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Beffata alla patente per colpa dell’intelligenza artificiale

La disavventura di una monzese, raccontata dai suoi genitori: «Il riconoscimento facciale ha fallito»

Beffata alla patente per colpa dell’intelligenza artificiale
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Beffata all’esame della patente per colpa dell’intelligenza artificiale che - a quanto pare - tanto intelligente non è stata. Accade a Monza.

Disavventura al test della patente

La disavventura è capitata a una 16enne monzese che ha sostenuto la prova scritta giovedì 4 luglio e a raccontarlo è la mamma che ha segnalato anche alla Direzione della Motorizzazione di Milano via pec la vicenda («Via telefono è impossibile perché gli uffici sono irraggiungibili: nessun servizio per il cittadino», ha detto).

La giovanissima ha sostenuto la prova di teoria per il conseguimento della patente B1 accedendo alla sala computer della sede della motorizzazione di Monza in via Bramante 49 (e come accade da un anno a questa parte con l’uso dell’intelligenza artificiale per i controlli).

«Il riconoscimento facciale all'accesso è andato a buon fine, oltre alla presentazione dei suoi documenti identificativi - ha raccontato la mamma - I problemi sono sorti dopo pochi minuti dall'inizio del test: il sistema ha interrotto le schermate perché il riconoscimento facciale saltava e non veniva identificata correttamente l'esaminanda, che era sempre la stessa durante tutta la prova, con la testa sempre eretta».

Schermata bloccata

Insomma - secondo quanto racconta la sua mamma - per ben 15 volte si è bloccata la schermata e sia l'ingegnere sia il suo collaboratore hanno più volte provato a far cambiare espressione del viso, piega dei capelli e addirittura hanno aperto la finestra per far allargare le pupille perché anche queste possono essere non riconoscibili!

Da qui la rabbia e lo sconcerto: «Immaginate una ragazza, in pieno svolgimento di una prova di soli 20 minuti, con tutte le interruzioni avvenute, come può completare il suo esame! Non si è interrotta la prova, nonostante troppi fossero stati gli intoppi, i responsabili della sala hanno allargato le braccia e l'esame è terminato con il timer che scorreva e il test era bloccato; mia figlia quindi non ha potuto rivedere due domande che aveva saltato e il risultato è che gli errori effettivi sono 2 e ben 2 le mancate risposte, che ovviamente nessuno lascia in bianco se il test viene svolto con regolarità: sono mancati i presupposti per consentire il corretto svolgimento del test».

Le proteste della mamma

A quel punto il giorno seguente la mamma si è recata nella sede di Monza, ma non è riuscita a mettersi in contatto con nessuno: «C’era il deserto e nessuno è responsabile di nulla: mi hanno riferito che dovevo scrivere alla direzione di Milano».

Da qui l’appello: «Se lo strumento di controllo, l'intelligenza artificiale, in maniera così invasiva non permette ai candidati (non a tutti ma ad alcuni certamente) di svolgere regolarmente il loro test, io credo che si potrebbe intervenire per avere la possibilità di interrompere il test e riprendere non appena il riconoscimento è di nuovo funzionante, senza far scorrere il timer. Oppure si potrebbe evitare laddove il candidato è palesemente privo di auricolari, marchingegni vari studiati per barare durante l'esame».

 

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