Area ex Falck: Devero chiede l’asilo più piccolo. L’Esecutivo sogna il museo Gilera nell’hangar
Nei giorni scorsi il sindaco ha incontrato i vertici della società di costruzioni per fare il punto della situazione.
Il «gennaio caldo» della nuova Giunta Bono, dal punto di vista urbanistico, passa per forza di cose dall’area ex Falck.
Area ex Falck: Devero chiede l’asilo più piccolo. L’Esecutivo sogna il museo Gilera nell’hangar
Sono due i nodi da sciogliere per il nuovo comparto residenziale di via Battisti che ha già visto l’edificazione di ben tre torri da parte di Devero: da un lato la richiesta del privato di ridimensionare la scuola dell’infanzia prevista nel comparto a scomputo degli oneri. Dall’altro il sogno del sindaco di riqualificare l’hangar Falck per poterlo trasformare in un museo delle moto Gilera e una scuola di restauro. I due progetti, che apparentemente sembrano slegati tra loro, in realtà potrebbero andare a braccetto.
Asilo più piccolo
Prima di Natale il sindaco, ricordiamo, aveva incontrato i vertici della Devero, l’impresa che ha gestito l’operazione di ri-urbanizzazione dell’area di via Battisti, che un tempo accoglieva le acciaierie della Falck. Quasi conclusa la realizzazione della terza torre, per Devero è tempo di pensare alla quatta che porterebbe in dote, a scomputo degli oneri, la realizzazione della scuola materna. Però Devero, sotto questo aspetto, ha chiesto di rivedere il progetto e di ridurre i volumi, soprattutto alla luce dell’incidenza di diversi fattori che una decina di anni fa non potevano essere contemplati e previsti, come ad esempio l’aumento dei costi dei materiali.
«L’operatore ha comunque confermato la volontà di realizzare l’opera visto che la zona è scarsamente servita dal punto di vista dei servizi - ha sottolineato il sindaco - Ora restiamo in attesa che ci presentino un progetto e su quello faremo le valutazioni del caso. In questo momento è prematuro esprimere un giudizio».
Le prime tre torri, ricordiamo, sono state terminate e per le prime due il 96% degli appartamenti è già stato venduto. Per completare l’urbanizzazione dell’intero comparto, che venne battezzato dalla precedente Giunta guidata da Rosalba Colombo, mancano ancora l’asilo, due torri residenziali e un hotel.
L’hangar diventerà museo Gilera?
La prima convenzione stipulata tra Amministrazione comunale e Devero, che risale ad una decina di anni fa, prevedeva anche la riqualificazione dell’hangar Falck, un pezzo di archeologia industriale. Poi la chiusura del passaggio a livello di via Battisti e la conseguente realizzazione del sottopasso pedonale (finanziato da Devero) che si collega con via Gilera, aveva apportato delle modifiche alla convenzione iniziale, liberando Devero dall’obbligo della riqualificazione dell’hangar.
Ma oggi l’interesse della Giunta di riqualificare l’hangar è più vivo che mai. Nelle intenzioni dell’Esecutivo ci sarebbe la volontà di ristrutturarlo e di dare vita ad un progetto ambizioso: destinarlo a a museo e scuola di restauro delle moto Gilera.
«C’è un interessante bando emesso da Regione Lombardia che scade ad aprile e che ci permetterebbe di accedere a fondi regionali - ha sottolineato Bono - Il bando prevede accordi di partenariato tra pubblico e privato e Devero potrebbe diventare un partner ideale al fine di raggiungere il nostro scopo. Quasi inutile sottolineare che la riqualificazione dell’hangar darebbe lustro e prestigio a tutto il comparto. Sarebbe interessante poter coinvolgere anche altri enti, per esempio la Provincia di Monza, vedremo...».
Nelle ultime settimane l’Amministrazione comunale ha pianificato molti incontri in questo senso, in primis con il Registro storico Gilera, che si è detto entusiasta della proposta e con l’ex consigliere comunale di «ImmaginArcore» Carlo Zucchi, che fin da subito si è detto disponibile a collaborare con l’Amministrazione di centrodestra per portare avanti il progetto.
La Giunta conferma il no alla caserma in via Grandi
Oltre al futuro dell’ex area Falck, le prossime settimane si preannunciano dense di appuntamenti, per gli esponenti dell’Esecutivo guidato da Maurizio Bono, per quanto riguarda la questione caserma dei carabinieri.
Prima di Natale il sindaco ha incontrato il privato, proprietario di parte del prato di via Grandi, sul quale, secondo i progetti della Giunta precedente, dovevano sorgere tre palazzine e la caserma dei carabinieri. Durante l’incontro il primo cittadino e i suoi assessori hanno ribadito la loro contrarietà all’edificazione della caserma sull’area, come confermato in più occasioni durante la campagna elettorale.
Prossimamente è previsto un incontro tra la Giunta e i vertici regionali, ma la strada sembra ormai tracciata.
Dunque se non ci sarà una nuova caserma in via Grandi, come verrà risolta la questione? Secondo le ultime indiscrezioni che sono trapelate dai corridoi di Largo Vela, l’Esecutivo starebbe pensando di abbandonare definitivamente l’ipotesi di una nuova caserma per dirottare tutte le risorse economiche sulla ristrutturazione dell’attuale sede dei carabinieri che si trova in via Edison. E non è escluso che, oltre alla riqualificazione dello stabile, possa esserci spazio anche per la realizzazione di una nuova ala che possa rendere più confortevole il lavoro delle forze dell’ordine sul territorio arcorese.
Ovviamente nulla è ancora definito, serviranno nuovi incontri ma questa sembra l’ipotesi al momento più gettonata.
La questione caserma della Polizia stradale
L’altro grande tema sul quale si stanno riversando tutti gli sforzi dell’Amministrazione comunale riguarda anche la caserma della Polizia stradale di via Monte Bianco.
Al momento la permanenza della Polstrada in città non sembra essere in dubbio (a maggior ragione vista la realizzazione della autostrada Pedemontana che transiterebbe a pochi chilometri da via Monte Bianco), ma non si sono mai sopite le sirene che vorrebbero il trasferimento del comando a Carugate. L’ipotesi, ricordiamo, era stata avanzata meno di un anno fa e fu e messa nero su bianco in un fitto scambio di comunicazioni tra Serravalle (ente pubblico che gestisce la rete di tangenziali milanesi) e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Se questa ultima ipotesi dovesse concretizzarsi, l’Esecutivo non vorrebbe rimanere con il cerino in mano e senza una idea di come impiegare i locali di via Monte Bianco. Per questo motivo l’Esecutivo, in queste settimane, starebbe predisponendo un «piano B» che prevede un ventaglio di ipotesi.
Tra queste la più suggestiva sarebbe quella di trasferire in via Monte Bianco gli uffici della Polizia locale, che attualmente si trovano in via Corridoni. Ma non solo, perché vista la grandezza dello stabile, non è difficile immaginare che anche altre realtà arcoresi possano trovare in via Monte Bianco la loro sede.