A Desio due appartamenti e due box sequestrati alla criminalità organizzata entreranno a far parte del patrimonio comunale e saranno destinati a progetti sociali.
Beni confiscati alla criminalità come strumento di riscatto
“Si tratta di beni confiscati come strumento di sviluppo e riscatto del territorio, finalizzato alla realizzazione di attività sociali a favore del territorio, per promuovere la legalità e accrescere la giustizia e la coesione sociale, per offrire opportunità di sviluppo economico e culturale, superare le condizioni di disagio sociale e trasformare i beni confiscati in luoghi di crescita personale e di aggregazione per la comunità”.
Questo l’obiettivo evidenziato nella delibera pubblicata all’albo pretorio del Comune.
I beni che saranno acquisiti si trovano in via Mazzini
A giugno l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc) ha comunicato l’indizione di una conferenza di servizi istruttoria, prevista a luglio con l’intento di acquisire una manifestazione di interesse all’utilizzo dei beni oggetto di confisca definitiva, contenuti in un apposito elenco. Tra questi ci sono un deposito in via Lampugnani, ma anche altri beni in via Monte Bianco, e in via Mazzini 77, in questo caso due appartamenti con cantina e due box, in un condominio residenziale.
“Saranno messi a disposizione della comunità”
L’Amministrazione, come già affermato in passato, ha ribadito di non voler acquisire l’immobile di via Lampugnani, in quanto, per condizioni e dimensioni, al momento l’ente non ha nessun tipo di progettualità che si adatta. Positivo, invece, il riscontro per quel che riguarda le due unità abitative in via Mazzini e i due box.
“Abbiamo deciso di procedere e di acquisire questi beni per metterli a disposizione della comunità – ha affermato il sindaco, Carlo Moscatelli – con una finalità che è sociale”. Gli immobili potranno essere utilizzati “secondo l’esigenza più sentita dal territorio, come l’housing sociale”.
I due box, invece, “saranno messi a reddito”, come ha confermato il sindaco, e i ricavi saranno utilizzati “per finalità di manutenzione straordinaria degli stessi beni confiscati”.