Macherio

Centro migranti, protestano i residenti: «Siamo prigionieri nelle nostre case»

Raccolta firme in via degli Alpini contro lo stato di degrado e sporcizia delle strutture

Centro migranti, protestano i residenti: «Siamo prigionieri nelle nostre case»
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Degrado, sporcizia, urla e rumori forti durante la notte, persino risse prontamente segnalate alle forze dell’ordine.
I residenti in via degli Alpini e strade limitrofe a Macherio sono esasperati dalla situazione che si è venuta a creare nei Centri di Accoglienza Straordinari che ospitano i richiedenti asilo.

Centro migranti, protestano i residenti: «Siamo prigionieri nelle nostre case»

Il servizio di accoglienza prevede la messa a disposizione di locali, come le villette in via degli Alpini, destinate ai migranti giunti in Italia nella speranza di poter iniziare un nuovo capitolo della propria vita. Ma gli arrivi sono tantissimi e spesso si creano difficoltà di convivenza per gli spazi ristretti e la diversità di etnie.

A segnalare una situazione di sovraffollamento sono gli abitanti in via degli Alpini, via Trento e Trieste e vie limitrofe che hanno raccolto firme: «Chiediamo un controllo nelle villette di via degli Alpini ai civici 9A, 9B e 16 - si legge nella petizione - In queste unità abitative, adibite a centri di accoglienza gestiti da una cooperativa, vi soggiornano varie persone. Ultimamente si sta notando l’aumento di un forte degrado, con presenza di sporcizia e proliferazione di topi e animali vari. Chiediamo se sia giusto far soggiornare tanti esseri umani nello stesso luogo violando le norme sugli spazi/volume per ciascuna persona: è evidente che in tale stato non possono certo integrarsi e partecipare in qualche modo alla vita sociale. Nella via abitano giovani, bambini, anziani e, viste le notizie che si leggono su giornali e telegiornali, temiamo per la nostra salute e incolumità. Chiediamo quindi cortesemente che siano effettuati opportuni controlli».

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«Abbiamo investito soldi per la casa dei nostri sogni e ci sentiamo sequestrati - affermano i sottoscrittori della petizione - Accanto alle nostre case abbiamo abitazioni fatiscenti e sovraffollate. Non siamo razzisti ma ci ritroviamo in situazioni di disagio per il loro bivaccare in strada, per i numerosi sacchi di rifiuti spesso “non conformi” al ritiro, circondati da topi che pasteggiano dai sacchi. Durante la notte le luci delle abitazioni sono sempre accese e abbiamo notato un viavai di persone che, con materassi e letti, cercano di trovare una sistemazione anche nei garage. Spesso si sentono urla e rumori molto forti durante la notte e sono scoppiate anche risse prontamente segnalate alle forze dell’ordine. Durante le giornate, soprattutto di sole, li troviamo sdraiati per strada, camminano scalzi e stendono i panni lavati sui tetti rovinando, di conseguenze, il decoro della via. Quando cucinano emettono odori nauseabondi costringendoci a chiudere le finestre. Siamo arrivati ad avere vergogna e paura a invitare amici e parenti a casa nostra perché non conosciamo i nostri vicini di casa, il viavai di persone è continuo. Il problema non sono i ragazzi ma la gestione di questi centri di accoglienza dove i richiedenti asilo sono abbandonati a se stessi. Ci chiediamo se in quelle abitazioni, ormai fatiscenti per incuria e dove non viene fatta manutenzione del verde, siano rispettate le norme igienico-sanitarie».

«Siamo disperati, la situazione è diventata insostenibile - sottolineano i residenti - Chiediamo che vengano rispettate le norme di convivenza e decoro o dobbiamo aspettare che succeda qualcosa di grave? Spesso abbiamo dovuto chiamare i carabinieri perché la situazione, all’interno di questi centri, rischiava di degenerare. Tutta la via, dove insistono bellissime case mono e plurifamiliari, sta perdendo valore, è un danno notevole. Aspettiamo delle risposte che non abbiamo avuto nonostante l’invio della nostra petizione agli Enti competenti. Soltanto il sindaco Franco Redaelli ci ha contattati telefonicamente. Siamo tutti esausti e demoralizzati, siamo disposti persino a pagare eventuali interventi, se necessario, ma chiediamo la risoluzione del problema nel più breve tempo possibile».

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