Arengario blindato: mai più mostre senza l'ascensore
La Lega per i diritti dei disabili ha portato il Comune in Tribunale. Intanto partono le indagini per l'ascensore
Mai più mostre in Arengario finché non arriverà l'ascensore a rendere accessibile l'edificio duecentesco. La decisione della Giunta arriva dopo che la Lega italiana per i diritti dei disabili ha portato in Tribunale il Comune di Monza.
In Arengario l'attesa dell'ascensore
Da una parte l’assegnazione degli incarichi per le indagini delle prove geologiche e statiche propedeutiche alla realizzazione del nuovo ascensore e dall’altro la conciliazione con la Ledha che ha fatto causa al Comune proprio per l’inaccessibilità dell’Arengario.
Segna un capitolo importante la vicenda dello storico monumento. In primis perché per la prima volta l’ipotesi di dotare l’edificio duecentesco di un’ascensore non è più così lontana. Spiega l’assessore ai Lavori pubblici Simone Villa: «Inizieranno a breve i rilievi per redigere il progetto da sottoporre alla Soprintendenza e poi si passerà all’analisi con piccoli scavi. Non si tratterà solo di realizzare l’ascensore, ma di rafforzare la soletta della sala d’onore per garantire la tenuta per la permanenza del pubblico». La speranza è che poi il progetto possa essere approvato dalla Soprintendenza e che l’accessibilità diventi una realtà.
La conciliazione della causa
Una richiesta avanzata anche dalla Lega per i diritti dei disabili che ha promosso contro il Comune un’azione civile per discriminazione, «lamentando l’illegittima individuazione ed utilizzo del Palazzo dell’Arengario, quale sede di eventi culturali aperti al pubblico, in quanto edificio inaccessibile alle persone con disabilità motoria».
Causa che ora potrebbe andare verso la conciliazione. Il Comune, infatti, con delibera di Giunta, ha deciso di formulare una proposta conciliativa alla Ledha, «in tal modo confermando la volontà di tutelare gli interessi dei disabili e, in particolare, l’attenzione al problema, più volte sollevato, dell’accessibilità del palazzo dell’Arengario», come si legge della delibera.
Per questo l’Amministrazione si è dichiarata pronta a impegnarsi a non utilizzare l’edificio dell’Arengario per eventi espositivi o di altra natura rivolti al pubblico organizzati dall’ente, finché lo stesso non venga reso accessibile in autonomia ai disabili motori e riconoscendo all’associazione ricorrente un contributo omnicomprensivo per le spese processuali di 3mila euro. Ora la palla passa a Ledha che dovrà scegliere se accettare.