Cerca la mamma del padre per riuscire a esaudire il suo ultimo desiderio
Luigi Pietro Piazza, nato nel 1942 e mancato a 70 anni, venne adottato da una famiglia desiana a 4 anni
«Mi piacerebbe esaudire il desiderio che mio papà ha portato con sé per tutta la vita: vedere, anche per una sola volta, il volto della sua mamma».
Cerca la mamma del padre per riuscire a esaudire il suo ultimo desiderio
Con questo spirito, Anna Piazza, infermiera residente a Desio, si sta rivolgendo alla città di Cantù, Comune dove nel 1945 la madre di Luigi Pietro Piazza firmò per rinunciare per sempre alla patria potestà del figlioletto nato, affidandolo alle cure di un orfanotrofio.
«Fin da ragazza ho questo ricordo di mio padre che, spesso sospirando, si domandava quale fosse il volto della sua madre biologica - ha raccontato Anna Piazza - Più di una volta avrebbe voluto cercarla ma non l’ha mai fatto per non dare un dolore ai suoi genitori adottivi. Lui, infatti, dopo essere stato lasciato in orfanotrofio era stato affidato prima a due famiglie che lo avevano maltrattato, poi finalmente aveva trovato i miei nonni che lo hanno preso con loro quando aveva 4 anni».
Unico legame con la madre biologica una lettera ufficiale datata 26 aprile 1945 e redatta a Cantù in cui la donna, che porta il nome di Anna Ripamonti, figlia di Giuseppe Ripamonti e Giuseppina Cappelletti, acconsente che il figlio, nato il 31 luglio 1942, venga affidato a una buona famiglia e si impegna a non reclamarlo mai per nessun motivo.
«Dopo che è mancata mia nonna, mio padre avrebbe voluto attivarsi per provare a cercare le sue origini ma nel giro di pochissimo tempo è mancata mia madre e un anno dopo anche lui - ha spiegato la figlia - Pochi giorni fa mi è successo qualcosa di inaspettato. Mio padre è mancato nel 2012 e io avrei voluto esaudire il suo desiderio ma non riuscivo più a trovare quella lettera con i dati. Nei giorni scorsi, per via di un trasloco, ho messo mano all’infinità di libri che furono di mia madre e del tutto casualmente ho ritrovato la lettera. Mi è sembrato un segnale».
L'appello
Così Anna Piazza, cognome che il papà ha ereditato dai genitori adottivi, ha deciso di provare a chiedere informazioni sui social network.
«Non voglio creare scompiglio in nessuna famiglia, ma dopo tanto tempo mi piacerebbe soddisfare quel cruccio che fu di mio padre - ha aggiunto - Avrebbe voluto vedere il volto di sua madre e, magari, sapere se aveva dei fratelli o delle sorelle. Lui rimase infatti figlio unico e questo gli è sempre dispiaciuto un po’. Del padre non ha mai saputo nulla; le suore in orfanotrofio gli raccontarono che si trattava di un soldato tedesco ma non sappiamo quanto ci fosse di vero in quei racconti».
Ora Anna proverà a muoversi attraverso le istituzioni per capire se c’è possibilità di risalire alla famiglia di suo padre, ma nel contempo ha deciso di lanciare anche un appello:
«Mi rivolgo a tutta la comunità di Cantù. Se qualcuno dovesse infatti riconoscere dei dettagli famigliari in questo mio racconto lo invito a contattarmi il prima possibile, anche solo per bere un caffè insieme e per una chiacchierata. Mi piacerebbe solo esaudire il desiderio del mio papà».