La scelta

Besana, stop ai contributi comunali per le società sportive

L’idea dell’Esecutivo è di versare direttamente i «buoni» ai besanesi che praticano sport, anche fuori dalla città

Besana, stop ai contributi comunali per le società sportive
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Niente più contributi alle società sportive: il Comune di Besana in Brianza sosterrà direttamente i cittadini che praticano sport, in città ma anche fuori.
Una rivoluzione quella comunicata dall’assessore a Bilancio e Sport, Alcide Riva, durante l'ultima seduta del Consiglio comunale.

Stop ai contributi

Al centro della discussione l’emendamento al bilancio di previsione presentato dal centrosinistra - Pd, BesanAttiva e Besana4future - che chiedeva di ripristinare «un adeguato stanziamento di contributi (fermo quest’anno a 10 mila euro, ndr) che vada a compensare i costi sostenuti dalle società sportive che gestiscono in convenzione gli impianti del centro sportivo», per un importo di 18 mila euro da dirottare dal fondo di riserva e dalle spese per la manutenzione ordinaria dei cimiteri. Emendamento improcedibile tecnicamente secondo gli uffici di villa Borella e bocciato dalla maggioranza. Perché il percorso intrapreso dall’Esecutivo Pozzoli è tutt’altro. Da una parte ci sono gli importanti interventi previsti per il centro sportivo di via De Gasperi.
«Non abbiamo una data certa, dovrebbero partire la prossima primavera, almeno per quanto riguarda la palazzina dei servizi e la pista d’atletica per le quali abbiamo vinto il bando statale da 700 mila euro», ha spiegato Riva. Soldi non ancora incassati dal Comune, così come da Roma non è ancora giunta alcuna convenzione che definisca modalità e tempistiche del futuro cantiere.
Dall’altra c’è la ferma volontà di «passare dai contributi alle società a quelli diretti ai cittadini per la pratica sportiva». Già dal prossimo anno, ha annunciato l’assessore, «vorremmo togliere i contributi alle società sportive, se non per iniziative particolari».
Davanti ai dubbi sollevati dalla dem Giovanna Tettamanzi - «In base a quale criterio distribuirete i “buoni”?», ha chiesto, intravedendo una mossa elettorale dietro la scelta della maggioranza - Riva ha mantenuto l’aplomb: «A seconda delle richieste: identico sostegno a tutti i besanesi che fanno sport, anche non in città». Meno lo ha fatto il sindaco che fuori microfono è andato a colpire duro.

Opposizione contraria

«Solo il 40 per cento degli atleti inscritti alla Polisportiva besanese risiede in città. Non abitano a Besana nemmeno il presidente e il suo vice: per chi lavoriamo allora? - ha chiesto il sindaco Emanuele Pozzoli - In tanti praticano attività fisica fuori dai nostri confini: mio figlio, ad esempio, va in piscina a Giussano. Del resto a Besana la piscina non c’è...».
Sindaco che è stato poi fermato in tempo dall’assessore al Bilancio prima di buttarsi in un’invettiva contro la gestione dell’area feste dell’impianto sportivo comunale.
«Non siamo contrari alla concessione di un buono sport alle famiglie; a quelle in difficoltà non a tutte indistintamente - hanno puntualizzato il giorno dopo la seduta dal centrosinistra - Ricordiamo che le società sportive, in particolare Fortitudo e Polisportiva Besanese, sono senza scopo di lucro e gestite da volontari che garantiscono al Comune un’ampia offerta sportiva sul territorio, obiettivo primario di un’amministrazione locale. Il vero problema è che ruolo si vuole riconoscere allo sport e al lavoro di queste società storiche: con le sue scelte questa Amministrazione non ne riconosce nessuno».

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