Desio

Al Pronto soccorso ambulanze in coda per ore, in attesa di scaricare il malato

Segnalazione dagli operatori: «Così si penalizzano le urgenze, va rivisto il sistema»

Al Pronto soccorso ambulanze in coda per ore, in attesa di scaricare il malato
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Ambulanze in coda per ore nel piazzale del Pronto soccorso di Desio in attesa di scaricare il malato. Barelle che mancano, lamentele di operatori e utenti. Una situazione che nelle ultime settimane al nosocomio cittadino si è ripetuta più volte, vuoi anche per i picchi di accessi. Il timore è il rischio che nel frattempo ci siano chiamate urgenti, con la difficoltà a reperire dei mezzi liberi. Secondo alcuni addetti ai lavori è un problema di organizzazione che non riguarda solo l’ospedale desiano, solo che in questo modo la ricaduta è sui casi più gravi.

Al Pronto soccorso ambulanze in coda per ore, in attesa di scaricare il malato

Settimana scorsa nel piazzale del Pronto soccorso dell’ospedale Pio XI c’erano parcheggiate ben sei, sette ambulanze e, a quanto pare, non è l’unico caso, perché le segnalazioni arrivate al Giornale di Desio dicono che il problema negli ultimi tempi si sta ripetendo spesso.

Il numero di accessi è particolarmente elevato e il boom in questo periodo di patologie respiratorie potrebbe aggiungere elementi in più per dare una spiegazione al fenomeno. Il timore espresso da più di un operatore è che il fatto di avere così tanti mezzi fermi crea problemi in caso di chiamate dal territorio, obbligando, se le ambulanze sono bloccate al Pronto soccorso, a chiedere l’invio da sedi più lontane con la dilatazione dei tempi e il timore di conseguenze che potrebbero compromettere la salute dei pazienti gravi.

Un problema che era già stato segnalato anche negli anni scorsi a cui al momento non è ancora stata trovata una soluzione. Gli smistamenti dipendono dal servizio di emergenza urgenza di Regione Lombardia. Ci sono lettighe che arrivano al mattino presto e devono rimanere ferme ore prima di poter tornare disponibili. Il malato viene accompagnato al triage del Pronto soccorso e poi inizia l’attesa per il paziente sdraiato sulla barella dell’ambulanza e per il mezzo.
Le lamentele non si sono fatte attendere, soprattutto per il fatto che al centro c’è la salute dei pazienti.

«Dall’ospedale fanno il possibile – ci dicono alcuni operatori – ma è il sistema che andrebbe rivisto».

Al Ps negli ultimi venti giorni registrati anche 220 accessi al giorno

Picco di accessi al Pronto soccorso del Pio XI. Dai dati della direzione generale dell’Asst Brianza risulta che registra una media di 65mila accessi all’anno, ovvero 180 al giorno, con un bacino di utenza amplissimo. Negli ultimi 15/20 giorni si è arrivati a 200/220 accessi quotidiani: responsabile in primis i virus respiratori. «Il fatto è che in Ps – dice il primario, Isabella Riva – riscontriamo come la domanda di salute sia spesso anche domanda di assistenza, cura, presa in carico con tutte le problematiche di carattere sociale che i diversi casi si portano dietro. Penso agli anziani o ai grandi anziani, spesso soli; penso all’interlocuzione frequente che abbiamo, con gli assistenti sociali in ospedale e sul territorio».

E aggiunge: «Poi c’è la questione dell’aumento dell’aggressività in Ps e delle pretese talvolta violente e ingiustificate nei confronti degli operatori impegnati generosamente e in modo straordinario, anche tra criticità, per una presa in carico del paziente che è molto più complessa rispetto al passato. Sono azioni e comportamenti che in taluni casi si scaricano sugli ambienti e i beni tecnologici della nostra struttura: beni comuni, che appartengono a tutti. Non è accettabile e non è giusto».

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