Carriere Alias al Banfi di Vimercate. Per il Pd "Una scelta giusta da sostenere"
"Condividiamo la scelta presa dai rappresentanti del Liceo Banfi che si pone l’obiettivo di favorire un ambiente di studio sempre più inclusivo"
Continua a far discutere il caso delle carriere "Alias" al liceo Banfi di Vimercate, una scelta deliberata dal Consiglio di Istituto e che consente alle persone interessate di modificare il proprio nome anagrafico sul registro, nell’indirizzo di posta elettronica, negli elenchi e in tutti i trattamenti dell’istituto.
Carriere Alias al Banfi di Vimercate, una questione che fa discutere
Questa mattina in una lunga nota diffusa alla stampa, i rappresentanti vimercatesi del Popolo della Famiglia avevano parlato di una “decisione ipocrita”, di una scelta che "segna una abdicazione al ruolo di educatori, maestri, professori da parte degli adulti che accettano di farsi guidare invece che guidare gli adolescenti in una fase tanto delicata e determinante della loro vita.”
Per il Pd "Una scelta giusta da sostenere"
Di parere contrario gli esponenti del Partito democratico di Monza e Brianza:
“Condividiamo la scelta presa dai rappresentanti del Liceo Banfi – spiegano gli esponenti del Partito Democratico di Monza Brianza – che si pone l’obiettivo di favorire un ambiente di studio sempre più inclusivo eliminando situazioni di disagio nell’espressione dell’autodeterminazione di genere del singolo e nella prevenzione delle discriminazioni.”
“Gli attacchi che la scuola ha subìto da parte dei rappresentanti del Popolo della Famiglia sono assurdi e inqualificabili” afferma il Consigliere provinciale PD Vincenzo Di Paolo. Il fatto che la decisione sia stata presa in accordo con la componente studentesca, su loro proposta e condivisa da tutti è un valore positivo. Gli stessi studenti hanno mostrato maturità e intelligenza. Sostenere persone giovani nel riconoscimento della propria identità – prosegue Di Paolo – è un’attenzione importante che incide sulla serenità del percorso scolastico e di vita prevenendo problemi e disagi.” E sulla richiesta di ritirare il provvedimento adottato, “la politica rispetti l’autonomia delle istituzioni scolastiche”.
“Per il Popolo della Famiglia tutto ciò comporta un’abdicazione al ruolo di educatori” aggiunge Davide Usai, responsabile Diritti Umani del PD Monza Brianza, che ricorda come “essere educatori non significa imporre, ma ascoltare esigenze e necessità dei ragazzi e metterli nelle migliori condizioni per scegliere della propria vita e del proprio corpo.”
La questione dei “detransitioners”
Questa mattina la nota del Popolo della Famiglia aveva fatto riferimento anche al problema dei “detransitioners”: "Si dimentica il Consiglio di Istituto del Liceo Banfi di raccontare ai ragazzi del dramma dei “detransitioners”, la marea umana di ragazzi che hanno cambiato sesso prima della maggiore età e ora chiedono conto a genitori e educatori sul perché abbiano consentito alla loro immaturità di prendere decisioni così determinanti e senza ritorno" - avevano segnalato oi membri del Pdf.
Sulla questione, nel pomeriggio, si sono espressi anche i rappresentnati del Pd:
“Rispetto alla questione dei detransitioners (ovvero le persone che decidono di interrompere o invertire il proprio percorso di affermazione di genere) – spiega Usai – dovrebbero sapere che le transizioni per minorenni sono già strettamente regolamentate e la carriera alias scolastica non c’entra nulla con l’effettivo processo di transizione. Nella loro furia ideologica non considerano neanche i professionisti, sanitari e non, inclusi nel processo, ma guardano solo alla cieca negazione della realtà di un mondo complesso e non strettamente binario.”
“Inaccettabile che il Popolo della Famiglia e la destra parlino di questa questione come di una pura follia che è una moda e come altre mode del passato tramonterà” dichiara il segretario provinciale del PD Lorenzo Sala. “Negare questa realtà significa vivere fuori dal mondo. Noi come Partito Democratico continuiamo a contrastare tutte le idee discriminatorie e lavoriamo ogni giorno per costruire una società inclusiva, rispettosa di tutti e vicina ai bisogni dei più giovani e dei più fragili” conclude Sala.