Tanta commozione

Bellusco ricorda le sue vittime del Covid a tre anni di distanza dallo scoppio della pandemia

Svelata una lapide posata all'interno del cimitero.

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Emozionante mattinata a Bellusco, dove la comunità ha ricordato le sue vittime del Covid a tre anni di distanza dallo scoppio della pandemia. Nell'occasione, è stata svelata una lapide apposta all'interno del cimitero. Una lapide che ricorderà per sempre una tragedia che ha colpito nel profondo anche il territorio belluschese.

Il saluto delle autorità

Tanti i cittadini che hanno voluto rendere omaggio alle persone scomparse nel corso della pandemia, in occasione della Giornata nazionale delle vittime del Covid. Il sindaco Mauro Colombo, accompagnato dai membri della Giunta, dal parroco don Arnaldo Mavero, dal Comandante della stazione dei Carabinieri di Bellusco Maresciallo Ivano De Crescenzo e dal Comandante del corpo di Polizia locale Brianza Est Alessandro Benedetti, ha ricordato con grande emozione i giorni più duri della pandemia, ringraziando tutte le persone che hanno dato il loro contributo nella lotta al Covid. Alla cerimonia erano presenti anche il direttore generale dell'Asst Brianza Marco Trivelli, il presidente dell'Avps Vimercate Elio Brambati e gli Alpini di Bellusco.

"Una giornata come quella di oggi è molto importante, ci ricorda che nonostante siano passati tre anni dallo scoppio della pandemia le cicatrici sono ancora aperte e il dolore ancora palpabile - ha dichiarato il sindaco Colombo - Vogliamo innanzitutto esprimere la nostra vicinanza alle famiglie colpite del virus, che hanno perso un caro durante questa terribile emergenza sanitaria: la comunità di Bellusco è al vostro fianco e vi sostiene sempre. E' importante ricordare quei periodi tragici, che ci hanno cambiato la vita, perché solo così possiamo comprendere appieno la portata della pandemia e ciò che ha rappresentato per tutti noi. Ormai sembra che tutto sia passato e si voglia dimenticare: invece è doveroso fare memoria, dobbiamo fare in modo che ciò che abbiamo imparato e vissuto non venga dimenticato. Solo così potremo trarne un insegnamento per il futuro della nostra comunità. Oggi sveleremo una targa scolpita nel marmo, proprio per non dimenticare mai ciò che è successo. In questa giornata vogliamo ringraziare tutto il personale sanitario, i medici, gli infermieri e tutte le persone che si sono prodigate in prima linea, mettendo sè stessi in pericolo per garantire la nostra sicurezza. Grazie alle Forze dell'ordine, alle associazioni di pronto soccorso, alla Protezione civile, agli Alpini, al personale comunale e anche ai dipendenti delle onoranze funebri, esposti per mesi in prima linea in un clima generale di incertezza. Grazie alla parrocchia, che non ha mai smesso di farci sentire comunità, e a tutti i cittadini, che si sono sempre dati da fare per superare quei momenti difficili. Grazie infine al Servizio sanitario nazionale, che ha curato tutti, senza distinzione. Il modo migliore per ricordare chi non c'è più è non dimenticare".

Presente anche l'Asst Brianza

Alla cerimonia era presente anche il direttore generale di Asst Brianza Trivelli, che ha ricorda con grande emozione i momenti più duri della pandemia. Soprattutto i primi giorni, quando Trivelli era impegnato sul territorio bresciano.

"Sono grato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha voluto istituire questa giornata, ma sono grato anche al Comune di Bellusco che la sta onorando - ha esordito Trivelli - La memoria è un fattore fondamentale, sia per le singole persone che per le comunità. Senza memoria non si può capire l'attualità. Nei primi giorni del Covid ero a Brescia e ho il ricordo, nonostante la grande paura, di un grande momento di vita. Nonostante nel primo mese, su 3.200 ricoverati, si siano registrati circa 400 morti, io conservo il ricordo di un grande momento di vita. Si è vista cos'è la cura, cosa può fare una comunità nel momento del bisogno per aiutare chi è in difficoltà. La cura è un grande amore per la vita. Un'altra memoria di quel periodo è che la sanità di fa insieme e ringrazio nuovamente il Comune di Bellusco per essersi proposta di creare qui, sul suo territorio, una Casa di Comunità".

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Bellusco Inaugurazione lapide Covid
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La toccante lettera di Michela Arlati

Il momento più toccante della mattinata è andato in scena nel finale, quando Michela Arlati ha letto un toccante messaggio indirizzato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La donna, lo ricordiamo, è rimasta vedova proprio a causa del Covid, che nel marzo del 2020 si è portato via il marito Erminio Misani. Una vicenda drammatica, che Michela aveva affrontato con l'aiuto di tutta la comunità belluschese, ma non solo. L'azienda dove lavorava il marito, infatti, la "Lei Tsu", si era offerta di assumere proprio la donna: un gesto di estrema generosità, che è valso ai titolari l'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica.

"Vivo a Bellusco con i miei figli e, fino a tre anni fa, anche con mio marito Erminio - ha spiegato Michela Arlati con la voce rotta dall'emozione - Sono stata chiamata qui dal nostro sindaco Mauro Colombo con un compito grande, quello di raccontare la mia storia come simbolo di quelle vissute da tante persone. Quando me l'ha chiesto mi è tornato in mente un progetto che avevo a fine 2020, ossia di scrivere al Presidente Mattarella. Ho pensato di scrivergli non per raccontare la mia storia, ma quella della nostra comunità. Ho pensato che se dovessi scrivere, scriverei così. Erminio Misani, mio marito, è una persona morto di Covid-19 nel giro di poche ore. L'ho affidato al Pronto soccorso il 24 marzo, la sera del 25 mi è arrivata la telefonata dell'ospedale: da quel momento i miei tre figli ed io ci siamo trovati a vivere un'immensa tragedia. Sa caro Presidente, una settimana dopo Ermino è morta anche sua mamma. Da quei giorni quando rientro in casa dopo il lavoro, so che non devo fermarmi, ma devo impegnare per preparare qualcosa di buono per i miei figli o fare un saluto a qualche persona cara. Altrimenti l'angoscia ancora mi assale. L'angoscia per i miei figli, per questo futuro che a volte mi sembra non saper affrontare. Quando vedo la gente che non si rende conto della tragedia che ha colpito il nostro mondo e che tutto si possa dimenticare penso a Erminio, penso ai miei figli e a tutte quelle persone che ci hanno lasciato. Quella che voglio scriverle però non è una lettera di dolore, ma una lettera di speranza. Una lettera in cui raccontarle di un pezzo di Italia bella, di un paese che, se lo vedesse, la renderebbe orgoglioso. Bellusco, la sua gente, la comunità dove Erminio e io siamo cresciuti, dove abbiamo scelto di far crescere i nostri figli, è un paese piccolo, ma dove da allora stanno accadendo cose straordinarie. Intorno a me sento una comunità intera, come angeli custodi che non ci lasciano mai soli. La comunità ci ha preso per mano, dai semplici saluti agli aiuti pratici per le incombenze più grandi. Io e Erminio abbiamo sempre creduto nel bello, anche se non pensavamo che l'avremmo scoperto così. Però c'è. Erminio, sconosciuto al mondo, sta portando nel mondo tante cose bellissime. Per me era la mia vita. Lui, come tanti altri, è stato una vittima innocente: ha cercato di proteggere la sua famiglia, andava a lavorare e tornava a casa, e basta. Eppure il virus l'ha colpito. Da allora Bellusco non mi ha mai abbandonata. Non è per caso. Fin da quand'ero piccola ho capito quanto questo paese fosse unito, di come Comune, Parrocchia e associazioni facessero rete, di come ci fosse unione e mai esclusione. Sono orgogliosa del mio paese e di tutti i belluschesi. Mi piacerebbe che un giorno potesse visitare la nostra Bellusco".

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Lo svelamento della lapide

Al termine della toccante lettera di Michela Arlati, il sindaco Mauro Colombo, il parroco don Arnaldo Mavero, il direttore di Asst Brianza Marco Trivelli e la stessa Michela Arlati hanno svelato la lapide apposta al centro del cimitero. Quindi è stato suonato il "Silenzio" con la tromba.

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