Asfalti Brianza, secondo round in Corte d’Appello
La società, ricordiamo, era stata condannata in primo grado dal Tribunale di Monza: ora i legali hanno sottoscritto il ricorso al Tribunale di Milano

Si profila un nuovo braccio di ferro nelle aule di tribunale per Asfalti Brianza. Ad annunciare il ricorso alla Corte d’Appello a seguito della sentenza di condanna in primo grado, da parte dei vertici dell’azienda, è stato il primo cittadino Mauro Capitanio durante il Consiglio comunale a Concorezzo della scorsa settimana.
Asfalti Brianza, secondo round in Corte d’Appello
Ricordiamo che in primo grado il Tribunale di Monza aveva stabilito due condanne per i reati ambientali. La sentenza del giudice Gianluca Polastri, ricordiamo, aveva decretato pene a 1 anno e 8 mesi (15 mesi di arresto senza la condizionale), e 27mila euro di ammenda a carico di Vincenzo Bianchi, amministratore dell’azienda finita al centro di una battaglia promossa dal Comitato civico Sant’Albino. La sentenza (la seconda condanna) aveva inflitto anche la pena di 4 mesi di arresto e 1.750 euro di ammenda (in questo caso con la concessione del beneficio della sospensione condizionale) a Nandy Alveri Carrasco Perez, legale rappresentante della società W.BAU s.r.l., che utilizzava un capannone nell'area di Asfalti Brianza, destinato a magazzino deposito per attrezzi e materiale, davanti al quale sono stati rivenuti 20 metri cubi di rifiuti.
«Il 14 marzo scorso - ha spiegato il sindaco in aula - è stato inviato avviso di accertamento esecutivo patrimoniale nella persone fisica di Vincenzo Bianchi, titolare della Asfalti Brianza, per la riscossione delle somme dovute al Comune. Il 5 marzo sono stati avviati anche i tavoli tecnici con provincia e Regione e lo scorso 24 marzo, a seguito del ricevimento delle memorie da parte della W.BAU e Bianchi srl è stata emessa una ordinanza per la rimozione dei rifiuti. Proprio nei giorni scorsi è arrivata una informativa, da parte dei loro legali, che è stato proposto appello alla sentenza di primo grado».
Ora, dicevamo, rimane il grosso punto interrogativo riguardante la montagna di rifiuti ancora presente nell’area. «Su questa vicenda la nostra volontà è stata sempre chiara fin da subito - ha continuato Capitanio - Abbiamo emesso l’ordinanza sia per il rispetto dell’ambiente ma, soprattutto, per tutelare la salute dei cittadini».