Carate Brianza

Altri due medici in pensione, tremila pazienti senza dottore

A fine anno cessano il servizio Stefano Calderini e Carmen Motta

Altri due medici in pensione, tremila pazienti senza dottore
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Circa tremila pazienti resteranno senza medico di base nelle prossime settimane. A fine anno andranno in pensione il dottor Stefano Calderini, classe 1957, che conta oltre 1500 assistiti e la dottoressa Carmen Motta, coetanea, che ha un bacino di pazienti quasi identico.

Altri due medici in pensione, tremila pazienti senza dottore

Una situazione che rischia di trasformarsi in emergenza in una città come Carate Brianza che, a differenza degli altri Comuni della Brianza, fino ad oggi aveva retto in quanto a presenza di medici di base e pediatri.

Le prime avvisaglie della carenza dei medici di famiglia si erano avute già con il pensionamento a fine settembre della dottoressa Marina Sirtori, poi sostituita dal 17 ottobre dal dottor Claudio Perconte, fresco di laurea e dal 17 ottobre incaricato provvisorio da Ats Brianza.

Due figure storiche per il territorio

Dal primo gennaio del nuovo anno, invece, lasceranno come detto due figure storiche dei medici di Medicina generale in città. Il dottor Calderini, 65 anni, specializzato in Neuropsichiatria infantile, che dal 1997 esercita in via Mascherpa in un team di cinque medici che ha in carico circa 7 mila pazienti e la dottoressa Carmen Motta, classe 1957, specializzata in Medicina interna a Pavia, titolare dell’ambulatorio in via don Costante Mattavelli, già consigliere comunale nella Giunta Orsenigo e nella prima Giunta Pipino, ex direttrice sanitaria della casa di riposo di Agliate e prima donna ad assumere la presidenza del Rotary club Sedeca.
Impegnata nel fine settimana per una serie di appuntamenti, la dottoressa Motta ha preferito rimandare i saluti ai pazienti al nuovo anno.

Calderini "Soddisfatto degli anni passati a Carate"

A parlare è stato invece il dottor Calderini, che dopo la laurea aveva iniziato a lavorare in Val Brembana come specialista in Neuropsichiatria infantile, per poi iniziare l’iter per diventare medico di medicina generale passando dall’esperienza della Guardia medica.

«Sono soddisfatto degli anni trascorsi qui a Carate Brianza: ho avuto la fortuna di incontrare e prendere il posto del dottor Giuseppe Stringi, che è stato il mio mentore e il mio maestro in questo campo - ha spiegato - Ci sono categorie che vanno in pensione con soddisfazione e chi invece come noi medici oggi che ci andiamo sentendoci quasi dispiaciuti e in colpa a dovere lasciare i nostri pazienti, pur avendo acquisito i diritti al riposo. E’ il risultato di scelte politiche nelle quali preferisco, però, non entrare nel merito. Resta il fatto che la carenza di medici di Medicina generale è un problema davvero concreto e serio e che, negli ultimi tempi, ha assunto contorni preoccupanti».

La situazione dei pazienti senza medico

A luglio erano 18.898 i pazienti senza medico di medicina generale sul territorio di Ats Brianza. Una cifra scesa a 14.286 ad agosto per l’assegnazione di alcuni incarichi, ma che è subito risalita nei mesi successivi. Le previsioni stimate sono di 57.677 a dicembre a causa della cessazione dell’attività di altri professionisti. Secondo Ats mancherebbero ventidue medici di medicina generale destinati a diventare trentadue già a gennaio. Attualmente i medici di medicina generale titolari sono 605, mentre sessantadue hanno un incarico provvisorio.

In due anni «persi» ben 317 medici di famiglia: la carenza affonda nel tempo e causa problemi

In due anni la Lombardia ha perso 317 medici di base. Lo rimarca uno studio di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. 317 medici di medicina generale in meno tra il 2019 e il 2021 significa che ogni 2-3 giorni un camice bianco ha lasciato l’incarico. Perché è andato in pensione, perché ha scelto altro incarico... Le ragioni sono molteplici, ma sta di fatto che a fine 2019 nella nostra regione operavano 6.091 medici di medicina generale scesi a 5.774 due anni dopo. Nello stesso periodo l’Italia ne ha persi 2.178 ma non si può certo parlare di «mal comune mezzo gaudio» perché la carenza di camici bianchi penalizza tutti.

La bassa attrattività della professione

Se in passato la carenza era dovuta a un basso numero di borse di studio per la formazione del medico (all’origine c’era dunque un’errata programmazione) oggi è dovuta anche ad una bassa attrattività della professione e a dimostrarlo c’è il fatto che, nel 2022, le borse di studio di Regione Lombardia non sono state interamente coperte.

I posti disponibili erano 800, gli aspiranti medici di base 630. L’anno prima gli iscritti erano 750 per 150 borse di studio mentre nel 2020 i posti a bando erano soltanto 350 a fronte di 1.300 iscritti. Borse di studio, ricordiamo, di circa 800 euro lordi mensili, decisamente inferiori a quelle per altre specializzazioni, intorno ai 1.800 euro lordi. Questo fatto, insieme all’eccesso di burocrazia lamentato da tanti medici di base, è probabilmente all’origine della disaffezione verso la professione che anche in provincia di Lecco è all’origine di tanti problemi.

La situazione in Brianza

Nella nostra Ats, che comprende anche la provincia di Monza, a ottobre c’erano 104 ambiti di assistenza primaria carenti, cioè mancavano 104 medici di base. Come nel resto della Lombardia si è aperto un bando destinato agli specializzandi. Si sono fatti avanti in 62, un numero insufficiente per coprire tutti i posti vacanti. Ats Brianza ha proceduto quindi a individuare medici per conferire incarichi a tempo determinato di continuità assistenziale diurna, proprio per coprire quegli ambulatori sprovvisti di medico di base.

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