Il personaggio

Carate, a 90 anni suonati conquista la vetta del Grignone

Emanuele Fornasiero, classe 1933, a ottobre chiuderà con l'alpinismo dopo mezzo secolo di attività con il Cai. Ma prima vuole portare a termine altre due imprese: "Poi smetto davvero"

Carate, a 90 anni suonati conquista la vetta del Grignone
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A novant'anni suonati Emanuele Fornasiero, alpinista di Carate Brianza, ha conquistato la Grigna settentrionale dopo sette ore di cammino.

Da Carate a Pasturo, poi la salita in solitaria

L’ultimo impegnativo strappo verso la vetta innevata del Grignone l’ha percorso a quattro zampe, provato da sette ore di salita in solitaria.

A 90 anni suonati (ne compirà 91 il prossimo 7 ottobre) Emanuele Fornasiero, ex capo officina al mobilificio «Bernini», ha vinto l’ennesima sfida con la montagna che, in mezzo secolo di scuola di alpinismo alle spalle, lo ha visto conquistare dieci volte la cima del Monte Bianco e altre 59 le vette sopra i quattromila metri di quota.

«E’ il mio ultimo trittico, poi, davvero, chiudo con l’alpinismo e con le arrampicate», racconta di rientro domenica l’altra dalla prima delle tre ascese che ha in testa di portare a termine da qui a ottobre. «Compirò 91 anni e cinquanta di scuola di alpinismo che ho iniziato nel 1974 con la scuola Mario Dell’Oro del Cai di Carate di cui sono orgogliosamente socio», racconta sorridendo.

L’ultima incredibile impresa Fornasiero l’ha completata proprio domenica mettendosi al volante poco dopo le 4 del mattino dalla sua casa a Carate Brianza in direzione Pasturo da dove, prima dell’alba, è iniziata l’ascesa verso la vetta della Grigna settentrionale. Una salita apprezzata da tanti escursionisti, ma dal dislivello importante.

«Sono partito alle 5,15 con lo zaino e la torcia in testa perché era ancora buio risalendo sentieri e tratti di boschi. Non è stato semplicissimo: c’erano condizioni invernali e neve abbondante e farinosa. Sul meteo andavo sul sicuro, l’avevo studiato per giorni e giorni perché con la montagna non si scherza mai...», spiega il novantenne alpinista.

Dopo sette ore e la puntata a carpioni alla cresta («Alla mia età devi prenderti necessariamente qualche pausa lungo il cammino...»), l’arrivo in vetta, a quota 2.410 metri. La foto di rito scattata da altri entusiasti escursionisti che hanno applaudito meravigliati alla sua straordinaria impresa e poi, dopo una breve sosta al Rifugio Brioschi, la discesa a valle che ha richiesto altre sei ore di fatica.

«Sono arrivato all’auto che erano ormai le otto di sera - racconta Fornasiero - Da qui a ottobre, prima del mio compleanno, voglio affrontare ancora due ferrate su parete attrezzata, ma ancora non ho deciso quando e dove le porterò a termine. Quello della montagna per me resta un richiamo irresistibile. Cascasse il mondo, non c’è sabato o domenica, che non mi regali un’uscita in vetta o un’arrampicata...».

L'impresa dello scorso anno al Sigaro Dones

Come quella che completò lo scorso anno, nel giorno del suo novantesimo compleanno, scalando il Sigaro Dones, caratteristico pilastro roccioso posto a guardia dei Magnaghi, sulla Grignetta.

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Emanuele Fornasiero, 90 anni, dopo la scalata al Sigaro Dones

Il ricordo di quella giornata, raccontata dalle pagine del nostro settimanale, è finita oggi dentro un quadretto che Fornasiero donerà prossimamente agli amici del Rifugio Capanna Carate del Cai. Sul retro della cornice, l’ex istruttore di alpinismo ha riassunto a penna le tappe della sua lunga carriera in quota.

Dalla scuola iniziata nel 1974 all’età di 41 anni, alle 2.100 escursioni in montagna, delle quali 305 sopra i tremila metri e 69 sopra i quattromila con dieci ascese sulla cima del Monte Bianco di cui la metà completate in solitaria.

 

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