Monza

Autodromo. La pista è pronta, i sottopassi quasi: "Ma serve ben altro per restare in gara..."

Il presidente di Aci Angelo Sticchi Damiani ha fatto il punto sui lavori e sulle trattative con F1

Autodromo. La pista è pronta, i sottopassi quasi: "Ma serve ben altro per restare in gara..."
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«Quando abbiamo letteralmente “tagliato” l’Autodromo per effettuare i lavori necessari al suo ammodernamento, eravamo tutti preoccupati, io per primo che pure sono ingegnere. Temevamo ci sarebbero stati elementi ostativi che avrebbero portato a ritardi che non ci saremmo potuti permettere. Ebbene, ora posso dire che i tagli non ci sono più e che è stata ripristinata la continuità del circuito».

L'Autodromo mostra il suo nuovo volto

Il presidente di Aci Angelo Sticchi Damiani, in visita a Monza oggi, lunedì, per fare il punto insieme al presidente di Sias Giuseppe Redaelli, all’assessora allo Sport del Comune di Monza Viviana Guidetti e a Giovanni Battista Tombolato di Aci in rappresentanza del Ministero dei Trasporti, non ha nascosto i timori e le preoccupazioni che lo hanno accompagnato in questi mesi di interventi sull’impianto, ma ha lasciato pure trasparire un certo sollievo circa il buon andamento dei lavori che erano cominciati a gennaio (con un’inaugurazione in grande stile a cui aveva preso parte anche il Ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini) e che sono proseguiti tra non pochi intoppi e difficoltà, come lui stesso ha ammesso.

La pista è pronta, i sottopassi quasi

L’intervento più «urgente» - quello per cui si doveva finire abbondantemente prima del Gran Premio che si disputerà l’1 settembre - era legato al rifacimento del manto della pista. «I primi due strati sono stati posati - ha precisato il presidente - Manca il manto di usura che verrà realizzato a breve, parlo di una settimana, massimo 10 giorni». Questo per rispettare le norme della Fia che vuole l’asfalto ultimato almeno 60 giorni prima della gara. «Si tratta di una norma nata quando i tempi di maturazione erano ben più lunghi - ha sottolineato Sticchi Damiani - Con gli additivi che si utilizzano oggi nei conglomerati bituminosi la pista potrebbe anche risultare pronta prima, ma noi rispettiamo le norme e dunque abbiamo fatto in modo di avere ampio margine tra la posa dell’ultimo strato e la gara di Formula 1». Restano da completare i sottopassi «che però sono a buon punto». In questo caso i manufatti ci sono tutti, a mancare sono principalmente le rifiniture e i collegamenti con la viabilità esistente, «ma conto che il tutto sia pronto per fine giugno, quando potremo invitare i collaudatori a fare le dovute verifiche».

Le difficoltà incontrate

Diversi, ha ricordato il presidente di Aci, i problemi che si sono presentati in corso d’opera. «La bonifica dell’impianto dalla possibile presenza di ordigni bellici, è stata più lunga del previsto. E abbiamo riscontrato criticità anche per via di una presenza di argilla superiore al previsto. Le stime parlavano di 30 per cento di argilla e 70 di terreno consolidato. Nella pratica è stato l’esatto contrario e ciò ha comportato la necessità di una variante onerosa che ha anche allungato le tempistiche». A giocare a sfavore, anche il maltempo. «Sapevamo che l’inverno a Monza non sarebbe stato dei più miti, ma non ci saremmo immaginati acquazzoni pure a maggio. Settimana scorsa si è allagato tutto, ma siamo riusciti a superare anche questo ostacolo».

"Ma serve ben altro per restare in gara..."

Pista e sottopassi rappresentano però solo la premessa (sia pur fondamentale) per il rinnovo del contratto in scadenza nel 2025. «Abbiamo richieste precise da Formula One e che sono orientate soprattutto all’aumento della disponibilità dei posti nel paddock club, che sono i più costosi da cui assistere al Gran Premio - ha affermato il presidente di Aci - Ma sul piatto c’è anche il fatto che sicuramente costerà di più anche a Monza rimanere nel Mondiale. Tutti gli altri circuiti, Imola compresa, hanno rincari del 3 per cento in più all’anno ed è scontato che anche Monza dovrà adeguarsi, anche perché paghiamo fissi 20 milioni all’anno ormai dal 2018».

Le trattative

Indispensabile, nelle trattative in corso con F1 (e nelle quali si sta puntando a un contratto decennale sul modello di quello strappato dall’Ungheria), è un altro rinnovo, ovvero quello della concessione dell’Autodromo all’Aci che scade nel ‘28 e sul quale Sticchi Damiani è tornato a fare appello agli attori coinvolti, Consorzio, Comune di Monza e di Milano in primis. «Il problema è che siamo in ritardo anche perché c’è la pregiudiziale della concessione che scade tra tre anni. Ed è un ritardo che non possiamo permetterci. C’è un’enorme concorrenza per entrare nel Mondiale, anche e soprattutto a livello europeo. E’ recente la notizia che la Spagna sta mettendo sul piatto un Gp cittadino a Madrid, senza essere parallelamente intenzionata a rinunciare a quello della Catalogna. La Francia non ha più un Gp e, soprattutto non ce l’ha la Germania che pure vorrebbe fortemente tornare nel Mondiale, non solo perché è una potenza nel settore e perché la Mercedes ha vinto tutto quello che poteva vincere, ma anche perché in vista c’è un possibile ingresso dell’Audi nella competizione».

Una concorrenza spietata

Formula 1, poi, non ha mai nascosto la volontà di andare a espandersi in altri continenti, Asia e America (rappresentata dagli Stati Uniti) in primis, dove i dollari non mancano. «Monza ha la storia e la tradizione - ha proseguito Sticchi Damiani - E’ un circuito iconico, ma deve essere anche al passo coi tempi. Ed è su questo che stiamo lavorando. La prima tranche di lavori, pista e sottopassi, l’abbiamo portata a casa, ma servono anche altri interventi per i quali dobbiamo avere contezza delle intenzioni del ministro Salvini circa i finanziamenti. I rapporti col Governo sono di grande collaborazione e il ministro sta facendo il possibile per darci le risorse necessarie per completare l’ammodernamento dell’impianto». Renderlo più moderno, ma anche più adatto a ospitare fan disposti a pagare cifre considerevoli. «F1 punta moltissimo sui paddock club - ha osservato ancora - A Las Vegas i costi erano pazzeschi, hanno raggiunto anche i 15mila dollari. Certo, quello è un altro mondo, difficilmente in Europa si arriverà a certe cifre, ma la direzione è quella, visto che F1 stessa ha constatato come vi siano persone disponibili a pagare somme ingenti a fronte di una qualità dell’offerta che deve essere altissima».

L'Italia difficilmente manterrà due Gran premi

A oggi, dunque, «quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto. Ci chiedevano un circuito più sicuro e lo abbiamo previsto, con il rifacimento dei sottopassi esistenti e con la realizzazione del tunnel ex novo. In tutti il passaggio pedonale è separato in maniera netta da quello veicolare, non avremmo più potuto continuare a organizzare Gran Premi nella situazione in cui ci trovavamo gli anni scorsi». Un primo passo che, però, ribadisce il presidente, «non basta a farci stare tranquilli. Sono realista. Credo che Stefano Domenicali abbia ragione. Difficilmente l’Italia potrà continuare ad avere due Gran Premi. Come dicevo, la concorrenza è enorme, sia in Europa che negli altri continenti e F1 non è intenzionata ad aggiungere date, quindi ci si dovranno giocare quelle che ci sono già in calendario. A Monza abbiamo cominciato un percorso che era indispensabile, ovvero quello della sicurezza, ora resta la parte determinante di rendere ancora più attrattivo il circuito».

 

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