Un riconoscimento che lascia il segno, che commuove, che racconta ancora una volta una storia che si arricchisce di nuovi capitoli fatti di solidarietà, professionalità e, purtroppo, ancora di tanta sofferenza.
All’ospedale di Leopoli una targa per il medico che salva i bambini
Una storia che arriva da Leopoli. Città al confine ovest dell’Ucraina, diventata la seconda casa di Roberto Brambilla, medico vulnologo di Vimercate, ex consigliere comunale, che e sin dalla prima bomba russa caduta ha sposato la causa dell’Ucraina.
Mettendo al servizio le sue conoscenze e, come ama dire lui, le sue mani. Per ridare speranza alle tante persone ferite, soprattutto mutilate. E’ dei giorni scorsi, proprio nelle stesse ore in cui Leopoli veniva colpita da una pioggia devastante di bombe, la notizia che il Saint Nicholas Children Hospital ha dedicato al dottor Brambilla una targa, un gesto di profonda riconoscenza e amicizia, come del resto recita la scritta in inglese: «Con speciale gratitudine a Roberto Brambilla, il miglior amico dei bambini e dei medici ucraini, per il suo costante supporto in tempi difficili».
“Quello che mi colpisce non è la gratitudine di quel popolo che ho già provato sulla mia pelle in questi anni- ha commentato il medico di Vimercate in un post che dà conto dell’affissione della targa – Ma il fatto che l’aver aperto un reparto di medicina rigenerativa vuol dire guardare avanti. Guardare con fiducia al futuro. In una parola “resilienza”. Nel reparto è stata prevista anche un’aula per la scuola. In modo di poter offrire ai bambini, che qui possono rimanere anche per lunghi periodi, il giusto sostegno scolastico”.

Un reparto nato anche sopratutto grazie alla volontà di Roberto Brambilla, che qui ha salvato molto vite ridando speranza a famiglie disperate.
«Ecco – prosegue – qui in Ucraina ho imparato molto di più di quello che io ho dato. Ho imparato che un bimbo sorride anche se ha perso le gambe, Che si può lavorare sulla ripresa ed il recupero, mantenendo il sorriso. Il sorriso della speranza. Quando penso a questa stupida ed inutile, e devastante guerra penso agli eroi dell’Ucraina. Che per me non hanno il volto e l’aspetto del soldato armato, ma quello dei bambini del Saint Nicholas Children Hospital, dei medici e degli infermieri che da più di tre anni e mezzo lavorano senza sosta per loro. Penso a tutti quelli che si impegnano in Unbroken (il progetto a cui il dottor Brambilla collabora e che assite chi subito gravi menomazioni fisiche per colpa delle bombe) ; fisioterapisti, tecnici ortopedici, protesisti. Psicologi, Educatori… Ma anche amministratori che continuano (negli Ospedali ed in Unbroken) a darsi da fare per rendere tutto ciò realizzabile. Non avevo ne una organizzazione dietro le spalle, ne denaro da donare. A loro ho offerto solo le mie mani, la mia mente, ma soprattutto il mio cuore. Ho ricevuto molto più io da loro, di quanto abbia potuto dare».