Monza

Arriva la prima Comunità energetica rinnovabile

Istituti Don Milani ed Hensemberger capofila

Arriva la prima Comunità energetica rinnovabile
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Per l’inizio del 2025 dovrebbe entrare in funzione la prima Comunità energetica rinnovabile (Cer) a Monza, su impulso dell’amministrazione comunale, che assume il ruolo di facilitatore.

Prima Comunità energetica rinnovabile

Sarà costituita dalla scuola primaria Don Milani di via Monte Bisbino e dall’Iti Hensemberger. La prima con il ruolo di prosumer (produttore e consumatore), il secondo come consumatore.

Impianti fotovoltaici sulle scuole

In sostanza sul tetto della Don Milani sarà posato un impianto fotovoltaico che fornirà energia alla scuola e all’Hensemberger. L’energia in surplus sarà ceduta a ulteriori soggetti, calcolati -da progetto- in tredici utenze monofamiliari.

«Il Comune -spiega l’assessore all’Ambiente, Giada Turato- vuole fare da facilitatore, costituendo Cer utilizzando il patrimonio edilizio pubblico e stimolando i privati, soprattutto piccole e medie aziende, a entrare in partnership. Abbiamo partecipato a un bando della Regione per finanziare le Cer, abbiamo superato la prima fase e siamo in istruttoria col nostro progetto, che si chiama “Monza Capace di Energia Raggiante”».

Quale forma giuridica

Di Cer si parla a livello nazionale da un paio di anni ma solo lo scorso gennaio sono arrivati i decreti attuativi, attesi da 19 mesi. Ora quindi le procedure possono accelerare: «Stiamo verificando quale forma giuridica dare alla Cer, che deve prevedere uno statuto e un regolamento per definire oneri e onori e regolare eventuali successivi partecipanti che si aggiungessero. Oltre a tutte le verifiche tecniche necessarie (vigili del fuoco, collaudi dei tetti, certificazioni). La dotazione del Pirellone per costituire le Cer è di 20 milioni per tutta la regione. L’ipotesi è quella di incrementare il contributo regionale che ci arriverà con parte dei 500mila euro di oneri di urbanizzazione per l’ampliamento dell’Esselunga di viale Libertà: sarebbe il primo esempio di utilizzo di oneri per promuovere l’energia rinnovabile. Prevediamo di rientrare dell’investimento nella prima Cer nell’arco di 4-7 anni».

La capacità produttiva ipotizzata

La Cer ipotizzata dal Comune, secondo il progetto, avrà una capacità produttiva di 67mila kW/h l’anno, di cui 27.315 autoconsumati dalla Don Milani. Del resto, 39.685 kW/h, l’Hensemberger ne consumerebbe 21.525. Resterebbe un surplus di 11.640 kWh, al netto di un 10% della produzione totale che prudenzialmente viene assunto come non sfruttabile (6.700 kWh). Questi  11.640 kWh potrebbero soddisfare il fabbisogno energetico di tredici famiglie.

Il modello Cer

Le Cer sono costituite da soggetti liberi, privati e pubblici (singoli cittadini, imprese, enti locali) che si mettono insieme, producono energia, la consumano e se la scambiano e, all’occorrenza, la cedono alla rete. Un modello ideato per favorire autoproduzione e autoconsumi, con scopi sociali (condivisione di risorse) e ambientali (energia rinnovabili) e di cui la crisi energetica ha reso ancor più urgente l’adozione (scopo economico).

Un passaggio epocale

La loro introduzione segna un passaggio epocale: da consumatori passivi (consumer), legati a un produttore/distributore, a consumatori che si mettono insieme per produrre, autoconsumare e cedere alla rete le eccedenze (prosumer). E così facendo pesare meno sul sistema elettrico nazionale, promuovere le rinnovabili (le Cer si fondano sostanzialmente, anche se non obbligatoriamente, su fotovoltaico e idroelettrico)  e indirettamente sensibilizzare su un consumo più consapevole. Inizialmente allacciabili solo alle cabine elettriche secondarie (meno potenti), ne è stato allargato il raggio di azione agli ambiti allacciati alle cabine primarie, con maggiori potenzialità energetiche e territoriali, quindi. E con maggiori incentivi legati all’energia ceduta alla rete.

I vantaggi

Ma la Cer dove ci guadagna? «L’incentivo - spiega Renato Ornaghi della Energy Saving- viene pagato all’energia se condivisa e messa in rete. Se condivisa e autoconsumata, inoltre, la bolletta elettrica scende anche a zero. E se cedo in rete il surplus di energia che ho prodotto, questo surplus mi viene pagato a prezzi di mercato». Tra i gruppi di autoconsumo possibili rientrano i condomini, che sono potenzialmente delle Cer naturali,  oltre ai poli logistici, i centri commerciali, gli interporti, i distretti industriali. Le imprese sono chiamate a essere per prime protagoniste e promotrici di Cer, conferendovi  i propri impianti di produzione elettrica in un’ottica aggregatrice: se in una Cer c’è un’azienda, un singolo privato sarà più invogliato ad aderirvi. Una prospettiva non tanto per le grandi aziende (spesso dotate di propri impianti produttori di energia) quanto per le piccole e medie aziende, che possono farsi promotrici di una Cer con i propri vicini (altre aziende, condomini, villette)  magari sostenendo l’investimento iniziale per poi rientrarne col tempo secondo lo statuto della Cer stessa.

Fotovoltaico sulle scuole

La destinazione dei 500mila euro che l’amministrazione incasserà dall’Esselunga sarà quella di dotare da tre a cinque scuole di impianti fotovoltaici in modo da alleviare la bolletta energetica del Comune: «Stiamo conducendo  le verifiche tecniche necessarie -conclude Turato- (una delle scuole potrebbe essere la primaria Rubinowicz di via Magellano, con un impianto da 20 kW di potenza, ndr). La collaborazione in atto con Rse riguarda anche lo studio per sfruttare al meglio il biometano prodotto dall’impianto di depurazione di San Rocco».

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