Celebrazione

Besana ha accolto il nuovo parroco: "Sarai il capomastro del cantiere della nostra comunità"

Basilica gremita nel tardo pomeriggio di ieri, domenica, per l’ingresso ufficiale nella Comunità pastorale Santa Caterina

Besana ha accolto il nuovo parroco: "Sarai il capomastro del cantiere della nostra comunità"
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I fedeli hanno accompagnato l’ingresso ufficiale del nuovo parroco della Comunità pastorale Santa Caterina di Besana in Brianza come ogni sacerdote, non si fatica ad immaginarlo, auspica: partecipando alla messa.  Nel tardo pomeriggio di ieri, domenica, la Basilica era gremita: panche e sedie esaurite, tanti fedeli - anziani, adulti e numerosi ragazzi - in piedi per il benvenuto a don Paolo Brambilla.

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"Sarai il capomastro del cantiere della nostra comunità"

Dopo la preghiera del Vespero nella chiesa di Santa Catenina, don Paolo Brambilla ha raggiunto piazza Corti accompagnato da un corteo ritmato dalle note della banda Santa Cecilia e colorato dai gonfaloni delle associazioni. Ad accoglierlo sul sagrato, l’abbraccio affettuoso di monsignor Michele Elli, Vicario episcopale, e il saluto della comunità, civile e religiosa. Il primo nel messaggio del sindaco Emanuele Pozzoli in fascia tricolore; lo spunto offerto dal vicinissimo cantiere per la riqualificazione del centro città destinato a terminare, a differenza di quello della «nostra comunità che non cesserà mai». Cantiere del quale uomini e donne sono «le pietre», le idee «gli attrezzi» e don Paolo il nuovo «capomastro». Il secondo affidato a Dario Redaelli in rappresentanza del Consiglio pastorale, riassunto in tre domande e una promessa. I quesiti per raccontare al parroco della comunità besanese composta da sei parrocchie, ciascuna con la sua specificità, che stanno «imparando a lavorare insieme»; per chiedergli «cura, ascolto e comunione» e offrigli «affetto, impegno a vivere il Vangelo, disponibilità». Infine la garanzia di accompagnarlo per tutto il suo ministero in città con la preghiera. Di quest’ultima, insieme alla vicinanza dei parrocchiani, don Paolo ha detto di aver più bisogno.

"Dio è davanti a noi"

Poche parole quelle pronunciate da don Paolo, «per non allungare i tempi» della cerimonia aperta dai riti d’ingresso, ma cariche di significato. Pennellate, come le ha poeticamente definite, sul cammino da percorrere insieme. L’appello a non tenere lo sguardo rivolto al passato perché «Dio è davanti a noi»; alla responsabilità, dei singoli e della comunità tutta, di decidere come costruire sul fondamento che è Gesù; a non affrettare il giudizio, soprattutto in tempi come i nostri «spesso confusi» e a costruire «non per noi ma per il prossimo», rendendo «partecipi le nuove generazione della gioia del Vangelo».

(Servizio fotografico Foto Ottica Bonfanti)

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