La sentenza

Assolto dall’accusa di atti incendiari: «La fine di un’odissea che ha messo a dura prova sia me che la mia famiglia»

Il 40enne sevesino Andrew Vitello e l’avvocato Giuseppe Vernuccio commentano con soddisfazione la sentenza

Assolto dall’accusa di atti incendiari: «La fine di un’odissea che ha messo a dura prova sia me che la mia famiglia»
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Assolto dall’accusa di atti incendiari. Lunedì della scorsa settimana, 7 luglio, al Tribunale di Monza, il giudice Guglielmo Vittorino Carlo Gussoni ha messo la parola fine sulla vicenda giudiziaria che vedeva imputato il 40enne di Seveso Andrew Vitello, accusato di aver causato due incendi avvenuti in città nel maggio 2020.

Assolto dall’accusa di atti incendiari: «La fine di un’odissea che ha messo a dura prova sia me che la mia famiglia»

Il pubblico ministero Daniela Po aveva chiesto tre anni di reclusione, ma il giudice ha ritenuto di non accogliere la proposta di condanna e ha assolto Vitello, noto per essere il fondatore e presidente di Aivos (Associazione italiana vittime omicidio stradale e sinistri gravi). «La fine di un incubo», il commento a caldo del 40enne, che si è sempre dichiarato innocente.

I fatti che gli venivano contestati risalgono al periodo della pandemia da Covid-19: nella notte del 29 maggio, a pochi minuti di distanza, era stato prima incendiato il cancello d’ingresso di uno stabile in via Ballerini e poi era stata lanciata una bomba molotov in viale Santuario. Due episodi che secondo la parte civile, rappresentata dal commercialista seregnese Fabrizio Lo Porto, sarebbero collegati tra loro e avrebbero avuto lo scopo di intimidire lo stesso Lo Porto e una donna che avrebbe dovuto testimoniare in un processo a carico di una mamma.

Il legale di Vitello, l’avvocato Giuseppe Vernuccio, ci aveva detto che «l’impianto accusatorio non è fondato su indizi o prove concrete, ma è stato condizionato dalle sollecitazioni della parte civile».

Giuseppe Vernuccio

E ora esprime soddisfazione per la decisione del giudice, che ha assolto Vitello ai sensi dell’articolo 530 del codice di procedura penale, riservandosi di fare ulteriori commenti una volta che saranno depositate le motivazioni della sentenza (entro 90 giorni dalla lettura del dispositivo): «Valuteremo l’iter logico che ha portato all’assoluzione».

Nel frattempo però Vitello esprime tutta la sua contentezza per l’esito del processo: «Dopo cinque lunghi anni di un’odissea giudiziaria che ha messo a dura prova ogni fibra del mio essere e quella della mia famiglia, accolgo con profondo sollievo e immensa soddisfazione l’assoluzione dalle accuse di incendio. Questa sentenza non è solo un verdetto legale, ma un ristabilire la verità e la mia integrità personale e professionale. Le accuse infondate hanno rappresentato un periodo di indicibile sofferenza. Essere un padre separato e dover affrontare queste gravi accuse ha significato vedere i miei figli subire ingiustamente un peso emotivo enorme, dover spiegare l’inspiegabile e proteggerli da un’ombra che non meritavano. Il dolore di vederli turbati per qualcosa di cui ero innocente è stato forse il fardello più pesante da portare».

L'idea di una assoaciazione

La consapevolezza dell’ingiustizia subita gli ha dato un’ulteriore spinta «per lottare con ancora più profondità, sia per la missione di Aivos, sia per tutte le ingiustizie in generale. Ora, con la mia reputazione riabilitata, potrò continuare con ancora maggiore energia il mio impegno sociale. E chissà, magari da questa esperienza nascerà una nuova associazione di categoria che tuteli le persone e i consumatori in generale. Essendo un liberale, ho già in mente il nome: LIBERALIA, che presto prenderà vita a Seregno. Un modo, anche questo, per far sì che nessuno debba più sentirsi solo di fronte alle ingiustizie».

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