Caso corruzione: Comune parte lesa, ma gli acquirenti chiedono conto della responsabilità civile
Questa mattina, lunedì 13 gennaio, l'udienza a Monza; se la richiesta sarà accolta, il Comune si troverà da entrambe le parti della barricata
Sono stati ammessi come parte civile i promissari acquirenti del cantiere Verde Manara, complesso residenziale al centro dell’inchiesta per presunti reati di corruzione attorno agli affari urbanistici del Comune di Usmate Velate. Identico discorso anche per l’ente pubblico, anch’esso ammesso come parte civile nel procedimento.
Caso corruzione: udienza in Tribunale
E’ quanto deciso dal gup Silvia Pansini nell’udienza celebrata oggi, lunedì 13 gennaio, a Palazzo di giustizia di Monza. Gli stessi cittadini, però, hanno chiesto la chiamata nel processo come responsabile civile sia delle società del costruttore Alberto Riva (che aveva edificato il complesso residenziale in questione) sia del Comune di Usmate Velate, che rischia ora di trovarsi nella doppia veste di parte offesa e di parte obbligata a risarcire il danno causato da chi ha commesso il reato. Su questa richiesta, il Tribunale si è riservato la decisione, che dovrebbe essere resa nota alla prossima udienza, fissata per il 24 febbraio prossimo.
Il processo
E’ slittata così la discussione dell’udienza preliminare. Figura chiave nella vicenda è quella dell’ex responsabile dell’ufficio ambiente e territorio Antonio Colombo, che secondo le accuse avrebbe "svenduto la propria funzione amministrativa" allo scopo di agevolare vari costruttori locali, da Galdino Magni ad Alberto Riva. Quest’ultimo è appunto l’immobiliarista responsabile del progetto "Verde Manara", un complesso residenziale con piscina comune sequestrato dagli inquirenti, dove oltre venti famiglie hanno investito i propri risparmi per acquistare casa.
Le figure coinvolte
Tra i personaggi coinvolti figura anche Francesco Calogero Magnano, geometra già molto vicino a Silvio Berlusconi. finito nei guai per una presunta tangente versata per la costruzione di un centro commerciale. L’indagine, ad aprile scorso, aveva portato all’esecuzione di nove misure cautelari. Colombo, Riva e l’imprenditore Galdino Magni erano stati raggiunti da ordinanza di custodia in carcere. Ora sono tutti a piede libero.