Anpi Cesano Maderno: ottant'anni fa la morte di Giuseppe Pellegatta
La sezione cittadina dell'Associazione partigiani, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, organizza una due giorni dedicata a storie di guerra, di ribellione, di Resistenza e di solidarietà.
L’Anpi di Cesano Maderno, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, organizza una due giorni nella memoria della comunità cesanese. Si parlerà di guerra, di ribellione, di Resistenza e di solidarietà.
"Fuga dalla Snia", la storia del 12 settembre 1943
Sabato 18 novembre, alle 16, in Sala Aurora di Palazzo Arese Borromeo, "Una storia vera: fuga dalla Snia", con lo storico Fernando Bucchioni come relatore e Valentina Tagliabue, presidente della sezione Anpi intitolata alla memoria del partigiano Giuseppe Pellegatta, come moderatrice. Durante l’incontro verrà presentato il libretto "Fuga dalla Snia", dedicato alle vicende del 12 settembre 1943.
Al Villaggio Snia un piccolo campo di concentramento
"Durante gli anni della Seconda guerra mondiale venne costruito al Villaggio Snia un piccolo campo di concentramento (Campo N° 62 delle Groane), nel quale erano rinchiusi 87 prigionieri congolesi impiegati come manovalanza all’interno della fabbrica Snia. Ad assistere spiritualmente gli internati c’era un giovane sacerdote, don Aldo Mauri, che insegnava al seminario di Seveso e che, nei momenti liberi, saliva al Villaggio Snia per aiutare il parroco don Camillo Besana e le suore Salesiane del convitto femminile" spiega Bucchioni.
La fuga dal campo di concentramento
Il giorno dell’armistizio, l’8 settembre 1943, i prigionieri uscirono dal campo di concentramento rimasto incustodito e si rifugiarono nei boschi e nelle cascine delle Groane. "Alcuni vennero generosamente ospitati dagli operai del Villaggio Snia - continua Fernardo Bucchioni - Don Aldo ne rintracciò ben 75 e nel giro di pochi giorni (il 12 settembre) organizzò un’impresa che ancora oggi ha dell’incredibile: supportato dal direttore della fabbrica, l’ingegner Gaetano Bruni, che mise a disposizione due camion e tre autisti (Natale Polonia, Ernesto Sambruni e Turiddu Rossi), li fece espatriare tutti oltre il confine svizzero, evitando così che venissero catturati dai tedeschi e deportati in Germania".
"Il primo gesto di Resistenza dopo l'8 settembre"
Ricercato dai nazisti, don Aldo dovette rifugiarsi nel Collegio arcivescovile di Cantù, l’ingegner Gaetano Bruni riuscì ad evitare l’arresto grazie a uno stratagemma, mentre gli autisti dovettero passare diverse settimane nel carcere di San Vittore a Milano. "A distanza di molti anni ci piace pensare al campo di concentramento N° 62 delle Groane come a un luogo di sofferenza, che però ha ispirato un grande momento di solidarietà - commenta Bucchioni - E’ bello sapere che il primo gesto di Resistenza in Bassa Brianza dopo l’8 settembre 1943 non è stata un’azione di guerra, ma un generoso atto d’amore dell’uomo verso l’uomo".
Ottant'anni fa la morte di Giuseppe Pellegatta
Il secondo appuntamento domenica, 19 novembre, sempre alle 16, sempre in Sala Aurora, "La Battaglia del Monte San Martino", con Ester De Tomasi, presidente Anpi Varese (modera Valentina Tagliabue). "Giuseppe Pellegatta, Carlo Colombo e Angelo Quirci furono tra i primi cesanesi ad intuire che la lotta di Liberazione poteva rappresentare un grande momento di riscatto per il Paese - continua Fernando Bucchioni - Subito dopo l’8 settembre 1943, nonostante la giovane età, si unirono alla formazione partigiana Gruppo militare Cinque Giornate Monte San Martino di Vallalta Varese" che, agli ordini del tenete colonnello Carlo Croce, operava nell’Alto Varesotto.
La battaglia del Monte San Martino
"Il 14 novembre 1943 il 15esimo reggimento SS Polizei, comandato dal tenente colonnello Leo von Braunshweig, con il supporto della Milizia fascista, dei Carabinieri e di uomini della Guardia alla Frontiera, sferrarono sul Monte San Martino un cruento attacco al Gruppo Cinque Giornate, che portò all’uccisione e alla cattura di numerosi partigiani, tra questi anche il nostro Giuseppe Pellegatta. Dopo essere stato sottoposto ad un violento interrogatorio, venne fucilato in località Duno la mattina del 15 novembre, assieme ad altri ribelli del suo gruppo partigiano".
Uno dei primissimi esempi di lotta partigiana
Carlo Colombo e Angelo Quirci furono più fortunati e, dopo lo scioglimento del Gruppo Cinque Giornate, rientrarono a Cesano Maderno per unirsi alla 185esima Brigata Garibaldi e continuare la lotta contro i nazifascisti. "La battaglia di San Martino è stata definita dal giornalista Giorgio Bocca come un 'episodio d’ispirazione risorgimentale' ed è citata nei libri di storia come uno dei primissimi esempi di lotta partigiana, ma per noi è anche la battaglia dove morì Giuseppe Pellegatta, il primo martire cesanese della Resistenza" commenta Bucchioni. Dopo la guerra gli venne riconosciuta la qualifica di partigiano combattente caduto, con sessantacinque giorni di servizio, dal settembre al novembre 1943. Le sue spoglie riposano nel famedio del cimitero maggiore.
(Nella foto: Fernando Bucchioni e un giovane Gaetano Bruni).