Una città sostenibile

«Basta con le scelte urbanistiche scellerate»

I comitati di Monza hanno presentato il terzo Libro bianco

«Basta con le scelte urbanistiche scellerate»
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Sono anni che lo sostengono e, a pochi mesi dalle elezioni, sono tornati a ribadirlo: Monza ha bisogno di un cambio di marcia. "E’ arrivato il momento di abbandonare quelle scelte scellerate, soprattutto in campo urbanistico, che hanno profondamente segnato, in questi anni, il volto della nostra città".

"Basta con le scelte urbanistiche scellerate"

Tutela dell’ambiente e del patrimonio storico-culturale, sostenibilità, riduzione del traffico e dell’inquinamento: il Coordinamento dei comitati e delle associazioni ha presentato il terzo Libro Bianco sulla città, al quale hanno dato il loro contributo anche i ragazzi di Fridays for Future.

Un lungo documento nel quale i rappresentanti delle diverse realtà ambientaliste hanno fatto il punto sullo stato della città alla vigilia del termine dei cinque anni della attuale Amministrazione.  Anni che sono stati anche segnati dalla pandemia "che ha messo tutti a dura prova e che ci ha costretto ad aprire gli occhi sui temi della vivibilità e della sostenibilità".

Una «cintura verde» per Monza

Lo stop al consumo di suolo, hanno spiegato i rappresentanti del coordinamento, va di pari passo con lo sviluppo e la tutela delle aree verdi, a partire dal Parco di Monza, "che finora è stato considerato un mero contenitore e non per quello che è, ovvero un vero e proprio bene culturale da preservare", ha spiegato Bianca Montrasio del comitato per il Parco A. Cederna.

"Il Parco di Monza è uno spazio verde molto prezioso per la città, ma non è sufficiente - hanno fatto sapere Giorgio Majoli e Maddalena Viola del circolo Legambiente di Monza - La cura del verde, del suolo libero, la riduzione del traffico automobilistico devono essere portate in seno alla città, non bastano le isole felici dei parchi, circoscritte in un’area ben delimitata ed esterna alla vita di ogni giorno. Ecco perché pensiamo che sia necessario dare nuova vita al progetto della Cintura verde di Monza e sviluppare nuovi corridoi ecologici all’interno della città collegati con le aree libere esterne alla città e altri parchi sovracomunali".

Il problema della pessima qualità dell’aria

Un alto tasso di urbanizzazione e una pessima qualità dell’aria, caratterizzano Monza. "L’aria è tra le peggiori d’Europa - ha osservato Cruciano Nasca del Comitato aria pulita Monza - E il fattore più grave è che ciò sembra non turbare minimamente i monzesi. Dovrebbe esserci una grande mobilitazione in tal senso, ma nulla". Anche le strumentazioni presenti in città per la rilevazione degli inquinanti sono, secondo Nasca, insufficienti. "Da anni la nostra città si è accontentata dei dati provenienti dalle uniche due centraline Arpa collocate, la prima in via Machiavelli, strada a senso unico, mai trafficata, l’altra all’interno del Parco, in viale Mirabellino. A parer nostro, non sono mai state in grado di fotografare la media effettiva dei valori inquinanti". Di qui la richiesta di installarne almeno altre quattro in strade più trafficate (come corso Milano, via Azzone Visconti, via Manara e via Cavallotti) per andare a raccogliere informazioni che meglio rendano l’idea della qualità dell’aria.

Zone 30

Per ridurre l’inquinamento un possibile intervento, per i comitati, potrebbe essere quello di introdurre zone 30 in tutta la città a esclusione delle arterie principali di collegamento come viale Lombardia, viale Campania, viale Stucchi o via Fermi. E, parallelamente, "limitare l’uso delle auto in centro sostituendolo parzialmente con pullmini elettrici che lo colleghino con i due parcheggi periferici, quello dello Stadio e quello situato nel Parco passando dal San Gerardo".

Una città più green, che non preveda l’arrivo di ulteriori maxi insediamenti, è l’auspicio dei comitati. Sulla carta però, sono molti gli interventi edilizi previsti in diversi quartieri della città, dalle torri di viale Lombardia-via Ticino a san Fruttuoso, fino alle palazzine del Buon Pastore.

"Quest’ultima, ad esempio, è un’area interamente vincolata - ha spiegato Rita Caldarelli dell’omonimo comitato - Il privato prevede però di realizzarvi palazzine che porteranno 250 nuovi appartamenti in una zona, quella di via Cavallotti, perennemente congestionata. Perché invece non si realizza lì la biblioteca civica?".

"Il consumo di suolo avanza"

A Monza la superficie urbanizzata, comprensiva di larga parte del Parco, è al 68,82 per cento, il patrimonio delle aree dismesse è circa 650mila metri quadri, mentre gli alloggi non occupati sono almeno 5mila. "Nonostante ciò, il consumo di suolo purtroppo continua ad avanzare - ha sottolineato Maurizio Bertinelli del comitato Basta Cemento - Dal 2011 a oggi sono stati approvati 33 Piani Attuativi (di cui 18 su aree libere) e altri interventi edilizi (con titoli abilitativi semplici), a volte convenzionati, anche su aree libere, verdi e agricole".

Il pgt del 2017, ha sottolineato Bertinelli, presentava due criticità: consumo di suolo e previsione eccessiva di nuovo residenziale. "La variante normativa che ha voluto la Giunta Allevi è fortemente dannosa perché mantiene le criticità del documento della precedente Amministrazione di Scanagatti, anzi, il consumo di suolo è ulteriormente aumentato, perché nelle aree a verde (aree V) è possibile realizzare eventuale viabilità di servizio all'accesso degli edifici con relativi parcheggi".

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