Arengario, entro 30 giorni in Soprintendenza gli esiti delle indagini. Obiettivo: rimuovere le barriere architettoniche

In particolare i progettisti dell’Ente stanno studiando l’installazione di un ascensore esterno che per la prima volta, consentirà la piena fruibilità dell’edificio.

Arengario, entro 30 giorni in Soprintendenza gli esiti delle indagini. Obiettivo: rimuovere le barriere architettoniche
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Negli ultimi mesi l’Arengario di Monza è stato sottoposto “ai raggi X”: verifiche statiche e materiche, indagini geognostiche e strutturali, un nutrito corredo di foto-rilievi realizzati anche con droni e sondaggi non invasivi sulla struttura: il documento conclusivo curato dal Comune è ormai pronto ed entro poche settimane sarà inviato alla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Milano.

Arengario, entro 30 giorni in Soprintendenza gli esiti delle indagini

Questo lavoro era stato richiesto proprio dalla Soprintendenza quale attività propedeutica alla realizzazione di uno studio di fattibilità. Oggetto primario delle indagini sono le caratteristiche costruttive degli elementi che compongono l’antico Palazzo dell’Arengario di piazza Roma - risalente all’epoca medioevale ed edificato tra il 1240 e il 1290 – con un focus sugli aspetti legati alle effettive caratteristiche statiche e strutturali e di resistenza delle partizioni.

Obiettivo accessibilità

L’obiettivo ultimo dell’Amministrazione, oltre all’ottenimento dell’idoneità statica, è individuare le possibili modalità di abbattimento delle barriere architettoniche del monumento, da tempo non più adibito ad attività espositiva proprio per questi motivi.

In particolare i progettisti dell’Ente stanno studiando l’installazione di un ascensore esterno che per la prima volta, consentirà la piena fruibilità dell’edificio.

In programma anche lavori di consolidamento del pavimento per aumentarne la portata, in vista delle installazioni che saranno ospitate nello storico palazzo, garantendo così la massima sicurezza.

La pronuncia del Tribunale di Milano

Proprio in questi giorni il Tribunale di Milano si è espresso in merito al ricorso formulato da Ledha accogliendo in parte le richieste dell’Associazione che aveva accusato il Comune di “condotta discriminatoria” per avere utilizzato l’Arengario come sede di eventi culturali aperti ai cittadini, pur non garantendo l’accesso a persone con disabilità motoria.

Ciò corrisponde al vero da quasi un secolo ormai, quando le varie Amministrazioni che si sono succedute hanno continuato ad adibire il prestigioso spazio a sede espositiva.

Più di recente, da oltre un anno, le mostre sono state spostate presso l’Orangerie della Villa Reale: il Giudice stesso, infatti, ha riconosciuto che questa Amministrazione si è attivata per la risoluzione del problema ed ha rimosso tempestivamente la condotta

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