Dramma

Casa di corte inagibile, scatta la solidarietà

Servono 350mila euro per sistemare la struttura e l'amministratore ha lanciato un Gofundme. Intanto il Comune è intervenuto per assistere gli sfollati

Casa di corte inagibile, scatta la solidarietà
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Da un giorno all'altro hanno dovuto lasciare il loro appartamento perché la casa di corte in cui vivevano è stata dichiarata inagibile. Una situazione drammatica quella di 50 persone sfollate da una cascina di via Sciesa  a Monza e ora è scattata una gara di solidarietà per aiutarle.

Casa inagibile, servono 350mila euro

Da venerdì 28 marzo 2025 dentro alla Cascina non ci vive più nessuno, dopo che i Vigili del Fuoco di Monza, dopo un sopralluogo tecnico, hanno dichiarato inagibile, per motivi statici, la casa di corte che chiude via Amatore Sciesa, traversa di via Foscolo a Monza.
Non appena nei giorni scorsi è stato segnalato il crollo di intonaco e di frammenti di tetto da parte di alcuni passanti, l’amministratore di condominio, Mauro Saladini, si è subito attivato. «In coscienza non potevo far finta di nulla e mettere a rischio le persone», ha spiegato.

Una volta usciti e controllato l’edificio, i pompieri hanno confermato i rischi, apponendo i sigilli. Non sarà altrettanto veloce, invece, la sistemazione dello stabile perché servono tra i 300 e i 350mila euro per sistemare la struttura.

Problemi annosi

Insomma, si parla di un impegno economico importante per la sistemazione della struttura che risale all'Ottocento, anche per via di altri problemi che si sono accumulati negli anni. Come ha spiegato l’amministratore Saladini, si dovrà intervenire anche sulle fogne perché ogni volta che piove si allaga completamente il cortile, sul tetto e sul sottotetto, oltre ai lavori per la staticità dell’edificio e alla rimozione delle  coperture in amianto. «Ci sono proprietari che conoscevano lo stato dell’edificio e affittuari che invece erano all’insaputa delle condizioni dello stabile. Vogliamo tutelare le famiglie, soprattutto quelle più in difficoltà - spiegano i Saladini della «Rosa» amministrazioni immobiliari di Brugherio - La corte deve essere un ambiente sicuro. Vi abitano persone con disabilità, anziani e famiglie fragili con bambini piccoli che non hanno la forza di poter affrontare i costi per i lavori di messa in sicurezza».

Il gofundme per la casa inagibile

L'amministratore dello stabile Saladini ha preso a cuore la questione e con il figlio Alberto ha lanciato anche una raccolta fondi su Gofundme per sostenere gli inquilini. Loro hanno preso in gestione lo stabile da meno di sei mesi e - spiegano - non c’è stato nemmeno un passaggio di consegne con il precedente amministratore per via degli attriti che c’erano stati coi condomini.

Da qui l’appello che i Saladini hanno messo anche online sulla piattaforma «Gofundme» (si può trovare a questo link): «Vi chiediamo un più sincero aiuto economico per poter permettere alle famiglie di rientrare nelle loro abitazioni al più presto! Noi come amministratori vogliamo aiutare queste persone e anche coi nostri fornitori abbiamo parlato per chiedere di venir loro incontro, ma vorremmo chiedere aiuto a tutti. Se avessi avuto una casa libera li avrei ospitati io e alcune persone che conosciamo hanno accolto alcune delle persone, vorremmo però fare un passaparola perché se ognuno fa poco, in tanti possiamo fare qualcosa per queste persone».

L'impegno del Comune

Il Comune si è attivato subito, in collaborazione con la sua Polizia locale, la Protezione civile e con il Gruppo degli Alpini per fornire assistenza alle cinquanta famiglie evacuate.
«I Servizi sociali hanno rivolto un appello alle persone in difficoltà a rivolgersi con fiducia per avere aiuto e la situazione è sotto controllo, posso dire che il personale è intervenuto con professionalità e velocità e lo ringrazio», ha spiegato l’assessore ai Servizi sociali Egidio Riva.
Tra le situazioni gestite c’è quella di un anziano disabile che è stato subito accompagnato presso una struttura protetta, dove troverà accoglienza fino a quando sarà possibile fare ritorno a casa.
«Ad oggi hanno chiesto aiuto 5 persone, tra cui una famiglia con 2 minori e un adulto e adesso cercheremo di trovare anche per loro una soluzione temporanea finché le case non torneranno agibili», ha spiegato Riva.
La maggior parte delle persone (i due terzi delle quali in affitto alla Cascina di via Sciesa) hanno trovato una sistemazione presso amici e parenti, ma il rischio è che le tempistiche di risoluzione della problematica siano tutt’altro che brevi se si dovrà attendere che si arrivi a mettere assieme la somma per partire coi lavori. «Rimane da capire se chi era in affitto può avere un alloggio alternativo previsto da contratto e come risponde in questi casi l’assicurazione», ha aggiunto Riva.
Nello stabile vivevano sia italiani che stranieri (tra cui una famiglia del Perù che si è trovata senza una soluzione alternativa) e alcune famiglie al danno hanno aggiunto la beffa: avevano comprato casa un mese fa e ora si trovano il mutuo da pagare senza poter disporre della loro casa. «La situazione è delicata, ma per chi ha problemi di natura economica attiveremo i Servizi sociali per cercare di sostenerli», ha chiosato l’assessore.

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