – spiega Joy – li abbiamo fatti accomodare e gli abbiamo servito da bere». Dopo qualche minuto, però, la donna si allontana, per poi tornare con dell’hashish in mano.
«Le ho fatto presente che non poteva preparare uno spinello al tavolo, anche perché ci sono le telecamere. È una questione di rispetto per tutti».
A quel punto Joy, intuendo che la situazione poteva degenerare, esce per chiedere aiuto. «C’erano vigili e militari poco lontano che pattugliavano la piazza della stazione ferroviaria, ho spiegato quello che stava succedendo ma mi hanno detto di aspettare un attimo. Sono rientrata sperando che la coppia si calmasse». Ma non è andata così. La donna ha iniziato a urlare, sfidando i titolari con un «vai a chiamare la polizia», poi si è letteralmente scatenata, come ben si vede dalle immagini delle telecamere che sono state consegnate alle Forze dell’ordine. La donna ha iniziato a lancia bicchieri contro Giuliano, poi ha strappato il telefono dalle mani di Joy e le ha afferrato i capelli. «È stato un momento terribile – racconta la giovane donna – avevamo paura, non sapevamo cosa fare».
L'incontro con Moccia
Solo dopo la chiamata al 112 sono arrivate più volanti della Polizia, che hanno riportato la calma e identificano i due aggressori, già noti alle forze dell’ordine. «Ringraziamo gli agenti della Polizia di Stato perché sono arrivati in forze – precisa Joy – ma il problema è che in quei minuti siamo rimasti completamente soli: la Polizia locale e i militari non sono intervenuti per aiutarci».
Anche per denunciare questo aspetto, Joy e Giuliano hanno incontrato il giorno dopo l’assessore alla Sicurezza Ambrogio Moccia: «Siamo stati contenti che sia venuto ad ascoltarci. Gli abbiamo raccontato che un agente della Polizia locale ci ha persino suggerito di chiudere il bar e cambiare zona. È assurdo. Noi qui abbiamo investito, questa è la nostra vita e non possiamo arrenderci».
La loro è una storia che parla di coraggio e integrazione. Joy è arrivata in Italia dalla Cina sei anni fa per studiare design a Bologna, si è laureata e insieme al compagno Giuliano (che invece è nato e cresciuto in Italia) ha deciso di aprire un bar a Monza, che ora gestiscono da due anni e mezzo. «Abbiamo scelto questa città perché ci piace e crediamo nel suo potenziale – aggiunge – ma quello che è successo ci fa sentire vulnerabili. Noi vogliamo lavorare, non vivere nella paura».
"Servono più controlli"
Il problema, denunciano, non è un caso isolato: «Da mesi vediamo degrado, spaccio e gente che bivacca. Noi cerchiamo di fare la nostra parte, tenendo in ordine e pulito anche davanti al nostro locale, ma servono controlli più efficaci e interventi rapidi».
Nonostante la presenza di pattuglie e militari, l’area della stazione resta uno dei punti più critici della città. Un messaggio di solidarietà è arrivato anche dai clienti abituali, che hanno trasformato il bar in un punto di riferimento per chi cerca un luogo ordinato e accogliente in una zona difficile. «Non è bello che un genitore che ha figli che lavorano o vanno a scuola in zona debba venire in stazione a sorvegliarli mentre rientrano perché ha paura – racconta un papà, seduto al tavolino del bar – Mia figlia tempo fa è stata seguita da un clochard. Io sono dovuto correre qui per aiutarla. Non è giusto. Monza era una città stupenda cinque anni fa, oggi è diventata invivibile».