Inchiesta

Caro energia, i commercianti costretti ad alzare i prezzi

La piscina di Muggiò costretta ad aumentare del 20% le tariffe, il Carrefour chiude a pranzo

Caro energia, i commercianti costretti ad alzare i prezzi
Pubblicato:
Aggiornato:

Il caffè è ormai in moltissimi bar aumentato a 1,10 o 1,20 euro la tazzina, il pane è aumentato di almeno 1 euro e anche la pizza e gli altri generi alimentari (e non) subiranno rincari. Con bollette triplicati e costi delle materie prime aumentati, anche i commercianti monzesi sono stati costretti a correre ai ripari per il caro energia.

Aumento dei prezzi per il caro energia

Il rincaro bollette anche a Monza sta andando di pari passo con l’aumento generale dei listini prezzi da parte dei commercianti della zona. Anche quelli che gestiscono attività non di carattere alimentare. Una scelta fatta per cercare di trovare un equilibrio per non dover chiudere i propri negozi, ma che finirà per gravare anche sulle tasche dei clienti. Ma il presidente dei commercianti Domenico Riga lancia l'allarme: «Gli aumenti non sono certamente giustificabili e gli extraprofitti andrebbero rigirati alle famiglie e alle aziende».

E’ molto critico Riga circa gli aumenti delle bollette dell’energia che stanno mettendo in ginocchio gli esercenti monzesi. «Stiamo parlando di tariffe che in molti casi sono addirittura quadruplicate ma che di fatto non hanno alcuna ragione d’essere - ha spiegato - Anzitutto trovo assurdo legare il costo dell’energia all’aumento del gas giacché la maggior parte dell’energia elettrica in rete per la distribuzione è prodotta attraverso sistemi rinnovabili e non con il gas. Dunque non si comprende perché le bollette debbano lievitare. In secondo luogo, secondo quanto indicato nel decreto Aiuti, le aziende energetiche avrebbero l’obbligo di versare allo Stato un contributo sugli extraprofitti (i guadagni record messi a segno dalle aziende energetiche grazie all'aumento del prezzo dell'elettricità e del gas) che dovrebbe poi servire ad aiutare famiglie e aziende. E invece finora questo non è accaduto. Mi pare si tratti dunque di palese speculazione».

La lettera della piscina

Il «caro bollette» è un duro colpo anche per le associazioni sportive che devono far quadrare i conti e cercare di garantire i servizi di qualità agli iscritti e in questa drammatica situazione di crisi energetica c’è chi ha dovuto ricorrere agli aumenti delle tariffe dei corsi.  «Stiamo facendo del nostro meglio per gestire questa fase di incertezza e di cambiamento, ma per continuare a garantire la consueta affidabilità e qualità dei servizi da noi offerti ci vediamo costretti a introdurre un “aumento parziale” a copertura dei maggiori costi da sostenere. Pertanto nostro malgrado verrà applicato un aumento del 20 per cento sul listino prezzi».

E’ il comunicato, che suona come un grido, esposto all’entrata della rinomata piscina muggiorese H2O Nuoto e Fitness di via Villoresi a Muggiò, gestita dal presidente Alberto Boero e da Alberto Colombo, fucina di talenti e campioni nell’agonismo anche a livello europeo. «Abbiamo un ottimo rapporto di amicizia con la nostra clientela e ci è sembrato doveroso e giusto avvertirli e far capire la nostra difficoltà – ha spiegato Colombo – Se prima una bolletta raggiungeva i 10mila euro per riscaldare l’acqua nella piscina di Muggiò, adesso ha raggiunto i 40mila euro. La situazione è grigia e non basta essere solo virtuosi».

C'è chi chiude e chi spegne le luci

Per fronteggiare le situazioni, insomma, ognuno fa come può: c'è chi ha aumentato già i prezzi e chi prova a risparmiare su personale o a tagliare gli sprechi. C'è chi prova a chiudere in pausa pranzo come lo stesso Carrefour di via Bergamo che per non impattare sui clienti ha addirittura annunciato ai clienti con tanto di cartello alla porta che resterà chiuso dalle 14 alle 16 per ridurre il consumo energetico.  E c'è chi invece "spegne le luci", come la macelleria Rovagnati di via Zucchi a Monza.

«Le bollette della luce sono ormai così alte che abbiamo deciso di mantenere accesa solo la luce del banco e di usufruire della luce del giorno finché sarà possibile - ha raccontato Enrico Butti, titolare della macelleria «Rovagnati» di via Zucchi - Ci sono stati poi degli aumenti sui prodotti confezionati e sulla polleria perché molti allevamenti hanno chiuso, comportando un aumento sul prezzo pari al 10%. E questo ci ha spinto a nostra volta a rincarare i prezzi e per i prossimi mesi temiamo il peggio. Se lo Stato non interverrà per aiutare i commercianti credo che molti di noi saranno costretti a chiudere».

L'inchiesta completa sul Giornale di Monza in edicola o nella versione sfogliabile.

Seguici sui nostri canali
Necrologie