La storia di Andrea Pusatori

Andrea è un vero... Ironman

Oltre cento chilometri di bici, nuoto e corsa con una gamba sola.

Andrea è un vero... Ironman
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Ha nuotato per oltre un chilometro con la forza solo di braccia e una gamba, sfidando le onde del Mediterraneo. E senza mai fermarsi ha pedalato per 90 chilometri per poi percorrerne altri 21 in sella alla sua carrozzina, sfrecciando su asfalto, sabbia e terra fino a raggiungere il traguardo. Tutto in 5 ore e 42 minuti.

Andrea è un vero... Ironman

Un vero successo da «supereroe» quello di Andrea Pusateri, 28 anni, l’atleta paralimpico monzese che ora vive a Triuggio e che qualche settimana fa è volato a Barcellona per partecipare all’«Ironman 70.3», la sua prima gara di triathlon.

Una nuova sfida per Andrea, che a soli 3 anni e mezzo è rimasto vittima di un grave incidente alla stazione ferroviaria di Monza. Una sciagura da cui ne è uscito vivo per miracolo, grazie all’amore della mamma Elena che per salvarlo dal treno in corsa si è buttata sui binari, perdendo la sua vita, ma salvando quella del suo piccolo Andrea, rimasto però senza gambe. Questo non ha impedito il giovane atleta di coltivare la sua passione, la bicicletta, e diventare nel giro di poco tempo un affermato ciclista, che oggi ha deciso di lanciarsi in una nuova avventura extreme.

"Avevo bisogno di provare una nuova sfida"

«Qualche anno fa il mio allenatore mi propose di fare questa esperienza, ma ai tempi non ho mai pensato di affrontare una cosa così impegnativa. Poi, pian piano, ho cambiato idea. Dopo aver corso 11 anni in bicicletta avevo bisogno di cambiare, provare una nuova sfida e ho alla fine ho deciso di buttarmi in questa pazzia», ha dichiarato lo sportivo.

Dal 2019 Andrea ha iniziato un’intensa preparazione, dovendo però fare i conti anche con la pandemia, che non ha reso le cose facili. «Come ogni atleta, anche io ho patito molto il periodo del Covid. Durante il lockdown non ho potuto allenarmi con la carrozzina al Parco di Monza e nemmeno in piscina. Quindi mi sono limitato a fare esercizio a casa finché non hanno riaperto tutto e ho potuto proseguire la mia routine con serenità».

Il primo tentativo a Cervia

Così è arrivato il primo Ironman a Cervia, dove però è stato costretto a fermarsi in mezzo al mare dopo 2,5 km a causa di un malore. «Circa 10 giorni prima della gara sono stato colpito da una forte gastroenterite, ma alla fine, da buona testa calda, ho deciso comunque di partecipare alla competizione, andando contro il parere del medico e del mio allenatore. Purtroppo, ho iniziato a stare molto male. Avevo quasi perso i sensi, i soccorsi sono dovuti intervenire per portarmi via. La mia gara è finita così».

Poi in Spagna

Ma l’atleta del Toyota Team per il quale niente è impossibile non ha gettato la spugna e dopo poco ci ha riprovato in Spagna. «Quando mi pongo un obiettivo, devo riuscire a raggiungerlo. Non importa quanto ci metterò, ma alla fine voglio provare la soddisfazione di essere riuscito a farcela. E per essere la mia prima gara, sono più che soddisfatto- ha dichiarato- In mare è stato difficile, non solo per le onde molto alte, ma anche perché il fatto di essere stato male in acqua a Cervia non mi faceva sentire sicuro. Quindi a Barcellona è stata per me una sorta di terapia d’urto che mi ha aiutato a superare le mie paure».

E per ogni bracciata, ogni pedalata e per ogni chilometro percorso in carrozzina, non sono mai mancate le ovazioni del pubblico. Una carica di energia e adrenalina che hanno accompagnato l’atleta paralimpico fino al traguardo. «Una cosa che ho notato durante il circuito Ironman è stato il forte tifo delle persone, che ad ogni metro mi incitavano e stimolavano a proseguire. E questa cosa quasi non mi faceva percepire la fatica. Mi sono divertito tantissimo. Penso sia stata una delle esperienze sportive più emozionanti fatte finora. Faticosa, ma bellissima».

Ora si prepara per il prossimo Ironman

Oggi Andrea Pusateri si prepara per il prossimo Ironman. Tra gli obiettivi, quello di completare il triathlon di Cervia il prossimo settembre. Una sfida che il giovane sportivo intende portare a termine a tutti i costi. E in trasferta, una cosa è certa: con lui ci saranno Maya e Sally, le dolci cagnolone a cui Andrea è molto legato e che da due anni a questa parte lo seguono in ogni competizione in giro per l’Europa. Delle compagne di allenamento, oltre che di vita.
«Maya è stato il mio primo cane. Ne ho sempre desiderato uno fin da piccolo, ma vivendo con i miei nonni e dovendo stare spesso via non abbiamo mai avuto la possibilità di tenerlo. Nel 2019, insieme alla mia ragazza, abbiamo deciso di prendere Maya e nel 2020 è arrivata anche Sally. Con loro ho iniziato a fare molte passeggiate in montagna, andare in giro, vivere tante esperienze diverse. Mi hanno cambiato totalmente la vita, mi hanno fatto vedere in mondo sotto un altro punto di vista».

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