A Seregno è certamente uno dei pochissimi simboli ancora visibili – forse un paio – dell’epoca fascista, il fascio littorio, ma in pochi lo sanno. Si trova fra via Scarlatti e via Ravel, nel quartiere Lazzaretto, proprio a ridosso della linea ferroviaria Seregno – Carnate.
Al Lazzaretto scoperto il simbolo del fascismo accanto alla ferrovia
E’ riportato sulla colonna di un muretto, quale richiamo della costruzione del collettore di acque reflue da Carate a Muggiò, passando da Desio e Nova Milanese, che sfocia nel Canale Villoresi. Un tragitto lungo diversi chilometri attraverso la Brianza, da nord-est a sud-ovest.
Oggi il canale, con le sponde oblique in cemento e profondo alcuni metri, è interamente coperto già dal primo tratto sotto via Toscanini (un tempo sterrata) e via Macallè, ma fino agli anni Settanta – spiegano alcuni abitanti – era all’aria aperta, per la gioia dei più piccoli.
«Quando eravamo bambini si buttavano dentro i bastoncini per seguire la corrente dell’acqua – ricorda Renato Pozzi del Comitato di quartiere Lazzaretto San Giuseppe – Io non ci ho mai fatto il bagno, perché c’era una puzza dell’accidenti…».
In via Scarlatti si trova tuttora il parapetto che un tempo delimitava il breve tunnel sotto la ferrovia, che ha origini più antiche quando veniva percorsa dai treni a vapore: all’estremità del muretto, su una colonna, si scorge appunto il simbolo fascista del fascio littorio, accompagnato dall’anno di costruzione – A X – che corrisponde al 1931 – 1932. Un simbolo almeno in parte danneggiato da ignoti, dopo la caduta del regime del duce, Benito Mussolini.
In altri punti del muretto ci sono analoghi simboli del fascismo e, probabilmente, anche dalla parte opposta dei binari, ma sono completamente sommersi dalla vegetazione. Il manufatto si trova in un’area pubblica e, qualche metro più in là, c’è un chiusino del Consorzio Alto Lambro.
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Scoperto per caso
Il fascio littorio è stato scoperto per caso, nella primavera scorsa, dal presidente del Comitato, Dario Ratti, durante un sopralluogo nel quartiere per raccogliere le segnalazioni dei residenti da sottoporre all’Amministrazione comunale.
«Era una mattina luminosa e, passando all’angolo fra le vie Scarlatti e Ravel, risaltava questo simbolo che mi ha subito colpito. Lasciando stare il connotato politico, parliamo di quasi cent’anni fa, è un simbolo della storia che a nostro avviso va recuperato e preservato».
Proprio nella stessa zona del Lazzaretto è presente un collettore ex Alsi, in gestione a Brianzacque, per le cosiddette acque miste in uscita dalla vasca volano in zona cimitero (dove arrivano i collettori di Giussano e Carate).
La conduttura circolare sotterranea, realizzata nel 1986, ha un diametro di 2,2 metri ed è profonda cinque metri: dopo il Lazzaretto attraversa Lissone, Desio e prosegue a sud fino al depuratore di Monza. Si tratta di una dorsale delle reti fognarie comunali, regolarmente in uso. Non è noto se percorre almeno un tratto vicino al collettore di epoca fascista o se, in parte, fu utilizzato proprio quello del ‘900 per costruire l’altro della metà degli anni Ottanta.
Del singolare ritrovamento è stato informato anche l’assessore con delega ai Quartieri, Paolo Cazzaniga, peraltro conoscitore e appassionato di storia locale.
«E’ stata una sorpresa e siamo ancora nella fase di capire bene di che manufatto si stratta, se era stato ultimato o meno – spiega Cazzaniga – In città abbiamo già dimostrato la sensibilità di conservare la memoria del passato, valuteremo anche questo caso».
Sulla Rete si trova notizia della costruzione del canale di bonifica che da Monza – Muggiò, passando per Desio e Seregno, si estendeva fino a Carate, inaugurato a Muggiò nell’aprile del 1935 dal capo del Governo, Mussolini.