Anche la Polizia di Stato alla presentazione dell'Albero dei Tutti
Grande la partecipazione con la presenza di tanti cittadini ma anche di associazioni di volontariato, culturali e d’arma.
La Polizia di Stato ed il Questore di Monza e della Brianza, Salvatore Barilaro, sabato 13 aprile, a Vimercate, presso il Cortile d’onore di Villa Sottocasa, ha partecipato all’inaugurazione dell’opera “l’Albero dei Tutti” di Gregor Prugger.
Anche la Polizia di Stato alla presentazione dell'Albero dei Tutti
Grande la partecipazione con la presenza di tanti cittadini ma anche di associazioni di volontariato, culturali e d’arma.
All’iniziativa sono intervenuti il Prefetto di Monza e Brianza, Patrizia Palmisani, il Presidente del Consiglio Comunale di Vimercate, Davide Nicolussi, L’Assessore con delega alla legalità, Riccardo Corti, il Curatore Generale della Fondazione Falcone Alessandro de Lisi.
L’Albero dei Tutti è un’opera d’arte contemporanea rappresentativa del gruppo d’inchiesta, della qualità del lavoro umano di gruppo, il pool antimafia, insieme variegato per esperienze e formazione dei singoli componenti, nato dalle idee rivoluzionarie dei magistrati Costa e Chinnici e continuato con gli investigatori straordinari, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Infatti, per gli equilibri dei clan mafiosi ciò che risultò letale fu lo scambio continuo, tra i magistrati del gruppo d’inchiesta, di dati, elementi, fatti e circostanze di potenziali ed effettivi criminali.
L’opera estrinseca la metafora di come un albero vive di tutti i suoi rami innalzandosi alla luce e cresce nello sforzo delle radici, così fecero quegli uomini coraggiosi.
L’opera vuole esaltare il valore della sovversione delle abitudini consolidate: l’introduzione e l’affermazione del lavoro di gruppo, dove era prevalente ed esclusivo il lavoro individuale e solitario del magistrato.
Un gruppo ristretto di persone saldamente legate tra loro da vincoli morali di amicizia, lealtà, coraggio, affini seppur diverse per formazione umana ed esperienze, può modificare il corso degli eventi.
All’idea metaforica di cui è rappresentativo l’albero si affianca la raffigurazione di tutte le vittime di mafia: l’innumerevole dispiegamento di rami esprime la volontà di rappresentare tutti i caduti di mafia, i famosi ed i dimenticati, sono oltre mille i morti ammazzati dalla mafia, di questi 122 bambini.
Tutto ciò è stato realizzato nel corpo vivo di una grande pianta di Pilat, un albero da abbattere per fare legna. Anche se un albero non sarebbe bastato, infatti l’opera attuale, inaugurata nel trentesimo anniversario della strage di Capaci, è un inizio. In essa trovano vita, alla fine di ogni ramo, i ritratti scultorei dei caduti nell’atto di camminare, di andare ancora, taluni caratterizzati dalla fisionomia realistica, altri accennati per caratteristiche sociali, altri del tutto immaginati.
Si tratta di un unico oggetto assoluto e simbolico, nato da una pianta recisa, che comprende sia i caduti che hanno scelto di combattere, ma anche quei bambini assassinati e morti innocenti, più innocenti degli altri.
L'arrivo dell'opera a Vimercate
Un’opera colossale che ha richiesto l’impegno di molti, tra cui la Polizia di Stato di Monza e della Brianza ed i Vigili del Fuoco del Comado Provinciale di Monza, per il trasporto nel luogo dove potrà essere ammirato fino a fine maggio, e precisamente nel Cortile d’Onore di Villa Sottocasa, a Vimercate.
L’Albero dei Tutti è la più grande scultura sulla memoria della lotta alle mafie al mondo, lungo 13 metri, largo 6 metri ed alto 6 metri, del peso di 400 kg. Tratto e ritratto da un albero vero, tagliato dal bosco per rinascere, seppur reciso, ogni volta che verrà esposto. Lo stesso legno delle pale d’altare e delle statue del presepe di San Francesco.
L’opera oggi nella provincia di Monza e della Brianza, nel comune di Vimercate, il primo in Lombardia, ha viaggiato in diverse città d’Italia: Palermo, Roma, Trieste, Firenze, Forlì, Taranto. L’intento della Fondazione Falcone è che il suo viaggio non abbia fine, come non deve avere fine la memoria per l’impegno delle vittime di mafia.